Alla ricerca della coscienza. Un giovane ricercatore tenta di trovare il senso della vita e del pensiero in "Le rivelazioni" di Erik Hoel

Un libro che riesce a darci una nuova angolatura narrativa, i cui limiti divengono sottili e attraversabili.

Alla ricerca della coscienza. Un giovane ricercatore tenta di trovare il senso della vita e del pensiero in "Le rivelazioni" di Erik Hoel

Un giovane, promettente ricercatore di neuroscienze abbandona una carriera brillante, se ne va, vagabonda, passa la notte in macchina, viene bullizzato da una banda di violenti, viene a sapere di essere stato chiamato in un progetto che apparentemente tenta di scoprire le origini scientifiche della coscienza, ma che in realtà tenta di intraprendere nuove strade per una ricerca di nuovi spazi legati al mondo dell’interesse e del mercato a tutti i costi.

Esperimenti giorno e notte sugli animali, sfruttamento del bisogno dei giovani ricercatori di aggiungere altri punti al loro curriculum, compromessi mica tanto occulti con l’economia e la politica mainstream, strani movimenti, sparizioni di senza tetto e morti apparentemente accidentali di ricercatori creano una atmosfera in cui noir, scienza, filosofia, letteratura, concrete scelte ai bivi della vita si fondono.

Eppure Le rivelazioni, del giovane neuroscienziato americano -ha da poco superato la trentina-  Erik Hoel, rappresenta qualcosa che va oltre, perché riesce a darci una nuova angolatura narrativa, i cui limiti divengono sottili e attraversabili, pur rimanendo strutturalmente ancorati ad una naturale conoscenza delle ricerche neuroscientifiche. Riuscendo tra l’altro a sfuggire alla sirena dell’esclusiva trattazione scientifica ma anche alla tentazione di porre Socrate e Platone, Wittgenstein, Gertrude Stein e Picasso come scommessa vincente contro un sistema di ricerca ancora legato al meccanicismo e al determinismo. Kierk è convinto che “finchè non troveremo una teoria della coscienza, siamo come la fisica prima dell’avvento di Newton, la biologia prima di Darwin”.

In tutto il romanzo non c’è un vinto -il giovane ricercatore solo in apparenza lo è- e nè un vincitore, anche se il Sistema meduseo, in grado di afferrare e avvelenare qualsiasi realtà, lo sembrerebbe. Il grande dubbio del giovane inquieto ricercatore, cui il professore ha vietato di leggere di filosofia e narrativa, come se fossero tentazioni del maligno, ha lo stesso peso dei grandi dubbi che hanno fatto la storia dell’uomo. C’è una coscienza nelle piante? Che cosa significa la gestualità di alcune scimmie antropomorfe? Qual è il peso degli oggetti nella nostra vita? Ed è davvero l’amore quello che lentamente stiamo codificando con una serie di regole e limiti?

Tutti questi interrogativi aleggiano senza risposta, perché le risposte in le rivelazioni fanno parte di un complesso e lento sistema non binario di interazione in cui non regna la somma aritmetica degli elementi, ma una reciprocità che porta ad altri sistemi complessi in cui ciò che chiamiamo passato, presente e futuro sono in costante scambio. Proust, Bergson e prima di loro San Paolo e Sant’Agostino non sono passati invano.

Eric Hoel, Le rivelazioni, Carbonio, 409 pagine, 18 euro

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Fonte: Sir