“Dall’unico altare alle molte case”: il Giubileo diocesano dei ministri della comunione
I ministri straordinari della comunione della Diocesi di Padova si sono ritrovata all’orsa, sabato 3 maggio, per il loro giubileo dal titolo “Dall’unico altare alle molte case”, organizzato dall’Ufficio per la liturgia.

L’avvio alle 9.30 nella chiesa-santuario con l'intervento del vescovo Claudio Cipolla. «La Chiesa sta cambiando, lo sappiamo, i fedeli diminuiscono così come chi sceglie la strada del sacerdozio, si fanno strada nuove forme di spiritualità ed è sempre più difficile parlare a giovani e ragazzi: ma il Vangelo non è in discussione e neanche l'unità dei cristiani, che è opera di Dio – ha evidenziato il vescovo – Vedo delle positive leve di cambiamento emerse dal recente Sinodo di Padova, in particolare per la parte che riguarda i ministeri battesimali, che sono cinque: liturgia, annuncio, carità, gestione economica e comunione/collegamento. I ministeri dei battezzati si espliciteranno all’interno di equipe generate nelle comunità, in cui immagino inserito anche il servizio dei ministri della comunione, persone che a partire dall'eucaristia domenicale portano il segno della fraternità e dell'amicizia ad anziani e ammalati che non possono partecipare alla messa ma che sono parte integrante della comunità».
Mons. Cipolla ha snocciolato alcuni numeri che mettono in relazione il contesto di oggi con quello di cinquant’anni fa: nel 1972 i preti a Padova erano circa 950 con l’aggiunta di 450 religiosi e di 5 mila religiose; oggi i preti sono rimasti 546 (molti sono anziani), circa 200 religiosi e 1.400 religiose. Questo non ci deve scoraggiare, ma al contrario, dev’essere pensato come opportunità di cambiamento, di riorganizzazione, come in fondo hanno fatto gli apostoli quando hanno istituito, per esempio, il diaconato (At 7).
La mattinata è proseguita con la preghiera dell'ora terza, guidata da mons. Roberto Ravazzolo, direttore dell'Opsa e con un intervento di don Gianandrea Di Donna (responsabile dell’Ufficio per la liturgia), un excursus sui primo secoli della Chiesa, in particolare quando la sede papale si trovava a San Giovanni in Laterano e il papa inviava i suoi diaconi nelle comunità ecclesiali a portare l’eucaristia, affinché si sentissero parte di un’unica Chiesa, un’unica famiglia.
Infine, l’intervento di suor Elena Massimi, presidente dell'Associazione professori di liturgia che ha posto l’accento sulla centralità di portare l’eucaristia a malati e anziani a partire dalla messa domenicale (non in altri momenti), argomentando l’essenza che è racchiusa nel rito domenicale dell’eucaristia, Pasqua settimanale, celebrazione della morte e risurrezione di Cristo.
Nel pomeriggio, la messa nella chiesa-santuario è stata la conclusione solenne della giornata giubilare, con il momento emozionante della benedizione delle teche utilizzate per portare l’eucaristia, che i ministri erano stati invitati a portare con sé. La giornata, terminata poco dopo le 16, ha offerto ai presenti l’opportunità di ottenere l’indulgenza plenaria, che viene concessa, per l’Anno santo 2025, a coloro che partecipano incontri di tipo spirituale, con l’aggiunta delle altre condizioni previste.