La luce negli angoli più bui. Le confessioni alla GMG di Lisbona

Le confessioni. In centinaia tra i padovani venerdì 4 agosto hanno ricevuto il sacramento del perdono, a volte dopo mesi o anni dall’ultima volta. Ecco le loro riflessioni

La luce negli angoli più bui. Le confessioni alla GMG di Lisbona

Il venerdì è sempre il giorno delle confessioni. Che si tratti di un grest in parrocchia, di un camposcuola, o per l’appunto un “camposcuola mondiale” come la Gmg, il venerdì, memoria della Passione e della morte di Gesù, è il giorno in cui incontrare il perdono di Dio e incontrare davvero se stessi. Dopo due testimonianze, quella della giovane Giulia Spiandorello di Villa Estense e di don Mattia Francescon della pastorale delle vocazioni, il vescovo Claudio ha letto l’augurio che si era appuntato sullo smartphone per i giovani in procinto di confessarsi. «La grazia, la misericordia e la pace di Dio raggiunga il tuo cuore, anche nei suoi angoli più segreti e anche nelle sue sofferenze più lontane. Questo è il sacramento dell’incontro con il Signore Gesù, e quindi abbi fede. È esperienza di incontro con la Chiesa e quindi abbi coraggio, coraggio delle relazioni. È esperienza di incontro con te stesso, non avere paura, non temere». Guardare gli angoli più oscuri per dare loro un nome e per poterle affrontare con la speranza, nel triplice incontro del sacramento della penitenza: con il Signore, con la Chiesa e con se stessi. «Se sei qui è perché il Signore ti ha voluto, per te ha un progetto, un disegno, un sogno. Nella confessione puoi incontrare te stesso come il Signore ti aveva sognato, ti aveva voluto, quando ti ha chiamato alla vita». Dopo le parole del vescovo Claudio, in centinaia non hanno avuto alcuna remora a presentarsi, sotto il sole, davanti alle decine di sacerdoti da Padova e da altre Diocesi italiane lì schierati per offrire loro il perdono tramite la Chiesa. C’è chi ha atteso di potersi confessare con il suo prete, chi invece si è fatto guidare dalla sorte verso il primo posto disponibile. Le idee, però, sono chiare. «È stata una mattinata intensa soprattutto dal punto vista emotivo – confida Benedetta di Sant’Angelo di Piove – per la prima volta, dopo un po’ di anni, mi sono sentita davvero compresa, accolta nei miei errori e nelle mie difficoltà, abbracciata da un amore più grande». Anche per Maria Chiara, dell’unità pastorale di Piove di Sacco, la confessione è un momento “strong”. «Mi emoziono – racconta – mi viene quasi da piangere. Ma è un pianto positivo, mi sento più leggera, abbracciata da qualcuno di più grande». Sebbene sia chiara la consapevolezza che «siamo umani, e dunque siamo anche tutti peccatori», «non è sempre facile rendersi conto di quali siano i nostri peccati e trovare la forza di diventarne consapevoli». Edoardo di Vigonza aggiunge: «Il peccato è simile alla rottura di una relazione. Quando fai un torto a un amico molto caro, viene spontaneo bussare alla sua porta e chiedergli perdono. Sicuramente ti perdonerà con un abbraccio». Andrea Fasolo conclude: «La misericordia sta anche nel pensare che qualunque sia l’errore, c’è sempre modo di riflettere, di rimediare, di superare i propri limiti e di non essere più ciò che si era prima».

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