Leone XIV al Regina Coeli. Mons. Ryabukha: “Un richiamo alla coscienza dell’umanità”

Le parole di “pace” del Papa hanno raggiunto anche la città di Kryvyi Rih, nell’estremo est dell'Ucraina dove la gente vive costantemente sotto la pressione dei bombardamenti e dove si è inaugurata una “scuola-rifugio” sotto la parrocchia greco-cattolica di San Nicola. Il vescovo: “L’appello del Papa per l'Ucraina e Gaza ci fa capire che non siamo stati dimenticati”

Leone XIV al Regina Coeli. Mons. Ryabukha: “Un richiamo alla coscienza dell’umanità”

“L’appello di Papa Leone XIV per l’Ucraina e Gaza ci fa capire che non siamo stati dimenticati. Le sue parole sono una invocazione di preghiera al Signore ma anche un richiamo alla coscienza dell’umanità, dei popoli, delle persone. Ognuno, nella propria responsabilità, si è sentito chiamato a fare tutto il possibile perché il bene possa prevalere sempre”. Raggiunto telefonicamente dal Sir, è stato mons. Maksym Ryabukha, esarca della Chiesa greco-cattolica di Donetsk, a commentare l’appello di Papa Leone XIV per “l’amata Ucraina” e Gaza, fatto ieri nel suo primo Regina Coeli. Parole che hanno raggiunto la città di Kryvyi Rih dove il vescovo ha inaugurato e benedetto a Kryvyi Rih un rifugio sotto la parrocchia di San Nicola che servirà per accogliere una scuola. Uno spazio sicuro e confortevole per bambini e genitori costruito grazie alla collaborazione della parrocchia dell’Ugcc con numerose organizzazioni e fondazioni benefiche tra cui anche la “Caritas Kryvyi Rih”.

Le parole di Papa Leone XIV hanno quindi raggiunto anche questo angolo di Ucraina, nell’estremo est del Paese dove la gente vive costantemente sotto la pressione dei bombardamenti e degli allarmi. “Ieri – confida il vescovo – abbiamo sentito nell’appello del Papa al Regina Coeli  la preoccupazione per quanto riguarda tutti i popoli sofferenti che subiscono ingiustamente e in maniera insensata le ferite della guerra. In famiglia si parla di tutto ciò che si vive soprattutto quando ci sono sfide difficili che gettano ombre sulle prospettive future e sui passi da fare. Le parole del Santo Padre ci hanno raggiunto ancora una volta e questo sottolinea l’unità della Chiesa universale”.  

Il vescovo sottolinea in particolare l’appello del Papa per la liberazione dei prigionieri e il ritorno dei bambini alle loro famiglie. “Papa Leone – dice – ha toccato una piaga molto dolente del nostro popolo. Sono circa 16.000 i prigionieri di cui si sa che sono prigionieri. E sono migliaia i bambini rubati alle loro famiglie e portati forzatamente via, dandoli in affido ad altre famiglie e nascondendo ogni traccia della loro origine in Ucraina. Questo è un dramma che fa piangere il cuore. Per questo le parole del Santo Padre sono importanti perché danno voce al dramma che stiamo vivendo”. Su come stanno andando le trattative, il vescovo spiega: “È difficile dire come e a che punto stanno andando gli accordi perché viaggiano nel silenzio della diplomazia. Solo di volta in volta veniamo a sapere chi viene liberato e quando si fa lo scambio. Vorrei però esprimere un sentito e profondo grazie a nome di tutta la nostra chiesa locale, del nostro esarcato di Donetsk, delle persone che vivono qui e delle famiglie che subiscono il dramma della guerra. Vorrei portare al Papa la nostra preghiera per lui e il sentito augurio di buon cammino e di buon servizio pontificale. In questi giorni ho ricevuto tantissimi auguri per Papa Leone. Sono l’espressione di come il popolo di Dio lo ha accolto con tanta gratitudine al Signore, ma anche con tanta gratitudine per la sua vita, per la sua esperienza che ha già vissuto e per il coraggio con cui ha accolto questa nomina e questa elezione. Lo portiamo nella nostra preghiera e affidiamo al Signore ogni suo passo”.  

Al rifugio nella parrocchia di San Nicola è stato dato il nome di “Grotta della natività”. “È la grotta dove è nato Gesù e da dove è partito nella storia un cambiamento globale del mondo. Speriamo e crediamo che questo rifugio possa diventare un luogo di sicurezza e crescita che prefigura la possibilità di un cambiamento anche nel mondo in cui viviamo oggi”.  

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Fonte: Sir