Arcaluna di Vittorio Riondato scende lungo il Brenta

Sabato 9 settembre una novità accompagna il "varo" di Arcaluna per la prima volta sulle acque del Brenta grazie alla collaborazione con il comitato locale Brenta sicuro: la "vela del Santo" che cuce insieme le bandiere della Pace con quelle dei paesi e della città di Padova dove Antonio passò.

Arcaluna di Vittorio Riondato scende lungo il Brenta

Arcaluna, la tartana eolico-elettrica di Vittorio Riondato costruita utilizzando materiale di recupero, per esprimere la necessità di “convertire” la civiltà dello spreco e del rifiuto in una nuova cultura del rispetto, del dialogo e del riuso, scende in acqua nel Brenta, al ponte di Campolongo Maggiore sabato 9 settembre alle 9.

Il “varo” avviene nell’ambito di una delle iniziative di pulizia degli argini e del corso d’acqua organizzate dal comitato intercomunale Brenta sicuro in collaborazione con l’amministrazione comunale di Campolongo.
«L’amicizia con Riondato – dichiara Marino Zamboni del comitato – è stata immediata per la convergenza dello stile e dei propositi. Il nostro comitato negli ultimi due anni ha organizzato una quarantina di giornate di pulizia degli argini del basso corso del Brenta e dei corsi d’acqua minori; forniamo ai volontari guanti e sacchi e ci accordiamo con le amministrazioni per il ritiro del materiale raccolto. Siamo stati promotori, in varie occasioni, del recupero di amianto e a Codevigo grazie a noi sono state recuperate 35 latte di mastice per calzature che alla prima piena sarebbero finite certamente in acqua con danni incalcolabili per l’ambiente. Riondato con la sua Arcaluna aggiungerà un tocco di fantasia alla nostra giornata, garantendo poi di poter estendere la raccolta anche ai rifiuti galleggianti».

Il varo di Arcaluna offre l’occasione per presentare una singolare novità: sulla barca campeggia la nuova “vela del Santo” realizzata cucendo insieme le bandiere della Pace intrecciate con quelle di Portogallo, Marocco, Italia, Francia e il vessillo di Padova.

L’artista padovano sta infatti progettando un’iniziativa che sottolinea come Antonio sia un santo legato a “sorella acqua”. Le prove sono molte: nato in riva all’oceano, il suo destino è stato segnato da una tempesta che l’ha portato “fuori rotta”, dal Marocco alla Sicilia; a Rimini ha predicato ai pesci e molti suoi miracoli sono legati all’acqua... L’idea è di fare via acqua, per quanto possibile (e via terra quando l’acqua finisce) l’itinerario del Cammino di sant’Antonio da Camposampiero alla basilica del Santo.

Per questo il geniale artefice e mascheraio sta realizzando una nuova imbarcazione che assomiglierà a un mezzo guscio di noce, per evocare l’albero che fu così ospitale nei confronti del frate portoghese negli ultimi giorni della sua vita.

«Ispirandomi alle leggende delle anguane – racconta Riondato – e delle lavandaie della notte, che stendevano i loro panni ad asciugare sulle rive del fiume alla luce della luna, stendo una ventina di veli, fissati a una fune attraverso il Brenta. Dopo aver messo in acqua Arcaluna e issato la vela, piccoli e grandi sono invitati a firmare e disegnare il mio libro di bordo; quindi da due tre sacchi di rifiuti escono libri e patate. I libri dicono ai bambini: “Vi preghiamoooo, non portateci nelle isole ecologiche, prendeteci e leggeteci, mangiatevi un buona patata novella e poi... regalateci a qualche vostro amico”».

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