Fairphone, 25 mila richieste d'acquisto per il primo telefono etico
Sono già state 25 mila le richieste di acquisto via web dello smartphone etico che contiene coltan proveniente da circuiti di commercio equo e solidale. Nato in Olanda nel 2010, Fairphone promuove trasparenza e tracciabilità dei minerali usati. A breve la seconda produzione

Fairphone, il “telefono etico” che contiene coltan proveniente da un circuito del commercio equo e solidale, è già sold out. In questi giorni sono arrivate a 25 mila le prenotazioni via web, un vero boom di acquisti, che non deve però scoraggiare chi ancora non è riuscito a rientrare tra i primi fortunati. I suoi creatori infatti hanno già annunciato che partirà a breve una seconda produzione.
Lo smartphone etico, che nasce in Olanda nel 2010 grazie all’intuizione del designer Bas van Abel e del giornalista Peter van der Mark, è qualcosa di più di un semplice telefono, è un inizio, come si legge nella pagina ufficiale del prodotto. L’inizio di una nuova economia basata su valori comuni, su un nuovo modo di fare e di pensare che fanno della trasparenza l’obiettivo principale da perseguire, affinché le persone siano davvero consapevoli dei prodotti che acquistano e usano. L’80 per cento del coltan, il minerale utilizzato per la produzione di smartphone, tablet e pc, proviene infatti dalle miniere del Congo, dove si può acquistare a prezzi stracciati in circuiti illegali e di sfruttamento. Per questo motivo è fondamentale garantire tracciabilità dei minerali e transazioni commerciali trasparenti, sensibilizzando l’opinione pubblica su quello che accade in paesi come il Congo, dilaniato da una guerra civile che dura ormai da vent’anni e su cui gli interessi economici che regolano il mercato dell’hi-tech hanno steso un velo di silenzio. Ad affermarlo è l’informatico e attivista congolese John Mpaliza, in un’intervista apparsa ieri sulla rivista on line dei Volontari per lo sviluppo, secondo il quale solo quando sarà possibile certificare la tracciabilità dei prodotti il consumatore potrà avere piena libertà e consapevolezza nella scelta di quali prodotti comprare e di quale invece boicottare perché legati al traffico armato e illegale.
Creare un’alternativa al mercato degli smartphone secondo i principi del commercio equo e solidale. È questa la visione del team di Fairphone, secondo cui la scelta di un modello di business “conflict free” può davvero fare la differenza nel miglioramento delle condizioni lavorative e ambientali in Congo e in Cina, due paesi noti per il mancato rispetto dei diritti fondamentali e delle convenzioni internazionali nell’ambito dei rapporti commerciali. Tra i partners di Fairphone due associazioni congolesi, la Conflict free tin initiative e il Solution for hope project, che si occupano di certificare che il coltan non abbia alle spalle storie di sfruttamento e schiavitù, e la compagnia cinese A’Hong, produttrice di tecnologia mobile tra Shenzhen e Chongqing, i cui stabilimenti vantano condizioni di lavoro basate sul codice di condotta promosso dall’Ethical trading initiative.