Visita pastorale a Mestrino e Grisignano dal 19 febbraio al 1° marzo. "Gareggiamo nello stimarci a vicenda"

Visita pastorale. Mestrino, Arlesega, Lissaro, Grisignano e Barbano si apprestano a iniziare la Quaresima con il vescovo Claudio. L'attenzione è puntata su accoglienza e relazioni, il futuro delle comunità passa da qui

Visita pastorale a Mestrino e Grisignano dal 19 febbraio al 1° marzo. "Gareggiamo nello stimarci a vicenda"

Dal 19 febbraio al 1° marzo il vescovo Claudio raggiungerà le comunità di Mestrino, Lissaro, Arlesega, Grisignano e Barbano. Cinque parrocchie in un’area di confine: tre parrocchie in provincia di Padova e due sotto Vicenza. A fare unità è l’appartenenza al vicariato di Montegalda.

Mestrino (8 mila abitanti) la parola chiave è accoglienza. Roberto Cavestro, vicepresidente del consiglio pastorale, lo testimonia: «Io stesso non sono di Mestrino, ma mi sono sentito accolto per davvero e le persone che nel passato hanno ricoperto incarichi di responsabilità sono tutt’ora presenti. Anche nella sagra c’è collaborazione e la prima serata è proprio dedicata al saluto delle nuove famiglie di Mestrino». Viva, aperta, inclusiva: sono questi gli aggettivi che sceglie per la sua parrocchia. E don Sergio Turato, il parroco, approfondisce: «In comunità grandi come la nostra, e per di più cresciute repentinamente, il rischio è quello di non riuscire a coltivare a dovere le relazioni. I nostri sessanta catechisti seguono annate di 60-65 ragazzi. Accogliere ci serve per non smarrirci in questi numeri. Anche se il futuro non ci lascia tranquilli: nei 17 anni di ministero qui a Mestrino ho visto dimezzare il numero dei battesimi, da una settantina ai 33 del 2019. E non si tratta della scelta dei genitori di non battezzare o di rimandare il sacramento. I bambini proprio non ci sono».

La proiezione della tendenza demografica impatta direttamente sulla scuola dell’infanzia. La realtà è florida, ma le sei sezioni più la sezione primavera stanno “dimagrendo”. La realtà giovanile, seguita dal vicario parrocchiale don Federico Talone, conta quest’anno due nuovi gruppi giovani dai 18 in su, e poi ci sono i gruppi giovanissimi. Il grest? 340 ragazzi seguiti da 90 educatori. Don Federico, a Mestrino da due anni, vede «una comunità in crescita che si lascia provocare. Ci sono moltissime persone generose, pronte a mettersi in gioco: abbiamo solo bisogno di uscire dai nostri confini, per incontrare altre esperienze e crescere».

Che cosa significa oggi annunciare il Vangelo? «Formule magiche non ne esistono – riprende don Sergio – Possiamo dire però che l’aspetto esperienziale è fondamentale, e su questo abbiamo impostato il tempo della fraternità che ci sta molto a cuore. Così anche gli educatori, ai ragazzi di terza media lo scorso anno hanno proposto un cammino ricco di testimonianze. C’è una forte interazione con la Caritas: i ragazzi dell’Ic aiutano a preparare e distribuire le borse alimentari e incontrano anziani e malati».

«Siamo convinti che il futuro passi per i ministeri e credo che la comunità non avrebbe difficoltà ad accettarli – conclude Roberto Cavestro – Tutto passa però da quel verso di Paolo ai Romani: “Gareggiate nello stimarvi a vicenda”. È così che le competenze dei giovani e l’esperienza dei vecchi diventano carismi, se no si creano invidie e dissidi».

