Il Portello e le sue antiche processioni rivivono negli scatti di Renzo Saviolo

La mostra “Le antiche processioni del borgo Portello”, aperta al pubblico fino al 29 ottobre nel restaurato oratorio della Beata Elena, raccoglie 24 foto in bianco e nero del fotografo Renzo Saviolo sull'antica processione dell'Immacolata. Una finestra sul passato, attraverso la devozione di una comunità oggi quasi svanita.

Il Portello e le sue antiche processioni rivivono negli scatti di Renzo Saviolo

Un angolo di Padova svanito, con la sua umanità, la nebbia poetica e avvolgente, le luci soffuse della notte e la devozione religiosa degli abitanti.
Il fascino di un’epoca di cui è rimasto solo una flebile eco torna a rivivere grazie alla mostra Le antiche processioni del borgo Portello, realizzata nel restaurato spazio dell’oratorio della Beata Elena, in via Belzoni, attraverso scatti d’epoca del fotografo Renzo Saviolo. Una serie di 24 foto realizzate in bianco e nero, a metà degli anni ‘50, che immortalano istanti della processione dell’Immacolata che fino al 1969 si snodava tra le vie del quartiere.

Poliedrica figura artistica tra pittura, scultura, fotografia e poesia, Renzo Saviolo, con la sua Leica, poco più che ventenne, è rimasto attratto dal Portello.
Un luogo che «pareva vivere come un’isola nel tempo, rappresentando una testimonianza di altri valori e di altra umanità»: la sua preziosa documentazione neorealista, infatti, ha colto sfumature e tratti di uomini e donne in festa, mentre sullo sfondo emergono tutte le difficoltà dell’immediato dopoguerra.
Attraverso la lente del fotografo nato a Venezia nel 1934, è così possibile addentrarsi tra le rughe e l’espressione prostrata del portatore anziano oppure tra la folla attorno al fercolo caricato in spalla dai portatori vestiti con tipici costumi settecenteschi, passando per le bambine con abiti bianchi che sfilano dietro una croce o la sosta della processione sul ponte accanto alla Porta Ognissanti, fino a scorgere il cane accanto al suo padrone mentre, accovacciato, chiede l’elemosina ai passanti.

Il borgo del Portello, prima della decadenza degli anni ’70 e dell’abbandono degli abitanti, ha resistito per decenni all’avvento della modernità e ai cambiamenti sociali che hanno portato via via il disgregarsi dei valori e della tradizione.

«Questo non è un posto anonimo, ma trasmette lo spirito dei luoghi che è anche lo spirito della gente – spiega il fotografo Renzo Saviolo – È stato uno degli angoli di Padova più animato e pieno di umanità, cordone ombelicale che legava la città a Venezia con tutta l’influenza e i benefici economici. Ma anche nell’antichità quest’area era attraversata dalla via Annia, arteria principale in epoca romana».

L’esposizione, che rimarrà aperta fino al 29 ottobre, è organizzata dalle associazioni Fantalica e Progetto Portello con l’intento di recuperare il ricordo del quartiere padovano ultimo testimone dei cambiamenti e del mutamento cittadino.
«L’intenzione di realizzare questa mostra va avanti da otto anni – continua Saviolo – ma non si è mai avuto uno spazio idoneo prima d’ora. Era importante che ci fosse un luogo dedicato alla memoria, un coagulo tra passato e presente e mi auguro che gli abitanti del Portello possano far loro questa mostra e continuare a custodire un valore prezioso di umanità e storia».

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