Giornata del dialogo cristiano-islamico: compassione e misericordia

Il 27 ottobre si celebra la giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico. Due gli appuntamenti previsti in diocesi di Padova: domenica 26, nel centro parrocchiale di Pontevigodarzere, e lunedì 27 a Thiene. Due occasioni di dialogo in nome dell’unico Dio invocato.

Giornata del dialogo cristiano-islamico: compassione e misericordia

Il 14 dicembre 2001, ultimo venerdì del ramadan, Giovanni Paolo II promosse un “digiuno per la pace” a pochi mesi dagli attentati alle torri gemelle.
L’iniziativa è stata il seme della giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico, in seguito fissata, per slegarsi dal calendario variabile del mese di digiuno musulmano, al 27 ottobre: anniversario del primo incontro ecumenico convocato ad Assisi nel 1986 sempre dal papa polacco.
Anche quest’anno, per una tragica coincidenza, la giornata ecumenica arriva in un periodo in cui giunge forte l’eco dell’integralismo islamico più violento.
A Padova, in particolare, allo sgomento per le decapitazioni compiute dai guerriglieri dell’Isis si è aggiunta la notizia che una cellula di terroristi marocchini progettava un attentato contro la basilica del Santo. Avvenimenti capaci di accrescere la diffidenza verso l’islam e, in generale, le religioni, tacciate di ispirare guerre nel nome di Dio.

«La pace e il dialogo fra musulmani e cristiani – scrivono non a caso i promotori della giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico – è fondamentale per la pace globale: bisogna allora puntare su ciò che le unisce, che è molto più di ciò che le divide. A cominciare da quelli che i fedeli di entrambe le religioni ritengono essere i tratti fondamentali e imprescindibili dell’unico Dio da essi invocato: la misericordia e la compassione».

Due appuntamenti in diocesi, a Padova e Thiene
Su questi valori dialogheranno e porteranno le loro testimonianze i religiosi e i laici di entrambe le confessioni che interverranno ai due appuntamenti promossi dal servizio diocesano per le relazioni cristiano-islamiche.
Il primo incontro, anticipato a domenica 26, si svolge dalle 15 alle 18.30 nel centro parrocchiale di Pontevigodarzere, dove si trova anche la moschea di Padova. Il secondo sarà a Thiene lunedì 27 alle 20.30 nella sede delle opere parrocchiali del Duomo.
«I due incontri – spiega il responsabile del servizio diocesano per le relazioni cristiano-islamiche, don Giuliano Zatti, che interviene a Pontevigodarzere – vogliono essere piccoli segni di frequentazione consapevole. Occasioni per stare insieme in maniera esigente, franca e generosa, nelle quali ci si scambiano parole di speranza e di fiducia reciproca, senza per questo fingere che tutto vada bene. Non scanseremo la cronaca recente. Vogliamo anzi prendere posizione per soddisfare un’esigenza di verità reciproca. Vogliamo dare voce ai tanti musulmani d’Italia che avvertono lo strazio di un modo d’intendere l’islam di cui essi stessi sono vittime. Ma vogliamo anche chiedere loro secondo quali valori siano disposti a educare i propri figli per evitare che poi vadano a combattere in nome del Corano».

I credenti, sottolinea don Zatti, sono obbligati alla speranza
«Dobbiamo essere ostinati nel fare il bene. Ne va della qualità della nostra esperienza di fede e delle nostre religioni. Queste ultime, nel contesto odierno, vengono giudicare in base al bene che riescono a compiere. Siamo tenuti a identificare il meglio che cristianesimo e islam possono condividere e a prendere le distanze dai modi sbagliati, limitanti di vivere la fede».
A Thiene l’incontro è organizzato da comune, vicariato, movimento dei Focolari, comunità di Sant’Egidio e associazione islamica Il Futuro. Ha come presupposto un retroterra d’incontro e stima vicendevoli, coltivato da tempo con varie iniziative a livello civile e di comunità parrocchiali.
«È la prima volta, però, che si aderisce “ufficialmente” alla giornata del dialogo – spiega Novella Sacchetto, che coordina la serata – Ci è sembrata l’occasione giusta per far capire come conoscenza e fiducia reciproche possano nascere dal basso. Nonostante a inizio settembre il locale imam marocchino, Mohammed Babi, abbia condannato pubblicamente chi usa la violenza nel nome di Allah, le notizie dalla Siria alimentano anche qui la diffidenza verso l’islam».

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