E se la quarantena facesse vacillare internet?

Smart working, videochat, lezioni in streaming e serie tv ad alta definizione rischiano di far collassare la nostra rete internet?

È la domanda che si stanno ponendo in molti, specie a leggere i numeri messi a disposizione dai gestori della rete.

E se la quarantena facesse vacillare internet?

Se la rete internet fosse un acquedotto, è come se tutti avessimo aperto in contemporanea i rubinetti di casa col rischio di ridurre la pressione e lasciare qualcuno senza acqua. 

Per comprendere la situazione di queste ultime settimane e il timore che si va diffondendo, l’esempio dell’acquedotto è un’utile semplificazione.

Per scongiurare il rischio di un sovraccarico, specie nelle ore serali in cui i più si connettono a Netflix  per guardare serie tv e film in streaming, l’Europa ha chiesto e ottenuto la limitazione dell’alta definizione.

Arrivederci, HD

La notizia della sospensione temporanea dell’alta definizione da YouTube non arriva così imprevista ma è un chiaro segnale dei tempi che corrono.

Dopo anni passati a rincorrere la massima risoluzione possibile nei contenuti multimediali online — talvolta, se è concesso dirlo, anche a scapito della qualità complessiva del prodotto — l’inversione di tendenza è netta: la popolare piattaforma video di proprietà di Google ha abbassato lo standard video per evitare la congestione della rete.

«Riteniamo — ha reso noto Netflix, il colosso dello streaming online, ripreso da la Stampa  — che abbassare il bitrate ridurrà il traffico Netflix sulle reti europee di circa il 25% garantendo al contempo una buona qualità del servizio per i nostri utenti».

I numeri

Secondo i dati a disposizione, l’aumento di traffico online sarebbe dovuto principalmente all’intrattenimento, ai giochi e ai social network.

L’aumento del consumo dei dati è cresciuto del 30% rispetto al mese scorso e del 65% rispetto ad un anno fa, sospinto dalla forte crescita del gioco online +90%, streaming video +30% e social network +80%. Complice l’elevato numero di accessi in smart working, anche gli upload sono aumentati del +40%.

«Normalmente per noi il picco del traffico è il Capodanno — spiega Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook, ripreso da la Repubblica — praticamente tutti allo stesso tempo vogliono mandare un messaggio a tutti e scattare un selfie da inviare alla propria famiglia ovunque si trovi. Oggi in certi Paesi come il vostro siamo ben oltre quel picco».

I rischi di una caduta

Qualora dovesse verificarsi un rallentamento generale o, nell’ipotesi più catastrofica, un blocco della rete tale da compromettere la fruibilità dei contenuti, i rischi per il paese sarebbero notevoli.

L’intera scuola italiana, solo per fare un esempio, ha compiuto nelle ultime settimane un vero e proprio trasloco, sfruttando le opportunità della videoconferenza.

Discorso analogo per le grandi imprese che hanno, spesso in fretta, messo in piedi sistemi di smart working in grado di far lavorare parte dei propri dipendenti online.

Tutti i servizi vitali, insomma, passano per la rete internet e una caduta generalizzata del servizio — l’ipotesi peggiore e, a tratti, fantascientifica — finirebbe per compromettere il cuore della nostra economia e recidere le catene di comando del paese.

«L'Europa e il mondo intero — ha dichiarato il commissario europeo per il Mercato interno e i servizi, Thierry Breton, qui ripreso dall’Agi — si trovano  ad affrontare una situazione senza precedenti. I governi hanno adottato misure per ridurre le interazioni sociali per contenere la diffusione di Covid-19 e per incoraggiare il lavoro a distanza e l'istruzione online. Piattaforme di streaming, operatori di telecomunicazioni e utenti: tutti abbiamo la responsabilità di adottare misure per garantire il regolare funzionamento di Internet durante la battaglia contro la propagazione dei virus».

Tutto ciò dovrebbe far riflettere l’opinione pubblica sull’importanza delle reti strategiche per il paese: gasdotti, elettrodotti, acquedotti e anche reti internet. L’importanza di investire nel loro potenziamento, specie nelle zone interne del paese, si dimostra proprio in queste situazioni d’emergenza dove il ricorso al digitale è spesso l’unica speranza per conservare una parvenza di normalità alle nostre vite.

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