Francesca Dotto, da Mestrino allo storico scudetto di Lucca

24 anni, uno scudetto storico con Lucca e il passaggio alla corazzata Schio. Francesca Dotto, playmaker campione d’Italia racconta il suo momento e ricorda gli esordi a Mestrino e le prime grandi soddisfazioni a San Martino di Lupari.

Francesca Dotto, da Mestrino allo storico scudetto di Lucca

Francesca Dotto, classe 1993, padovana di Camposampiero, sta vivendo un periodo d’oro ma di transizione allo stesso tempo.
La ventiquattrenne play ha contribuito in modo determinante al primo scudetto di Lucca, nel campionato femminile di basket, interrompendo l’egemonia quadriennale di Schio. Ora però, la sessione estiva di “basket-mercato” la vuole vicinissima proprio alle scledensi.

Francesca, spesso e volentieri non si è profeti in patria: una ragazza della provincia padovana che trascina Lucca alla conquista del primo storico scudetto. Quali emozioni hai provato al momento della vittoria?
«In gara 4, match decisivo, sono scoppiata in lacrime di gioia subito dopo la sirena, non mi sembrava vero, sembrava un sogno. Gli ultimi secondi sono stati interminabili, anche se eravamo in vantaggio. Schio è un avversario irriducibile e temevo di non farcela; alla fine, però, il sogno si è realizzato».

La gioia e la soddisfazione per questo titolo storico sono enormi ma, secondo te, l’epilogo del torneo ha espresso i giusti valori ? Lucca era veramente più forte di Schio?
«Schio è più talentuosa, ma noi siamo state più squadra. Siamo sempre rimaste unite e umili, e questo ci ha permesso di vincere lo scudetto. Abbiamo trasmesso anche un segnale importante a livello valoriale. Non eravamo uno squadrone, ma con umiltà e spirito di sacrificio abbiamo dimostrato che si possono raggiungere obiettivi importanti. Inoltre, il fatto di aver perso la finale di coppa Italia proprio contro Schio, ci ha dato lo spirito di rivalsa necessario per compiere l’impresa».

La tua carriera, già invidiabile, parte da Mestrino, dove hai conosciuto da vicino il basket; il tuo esordio in A2 è avvenuto invece con San Martino di Lupari, mentre Lucca ti ha fatto conoscere la serie A.
«Con il Mestrino, a 14 anni, ho esordito in serie B2: non potrò mai dimenticare quella stagione. Il passaggio in A1 è avvenuto nel 2012 a Lucca , dove sono stata per due stagioni, prima di trasferirmi alla Reyer Venezia nel 2014. Nel 2016 sono tornata in Toscana.

L’ambiente lucchese e San Martino di Lupari si somigliano molto. Si respira aria di famiglia: qui come a San Martino mi sento a casa. Alle Lupe l'ex presidente Francesco Cordiano era diventato il nonno di tutte le giocatrici. Anche se lo scudetto è un'altra cosa, emozioni del genere le ho provate proprio a San Martino quando abbiamo vinto il titolo italiano giovanile e con la vittoria dell'Europeo con la Nazionale Under 18».

Dopo un solo mese, Lucca sembra aver dimenticato la bella storia che ha fatto appassionare l’Italia del basket. Mirco Diamanti, il professore che vi ha condotto allo storico primo titolo ha lasciato, pare per divergenze col presidente Rodolfo Cavallo. Diverse giocatrici se ne sono andate e anche tu saresti vicinissima all’addio.
«Ormai è risaputo che l’anno prossimo giocherò proprio con Schio. Purtroppo a Lucca, per vari motivi, non si è riusciti a dare vita a un ciclo: forse abbiamo toccato il massimo proprio con lo scudetto. Per me è un onore tornare in Veneto e andare a far parte di una corrazzata come Schio, sempre molto ambiziosa».

A proposito di ambizioni, fai parte della spedizione azzurra che dal 16 al 25 giugno sarà in Repubblica Ceca per gli Europei: come vedi l’Italia?
«In questa fase di preparazione, stiamo disputando amichevoli anche con squadre piuttosto competitive. Di sicuro non siamo tra le favorite, ma abbiamo un grande vantaggio: siamo molto motivate».

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