Arlesega vive invece un’attesa doppia. C’è quella per don Claudio che arriva da “figlio, fratello e padre” per condividere un pezzetto di vita ordinaria della parrocchia. Ma poi c’è quella del tutto straordinaria: a giugno, il giovane parrocchiano Luca Gottardo sarà ordinato prete. E sarà il secondo sacerdote in dieci anni, dopo don Giovanni Molon, oggi assistente in seminario maggiore. «L’ordinazione sta generando grande unità in una parrocchia davvero attiva – commenta don Silvano Silvestrin, amministratore parrocchiale – Acr, giovanissimi, animatori, tutto è in fermento ormai da mesi per il futuro prete novello, ma il tratto distintivo di questa comunità è l’impegno che anche gli adulti profondono negli organismi di comunione. In vista della creazione dei ministeri laicali, siamo consapevoli, la buona volontà non basta, serve formazione e io credo che sia il momento di partire».

Don Adriano Bottaro Sabadin è collaboratore pastorale: «L’iniziazione cristiana da noi è ben avviata per i sette-otto ragazzi che nascono ogni anno. Il fatto interessante è che i genitori si fermano e partecipano agli incontri, da qui la proposta assume molto spessore presso i piccoli».
Forme di collaborazione con Mestrino sono già in atto, specie sul fronte formativo, e, riprende don Silvestrin, «probabilmente il futuro sarà di una maggior integrazione su quel versante. Certo dopo quattro anni “sospesi” dalla morte di don Paolo Bellot i parrocchiani attendono indirizzi dal vescovo».

La vicina Lissaro ha nell’iniziazione cristiana e nelle esperienze offerte ai giovani il proprio fiore all’occhiello perché possano sperimentare la gioia della condivisione e la bellezza della fede. «Nel prepararci alla visita del vescovo Claudio abbiamo avuto modo di fare memoria e mettere insieme fatiche e frutti dei vari cammini dei gruppi che già lavorano in sintonia tra di loro – commenta l’arciprete don Paolo Zordan – Così si è creata sinergia tra i giovani e gli adulti come esempio e cura verso i più piccoli, rendendo più chiaro che le relazioni e il confronto con la Buona notizia del Vangelo sono il fondamento di una comunità cristiana». E mentre si attende il vescovo soprattutto per un incoraggiamento nel cammino da percorrere si mette a frutto il tanto bene fatto dai laici, attivi oltre che nella catechesi, nell’Ac e negli scout, anche nella liturgia, nelle missioni, nella Caritas, nell’associazione Noi e nell’Atletico. «Nel futuro ci immaginiamo sempre più come una famiglia parrocchiale – conclude don Paolo – Attraverso esperienze di fede condivisa offriamo accoglienza e sostegno alle famiglie nelle loro diverse realtà, e nella pratica della carità ci poniamo a fianco di chi è più in difficoltà».

Oltre il confine provinciale, Grisignano offre di sé l’immagine di una comunità in cammino, «con tutte le caratteristiche del cammino: le energie, le pause in cui ci si rifocilla, i tratti più semplici e le salite più dure in cui è necessario tirare fuori anche le ultime riserve», riflette il giovane parroco don Angelo Passarotto. «Facciamo nostra l’icona dei discepoli di Emmaus: il Signore ci accompagna, ci precede anzi e ci spiega la Parola. A noi il compito di riconoscerlo nei riti e nella carità fraterna».

«Grisignano non attraversa un momento semplice – aggiunge il vicepresidente del consiglio pastorale Roberto Broetto – La popolazione stagna, non giungono nuove famiglie. C’è un buon numero di stranieri che incontriamo specialmente grazie alla scuola dell’infanzia, ma non c’è vera condivisione. Ci sono però dei giovani validi, che si danno da fare per raccogliere il testimone dagli adulti e un giorno essere protagonisti».

