Protesta agricoltori Cia all'Avepa: «Subito i contributi 2015»

Le cause dei mancati pagamenti dei contributi previsti dalla Pac sono imputabili alla burocrazia di Agea che, soltanto nel 2015, ha emanato 35 decreti per individuare le superfici beneficiarie.

Protesta agricoltori Cia all'Avepa: «Subito i contributi 2015»

All’indomani del partecipato presidio di mercoledì 20 aprile davanti alla sede centrale di Avepa (Agenzia veneta per i pagamenti in agricoltura, ovvero l’ente strumentale istituito della regione del Veneto per svolgere le funzioni di organismo regionale erogatore degli aiuti, dei premi e dei contributi nel settore agricolo), organizzato dalla Confederazione italiana agricoltori della regione Veneto in via Tommaseo a Padova, a rispondere alla domanda sul perché di questa composta, ma ferma manifestazione, sono i vertici regionali della Cia.

Ormai da troppo tempo migliaia di aziende agricole sono in attesa del pagamento dei contributi relativi alla domanda unica del 2015, unica possibilità, in questo particolare momento congiunturale, di poter disporre di liquidità per pagare fornitori e mutui bancari. «Il fenomeno – spiega il direttore di Cia Veneto Claudio D’Ascanio – del mancato pagamento di quanto previsto dalle normative comunitarie e nazionali interessa l’intero paese, e in particolare migliaia gli agricoltori veneti che non hanno ricevuto neppure un centesimo di euro a fronte di un totale di circa 200 milioni di euro. Vale a dire che la percentuale delle domande pagate fino a oggi, con importi pari solo al 40 per cento del contributo, è solo il 35 per cento di domande totali».

«La situazione – spiega ancora il direttore di Cia Veneto di concerto con il presidente della confederazione veneta, Flavio Furlani – mette inoltre in risalto le criticità del complesso passaggio alla nuova Pac 2014/20 adottata dall’Europa. Soprattutto in considerazione che ad aprile degli anni passati, in Veneto, era stato erogato il 90 per cento degli aiuti con una somma pari a oltre 300 milioni di euro».

La causa dei ritardi sta tutta in una gestione burocratica che soffoca le aziende agricole e la responsabilità di questo stato di cose è soprattutto ascrivibile ad Agea (Agenzia nazionale per le erogazioni in agricoltura). Basti pensare che dal 2015, per individuare la superficie per cui si ha diritto alla contribuzione, sono stati emessi ben 35 decreti. Particolarmente grave, poi, è che a tutt’oggi non si sia in possesso del valore dei titoli definitivi necessari per definire tutti i pagamenti. «Su questo fronte – sottolinea D’Ascanio – Avepa dovrebbe dunque superare le difficoltà esistenti procedendo con pagamenti fino al 90 per cento dei contributi, salvo risolvere successivamente le numerose anomalie che il sistema stesso ha creato e che tutto può definirsi tranne che un modello di semplificazione». Quella sburocratizzazione alla quale il paese non sembra proprio volere rinunciare.