Sede vacante: card. Sandri, “regnare è servire”

“Oggi sono i Padri Cardinali ad essere chiamati a partecipare ai Novendiali, quasi una tappa centrale di questo cammino ecclesiale, stringendosi in preghiera come Collegium e affidando al Signore colui del quale sono stati i primi collaboratori e consiglieri, o almeno hanno cercato di esserlo, nella Curia Romana come nelle diocesi di tutto il mondo”. 

Sede vacante: card. Sandri, “regnare è servire”

Lo ha detto il card. Leonardo Sandri, vice decano del Collegio cardinalizio, nell’omelia della messa in suffragio di Papa Francesco presieduta nella basilica di San Pietro, nel quinto giorno dei Novendiali. ”Idealmente però ciascuno di noi – ha aggiunto – porta le persone per le quali e con le quali è chiamato a vivere il suo servizio: da Tonga con le Isole del Pacifico alle steppe della Mongolia, dall’antica Persia con Teheran al luogo da dove è scaturito l’annuncio della salvezza, Gerusalemme, dai luoghi allora fiorenti di cristianesimo e ora dimora di un piccolo gregge, in alcuni casi segnato dal martirio, come il Marocco e l’Algeria, solo per citare alcune coordinate della geografia che il Santo Padre ha voluto tratteggiare in questi anni convocando frequenti Concistori”. “In tutti questi luoghi e continenti, come in quegli spazi di collegamento che sono gli uffici della Segreteria di Stato e della Curia Romana – l’invito di Sandri – come successori degli Apostoli siamo chiamati ogni giorno a ricordarci e vivere con consapevolezza che regnare è servire, come il Maestro e Signore, che è in mezzo a noi come colui che serve”. “Lo ha vissuto Papa Francesco, scegliendo diversi luoghi di sofferenza e solitudine per compiere la lavanda dei piedi durante la Santa Messa in Coena Domini – il ricordo del porporato – ma anche mettendosi in ginocchio e baciando i piedi dei leader del Sud Sudan, implorando il dono della pace. La tradizione della Chiesa ci suddivide in tre ordini: vescovi, presbiteri e diaconi, ma tutti siamo chiamati comunque a servire, testimoniando il Vangelo usque ad effusionem sanguinis, come abbiamo giurato il giorno della creazione cardinalizia ed è significato dalla porpora che indossiamo, offrendo noi stessi, collegialmente e come singoli, come primi collaboratori del Successore del beato apostolo Pietro”.

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Fonte: Sir