L'editoriale di Marzo
Il vangelo che ogni anno dà inizio alla Quaresima il Mercoledì delle Ceneri ci provoca con un ritornello speciale: «che vede nel segreto». Questo segreto nel testo greco è en tò crypto, quasi a dire “nella cripta”. Le grandi basiliche, infatti, possiedono tre “livelli”: il sagrato, la navata e la cripta che, appunto, di solito è nascosta, è sotterranea.

Il vangelo che ogni anno dà inizio alla Quaresima il Mercoledì delle Ceneri ci provoca con un ritornello speciale: «che vede nel segreto». Questo segreto nel testo greco è en tò crypto, quasi a dire “nella cripta”. Le grandi basiliche, infatti, possiedono tre “livelli”: il sagrato, la navata e la cripta che, appunto, di solito è nascosta, è sotterranea. Il tempo di Quaresima è il tempo della cripta cioè l’invito a scendere in ciò che sta a fondamento della nostra esistenza, in quelle stanze della nostra giornata, dei nostri affetti, delle relazioni più costitutive, della preghiera. Di solito nella cripta di una chiesa è custodito il corpo di un santo, oppure il nucleo più antico o altre testimonianze “originarie”.
Scendere nella cripta della nostra vita significa, dunque, andare di nuovo a bere alle sorgenti della nostra fede, a ritrovare le radici e ciò che sostiene tutta la cattedrale della nostra esistenza. La sobrietà e l’intensità del tempo di Quaresima è un andare insieme come cristiani nella cripta per riscoprire l’unico sguardo incondizionato e benedicente che merita ogni nostra ricerca, quello del «Padre che vede nel segreto». Che possiamo incontrare nella cripta del silenzio, della meditazione, del cuore.
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