Ecuador. San Pablo del Lago e Intag. «La vita in comune ci faceva bene»

Un’esperienza di evangelizzazione breve ma positiva

Ecuador. San Pablo del Lago e Intag. «La vita in comune ci faceva bene»

Il 30 settembre 1980 la diocesi di Padova assunse ufficialmente con un “contratto di collaborazione pastorale” con la diocesi di Ibarra le parrocchie di San Pablo del Lago, Gonzales Suarez e la zona missionaria di Intag, che formano il vicariato foraneo denominato San Pablo e Intag. Vi operarono don Vincenzo Barison, che già era parroco di Gonzales Suarez e che si spostò a Garcia Moreno, la comunità più lontana dal “campo base” di Apuela, don Giorgio Friso, don Arcangelo Rizzato che aveva avuto problemi di ambientazione climatica a Tulcan, don Tarcisio Favaron che, oltre a seguire le parrocchie di Selva Alegre e Vacas Galindo, curava la gestione della casa comune di Apuela. La presenza dei preti padovani in questa zona era propiziata dalle Salesie, che avevano la casa di formazione a San Pablo del Lago, dove divenne parroco don Egidio Leonardi, e che li affiancarono ad Apuela. Nel 1981 arrivò don Eliodoro Varotto e l’anno dopo don Tiziano Cappellari.

Ma con il cambio di vescovo, Padova decise di chiudere l’esperienza del vicariato di San Pablo e Intag per impegnarsi nella periferia di Quito. Dal 1983 al 1990 rimase solo don Eliodoro Varotto che seguiva la pastorale delle piccole comunità di indios sparse su un vasto territorio intorno a Cotocachi, Otavalo e San Pablo.

Don Giorgio Friso, che ha operato cinque anni nella valle del Mira, tre ad Apuela e andrà a fondare la prima parrocchia di Quito, Carcelen, ricorda: «Tra di noi preti c’era un forte rapporto umano e una vita comune ben organizzata, ci sostenevamo reciprocamente con sensibilità e spirito di collaborazione. Condividevamo i problemi delle nostre zone e non ci sentivamo soli. Eravamo anche ben organizzati e nel territorio di Apuela, nonostante il poco tempo trascorso, siamo riusciti ad attivare un vasto circuito di piccole comunità con la loro cappella, i responsabili laici, i catechisti».

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