8xmille. “Il desiderio di Barbiana”: a Nazzano un modello concreto di inclusione sociale

Arroccato tra le colline a nord di Roma c’è un piccolo borgo medievale dove l’autismo e il disagio psichico non sono concepiti come barriere, ma punti di partenza per costruire il futuro

8xmille. “Il desiderio di Barbiana”: a Nazzano un modello concreto di inclusione sociale

Arroccato tra le colline a nord di Roma c’è un piccolo borgo medievale dove l’autismo e il disagio psichico non sono concepiti come barriere, ma punti di partenza per costruire il futuro. Siamo a Nazzano dove la cooperativa sociale “Il desiderio di Barbiana” ha trasformato un ex convento in un laboratorio di possibilità, dimostrando ogni giorno che la fragilità può diventare risorsa. Propone un modello educativo e terapeutico che unisce accoglienza, formazione e autonomia e accompagna i ragazzi in un percorso personalizzato volto a far emergere le potenzialità e i talenti di ognuno.

A crederci è stato Manuele Cicuti, 36 anni, romano, psicoterapeuta e fondatore del progetto che affonda le sue radici nell’esperienza educativa di don Lorenzo Milani. “È una necessità che si è imposta, più che un ideale da raggiungere – afferma -. Nelle comunità dove ero impiegato, alcuni ragazzi venivano allontanati perché ritenuti inadatti. Ma era il contrario: eravamo noi a non essere adatti a loro. Dovevamo cambiare noi”. E così ha fatto.Nel 2019, grazie ai fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica, devoluti dalla

Nel 2019, grazie ai fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica, devoluti dalla diocesi di Civita Castellana, ha promosso un’esperienza che oggi coinvolge bambini, adolescenti e giovani adulti tra i 7 e i 25 anni, autistici o con gravi disagi.

In sei anni le attività si sono moltiplicate grazie alla firma dei cittadini per la Chiesa cattolica: l’agricoltura sociale, il ristorante e agriturismo “FarFood”, il birrificio artigianale “L’Abbarrato”.

Tutto è nato da due strutture socioassistenziali, la comunità alloggio “Antenna 00100” e il gruppo di appartamenti “Antennina 00100”, che accolgono 19 ragazzi in forma residenziale, perché spesso i ragazzi non hanno famiglie in grado di seguirli, e altri 45 in attività diurne e percorsi lavorativi. “Frequentano la scuola da noi, svolgono attività e poi, se possibile, tornano a casa nel week end”, spiega Cicuti. In alcuni casi sono minori affidati dal tribunale, in altri famiglie che chiedono aiuto ai servizi per situazioni troppo complesse da gestire da sole. I fondi 8xmille hanno consentito innanzitutto di inaugurare le due strutture e successivamente di avviare i progetti (nel 2024 sono stati destinati alla cooperativa 32mila euro). L’agricoltura sociale è stato il punto di partenza, seguito dalla nascita del birrificio “L’Abbarrato” nel 2020. Oggi i giovani coinvolti seguono ogni fase della produzione: dalla scelta delle materie prime alla vendita della birra online, passando per l’etichettatura e la promozione. Il terzo progetto è il “FarFood”, agriturismo inaugurato nel 2022, che unisce cucina a km zero e coltivazioni biologiche curate dagli stessi ragazzi. I piatti, serviti nei weekend tra primavera e autunno, nascono da ciò che viene coltivato nei campi della cooperativa.

A giugno sarà inaugurata a Bracciano una nuova comunità pensata solo per i più piccoli. “Accoglieremo 12 bambini in lista d’attesa – dichiara Manuele Cicuti -. Il nostro obiettivo è arrivare a tre case distinte: per bambini, adolescenti e giovani adulti. Così possiamo costruire progetti di vita personalizzati e continui”. È una visione alimentata dal desiderio di costruire, passo dopo passo, un cammino verso l’autonomia.

“Il nostro lavoro non è circoscritto all’assistenza – prosegue Cicuti -, né vogliamo offrire ai ragazzi solo opportunità di lavoro. La vera sfida è quella di farli sentire parte di una comunità. Troppo spesso le persone con autismo o disagio psichico vengono relegate ai margini della società. Noi vogliamo dimostrare che possono avere un ruolo attivo, costruirsi una professionalità e contribuire al bene comune”.

L’équipe, composta da 40 professionisti tra educatori, psicologi, psichiatri e terapisti, lavora ogni giorno per creare percorsi su misura, integrando anche attività di musicoterapia e riabilitazione con animali. La cooperativa può contare anche su una rete di sette parrocchie e di 20 volontari. “Non conta tanto la specializzazione teorica, quanto il desiderio soggettivo di esserci, di prendersi cura”, afferma Cicuti. A parlare sono le storie, come quella di un giovane arrivato con gravi crisi autolesive, oggi quasi scomparse, o quelle di altri giovani che, una volta terminato il percorso, hanno trovato lavoro, ricostruito relazioni, riconquistato un posto nel mondo.

Roberta Pumpo

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Fonte: Sir