La parola chiave qui è relazioni: quelle umane, anzitutto, che come in ogni comunità hanno bisogno di crescere. E poi quelle tra parrocchie: delle tre comunità del comune quella di Pojana del Granfion appartiene alla diocesi vicentina. «Dal vescovo attendiamo un‘iniezione di coraggio e di speranza», sottolinea Roberto. E don Angelo: «Ci aspettiamo da lui un tono esortativo, che ci confermi nella fede e incoraggi a vivere l’essenzialità del nostro essere cristiani: non ci sono ricette pronte, dipende da noi». L’iniziazione cristiana poi offre agli adulti momenti di confronto e ascolto. Si genera cammino, manca però la continuità dopo i cinque anni. «Il nostro sogno – conclude don Angelo – è di vedere anche una piccola parte di adulti rigenerarsi nella fede. Sarà anche solo una piccola percentuale? Non importa, questa feconderà la Chiesa. Il nostro impegno è per questo».

La piccola Barbano infine si percepisce a uno snodo centrale della propria storia: «Attendiamo il vescovo con mille domande – confessa Davide Calgaro, vicepresidente del consiglio pastorale – Come potremo essere comunità in un futuro senza bambini? Negli ultimi cinque anni abbiamo visto le generazioni passare da nove-dieci nati a due-tre. Per questo la nostra iniziazione cristiana si svolge in toto a Grisignano». Inoltre, don Silvano Guzzonato, parroco qui dal 2005, si sente un amministratore parrocchiale “in prestito”, avendo rassegnato le dimissioni per raggiunti limiti di età tre anni fa. «Di fatto – prende la palla al balzo don Silvano – abbiamo bisogno assoluto di Grisignano per tutta la pastorale giovanile, ma sappiamo che il vescovo punta molto sul protagonismo delle singole comunità, anche delle più piccole».

Sono due i punti nodali oggi: la corresponsabilità dei laici – mai scontata – e le relazioni interne. Il parroco fa da punto di equilibrio, ma da anni ha iniziato a delegare. «La Chiarastella oggi è gestita in toto da un laico – conferma Davide – e da 40 collaboratori che visitano le contrade. Così anche il gruppo di dieci persone che propongono appuntamenti culinari a scopi benefici, per esempio per la Città della Speranza». Ed è il comitato dei genitori a gestire anche il vero fiore all’occhiello di Barbano, la scuola dell’infanzia con nido integrato che attira bambini da tutto il circondario.

Il vescovo celebrerà le Ceneri a Mestrino e Arlesega

Mercoledì 19 febbraio alle 21 a Grisignano il vescovo incontrerà i referenti parrocchiali di liturgia, annuncio e carità delle cinque parrocchie visitate.

Venerdì 21, sempre a Grisignano, l'incontro con sacerdoti e diaconi.

Sabato 22, alle 9 a Mestrino, don Claudio si confronterà con le famiglie dell'iniziazione cristiana di tutte le comunità.

Il "faccia a faccia" con i giovani, appuntamento fisso in tutti i programmi delle visite pastorali del vescovo, si terrà a Mestrino nella serata di sabato 29 febbraio.

Il Mercoledi delle Ceneri, 26 febbraio, vedrà il vescovo presiedere due celebrazioni, a Mestrino alle 15.30 e ad Arlesega alle 20.

Altre sei tappe per il vescovo da qui all’estate

Sono mesi intensi quelli che attendono il vescovo Claudio per quanto riguarda la visita pastorale. Il mese di marzo lo vedrà impegnato in due tappe agli antipodi del territorio diocesano: dall'8 al 15 infatti sarà nella pedemontana vicentina, a Piovene Rocchette, Grumello, Chiuppano e Carrè; dal 20 al 29 sarà ad Agna, Prejon, Borgoforte, Frapiero, Anguillara, Bagnoli e San Siro.

Dopo Pasqua, dal 17 al 26 aprile, sarà ancora nel Vicentino: Zugliano, Grumolo, Centrale, Zanè e Immacolata di Zanè. Gli ultimi tre appuntamenti dell'anno pastorale vedranno le visite alle parrocchie di Fellette, Romano, San Giacomo e Sacro Cuore (2-10 maggio); Vigonza, Pionca, Peraga, Codiverno, Busa e Perarolo (13-29 maggio); per concludere nel Veneziano con Camponogara, Campoverardo, Prozzolo, Premaore, Calcroci e Lughetto (4-11 giugno).

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