Un "assaggio" di Cracovia a Bielsko. Un mare di bandiere e preghiera in tante lingue.

Una spianata, un palco, un maxischermo, migliaia di giovani e le bandiere di una trentina di paesi diversi. Non è ancora la Gmg vera e propria, quella che si aprirà martedì a Cracovia, ma la festa di chiusura del gemellaggio tra la diocesi di Bielsko-Zywiec ne sembra quasi un assaggio.

Un "assaggio" di Cracovia a Bielsko. Un mare di bandiere e preghiera in tante lingue.

Festa di piazza a Cieszyn

I 371 pellegrini padovani sono stati ospiti fino ad oggi in quattro parrocchie della città di frontiera di Cieszyn. Sabato sera, per loro, nella piazza principale del paese è stata organizzata una festa con balli popolari e balli di gruppo moderni che vanno per la maggiore tra la gioventù cattolica polacca. Valorizzato anche il teatro – orgoglio e punta della cultura polacca – con un monodramma sulla Divina Misericordia che a quanto pare ha fatto il giro delle prigioni del circondario per il Giubileo delle Carceri qui in Polonia. Anche agli italiani sono state richieste delle esibizioni, e i padovani hanno risposto con proposte di qualità assoluta, con un coro che ha intonato “Volare”, i giovani di Mestrino con la break dance e per finire, tra bans e voci sguaiate, anche l’impeccabile perfomance di preti ed educatori riuniti in un ensemble improvvisata che ha intonato il classico alpino “Quel mazzolin di fiori”. Si vocifera  che il video abbia già girato mezza Italia.

Sicurezza prima di tutto

Dopo una domenica mattina in parrocchia per ascoltare la Santa Messa – rigorosamente in polacco – si chiude in bellezza con questo “anticipo” di Cracovia e di Campus Misericordiae. I giovani, prima di entrare nel plesso di Jasenica che ospita anche un palazzetto dello sport dove gioca pure una squadra di pallavolo della Serie A polacca, vengono controllati da cima a fondo, con metal detector e l’apertura degli zainetti. E man mano che entrano i pellegrini la montagnola di borracce scartate aumenta di altezza.

Un mare di bandiere

All’ingresso si assiste allo spettacolo di centinaia di bandiere sventolanti, elemento più che iconico in questi eventi mondiali. Davanti ai padovani slovacchi e francesi, che improvvisano piramidi umane sullo stile delle fiere di paese, a tre livelli, per far arrivare più in alto il loro tricolore. Tantissime anche le bandiere dai pesi del sud-est asiatico, ma non manca il Canada, la Romania e il Portogallo. Quando dal palco chiamano per nome i lusitani piovono fischi dai numerosi francesi, ma bisogna perdonarli: la ferita degli Europei è ancora troppo fresca. C’è pure qualche bandiera della Cina, terra da sempre nel cuore di Papa Francesco, che sarà lieto di vederle a Campus Misericordiae. Gli amici della diocesi di Venezia non hanno rinunciato ad affiancare al tricolore italico anche il Leone di San Marco.

Il rito dell’incontro

L’incontro con i pellegrini da altri paesi contempla un rituale ormai codificato: all’esibizione della bandiera segue la tipica domanda “Where are you from?”. Poi, un selfie, uno scambio di souvenir (santini, bandiere, e, per i più arditi, i cappelli) e dei contatti social, per ritrovarsi, chissà, un giorno.

Tanta musica, linguaggio universale che mette tutti d’accordo. Poi, quando la musica si unisce all’altro linguaggio universale – quello della fede – l’atmosfera si calma e si riscalda per fare spazio a chi ha invitato tutti a questa festa.

Mentre qui ci si diverte e si prega nel territorio della diocesi di Padova 1058 pellegrini, divisi in 22 pullman, stanno partendo alla volta della Polonia. Ci raggiungeranno domani mattina a Cieszyn per la messa in piazza presieduta dal Vescovo Claudio: poi, tutti insieme, ci si imbarcherà alla volta di Proszowice, la cittadina a mezz’ora di Cracovia dove risiederanno i 1500 padovani.

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