Minestre di Quaresima e “Ashes… to go”

Mons. Hermann Glettler, vescovo di Innsbruck, non ha esitato un attimo a mettere in pratica quanto ha scritto nella sua lettera per la Quaresima ed è sceso per le strade.

Minestre di Quaresima e “Ashes… to go”

“Gesù può essere descritto come un predicatore itinerante. Ma è stato molto di più. Egli andava in tutti i villaggi e le città per radunare il popolo di Dio. Gesù non ha esitato ad entrare nelle aree degli insediamenti ebraici. Senza timore del contatto e senza riserve religiose. Gesù, uomo di frontiera, ci toglie la paura di andare incontro alle persone. Abbatte le distanze e osa incontrare la gente”. Mons. Hermann Glettler, vescovo di Innsbruck, non ha esitato un attimo a mettere in pratica quanto ha scritto nella sua lettera per la Quaresima.

Mercoledì delle ceneri, dopo la celebrazione nel duomo del capoluogo tirolese, è sceso in strada e si è messo a distribuire ai passanti la “Fastensuppe”, la “minestra di Quaresima”. Lo ha fatto nel centro storico della città, sotto la torre cittadina, a una manciata di metri da quello che è simbolo di Innsbruck, il “Tettuccio d’oro”, l’erker (finestra sporgente) tardogotico che sorge sulla facciata dell’antico palazzo dei conti del Tirolo, il cui tetto è ricoperto di 2.657 scandole di rame dorato.

“La Chiesa è là dove sono le persone” si legge nel post pubblicato dalla diocesi austriaca sulla sua pagina Facebook.

È iniziata così la Quaresima nel capoluogo tirolese. A preparare le zuppe è stato un gruppo di studentesse dell’Hblfa di Kematen, l’istituto agrario, di biotecnologie e nutrizione del Tirolo, mentre il pane è stato regalato da un panificio della città. Registe dell’iniziativa le donne cattoliche della “Frauenbewegung”.

Una tradizione semplice, quello della minestra di Quaresima, che fa riscoprire il significato del digiuno quaresimale. Gustare un piatto di minestra insieme fa riscoprire la bellezza delle cose semplici e dell’incontro con l’altro e offre contemporaneamente la possibilità di dare “sapore” e significato al digiuno. Grazie, infatti, alle offerte raccolte con le “minestre di Quaresima” distribuite a Innsbruck verrà finanziato un progetto di cooperazione allo sviluppo nel nord della Tanzania. Nel Paese africano quasi il 70% degli abitanti non ha accesso alla corrente elettrica. Per accendere il fuoco per cucinare, le donne ogni giorno devono raccogliere grandi quantitativi di legna. Il progetto, portato avanti dall’associazione Wodsta, prevede la costruzione di stufe “a risparmio energetico”, realizzate in mattoni, che evitano la dispersione del calore e in cui è necessario usare meno legna. Un vantaggio per l’ambiente e per le donne, che in futuro trascorreranno meno tempo a raccogliere legna. Producendo meno fumo, inoltre, queste stufe porteranno benefici anche alla salute delle donne.

Quella delle “minestre di Quaresima” non è stata l’unica iniziativa che ha caratterizzato il mercoledì delle ceneri a Innsbruck.

Mentre mons. Glettler distribuiva piatti di minestra ai piedi della torre cittadina, 300 metri più a sud, con “Ashes to go” il rito dell’imposizione delle ceneri lo si è vissuto direttamente in strada. Nei pressi della Colonna di Sant’Anna, in mezzo al viavai della gente, è stata creata una piccola “oasi”, dove, chi ha voluto, ha potuto fermarsi per una breve preghiera e per ricevere le ceneri.

“È necessario lasciare le nostre mura sicure – scrive mons. Glettler nella lettera per la Quaresima – anche se spesso si tirano fuori mille scuse. Costruiamo insieme quella cultura dell’incontro di cui parla Papa Francesco”.

Irene Argentiero

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Fonte: Sir