Sonda Rosetta: ad agosto la missione Esa entrerà nel vivo

Ad agosto entrerà nel vivo l’attività del modulo Philae sganciato, lo scorso novembre, dalla sonda Rosetta, che fluttua nello spazio dal 2004 per raccogliere dati e osservazioni interessanti sull’origine delle comete e il loro ruolo nella composizione del sistema solare. E Rosetta ha anche un forte legame con Padova, dove il centro interdipartimentale di studi e attività spaziali Cisas Colombo ha ideato e realizzato alcune delle sue strumentazioni.

Sonda Rosetta: ad agosto la missione Esa entrerà nel vivo

L’attenzione è già stata calamitata una prima volta su Philae, il modulo sganciato dalla sonda Rosetta, a novembre, quando fortuitamente è atterrato sulla cometa 67P Churyumov-Gerasimenko incagliandosi su uno spuntone di roccia dove purtroppo non riesce a utilizzare i pannelli solari per ricaricarsi di energia (visto che l’esposizione al sole è solo di 90 minuti al giorno). Anche se, dunque, l’attività è relativamente compromessa, gli scienziati della missione spaziale Esa stanno continuando a lavorare aspettando il culmine di agosto, esattamente il 13, quando la cometa 67P passerà alla minima distanza dal sole (185 milioni di chilometri). «Ci aspettiamo che da oggi fino ad agosto le attività della cometa, che si trova attualmente a 420 milioni di chilometri dalla nostra stella – spiega Cesare Barbieri, studioso senior dell’università di Padova, già direttore dell’osservatorio astronomico patavino e del telescopio nazionale Galileo alle Canarie, responsabile scientifico della strumentazione padovana del modulo Osiris rimasto nella sonda madre – vadano progressivamente crescendo, con la modifica del nucleo e la perdita sempre più imponente di polveri e gas, che saranno oggetto dell’analisi delle due telecamere “nostre”».

Si tratta della Wac, Wide angle camera, ad ampio angolo di vista, progettata e realizzata dai ricercatori padovani, e della Nac, Narrow angle camera, che ha una risoluzione cinque volte maggiore. Il centro di ateneo per gli studi spaziali Cisas Colombo ha fornito l’otturatore con la sua elettronica e il meccanismo di apertura delle camere. La Wac in particolare ha il compito di ottenere foto nello spettro visibile e nell’ultravioletto del nucleo e dei gas cometari della chioma e della coda per ricostruire la forma tridimensionale della cometa e studiarne la composizione.

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