Torna il campo invernale per i giovanissimi di Legnaro

Dal 2 al 6 gennaio, 66 ragazzi delle superiori della parrocchia di Legnaro, in compagnia dei loro animatori e del cappellano don Alessandro Piran, parteciperanno ad un campo invernale a Casa Pradel, nel comune di Molveno, immersi nel Parco Naturale Adamello Brenta. Una sorta di campo di “primo annuncio”, rivolto soprattutto a quei ragazzi vicini al patronato ma lontani dalla chiesa.

Torna il campo invernale per i giovanissimi di Legnaro

Un campo di “primo annuncio”, rivolto soprattutto ai ragazzi vicini al patronato ma lontani dalla chiesa.
Dal 2 al 6 gennaio, 66 ragazzi delle superiori della parrocchia di Legnaro, in compagnia dei loro animatori e del cappellano don Alessandro Piran, parteciperanno a un campo invernale a Casa Pradel, nel comune di Molveno, immersi nel parco naturale Adamello Brenta.

L’esperienza del campo invernale per giovanissimi riprende così dopo qualche anno di sospensione
«L’iniziativa – racconta don Alessandro Piran, da pochi mesi a Legnaro – è partita dagli animatori dei giovanissimi, dato che è molto tempo che volevano farlo. Anche per me si tratta di un’occasione importante per conoscere meglio i giovani».

Il tema che sarà affrontato durante i giorni di fraternità, di fronte a uno dei più bei panorami del Trentino, è coraggioso ma diretto:

«Abbiamo deciso di improntare il campo su Gesù, partendo dalla sua storicità, passando agli “indizi” della resurrezione, in quanto per la fede è fondamentale se Gesù sia risorto oppure no. I ragazzi, oggi, mettono infatti tanti punti di domanda sull’esperienza di fede. Gli indizi e i dati non bastano per credere: l’ultimo passaggio del campo verterà sull’incontro con Cristo e sulla vita spirituale. Vedremo cosa tutto questo muoverà dentro di loro».

Si direbbe un campo di “secondo annuncio”, dato che si tratta di ribadire l’abc della cristianità a giovani che in teoria già la conoscono. Ma forse non è così
«Ci sono caratteri di secondo annuncio, ma anche di primo. Le cose più normali che prima si sapevano sulla fede ora non si conoscono più, inoltre c’è una grossa diffidenza nei confronti della chiesa, che di fatto complica l’operato».

A Legnaro, paese vivo, con “tanta voglia di fare bene”, non basta più la forza trainante della tradizione
«Un po’ alla volta – osserva don Alessandro Piran – è rimasto solo il dovere e si è svuotato il senso vero della vita spirituale. Chiaro, è una mia interpretazione, ma che sto cercando di capire il modo migliore di annunciare il vangelo a questi ragazzi».
Ragazzi che non sono dei “marziani”: «Spesso sono gli stessi ragazzi che si sono resi disponibili a far partire l’Acr dopo nove anni che non c’era più. Si impegnano molto, e durante il periodo natalizio si sono dati da fare in mille modi, dalla preparazione della veglia al canto della Chiarastella, fino al piccolo presepe vivente della notte di Natale insieme alla pro loco».

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