"Pace in bici". No all'atomica senza se e senza ma

«L’uomo è chiamato a proseguire l’opera creatrice di Dio: per questo è necessario mettere definitivamente al bando le armi nucleari. L’invenzione più “anti-creazione” dell’intera vicenda umana». Don Albino Bizzotto annuncia con parole nette, riprendendo concetti cari a papa Francesco, la decima edizione di “Pace in bici” che si appresta a vivere con l’associazione Beati i costruttori di pace tra il 6 e il 9 agosto, esattamente 73 anni dopo la devastazione di Hiroshima e Nagasaki, quando le due città giapponesi vennero rase al suolo dal lancio di altrettante testate nucleari da parte americana.

"Pace in bici". No all'atomica senza se e senza ma

«L’uomo è chiamato a proseguire l’opera creatrice di Dio: per questo è necessario mettere definitivamente al bando le armi nucleari. L’invenzione più “anti-creazione” dell’intera vicenda umana».

Don Albino Bizzotto annuncia con parole nette, riprendendo concetti cari a papa Francesco, la decima edizione di “Pace in bici” che si appresta a vivere con l’associazione Beati i costruttori di pace tra il 6 e il 9 agosto, esattamente 73 anni dopo la devastazione di Hiroshima e Nagasaki, quando le due città giapponesi vennero rase al suolo dal lancio di altrettante testate nucleari da parte americana.

Un anno fa, mentre all’Onu 122 Nazioni sottoscrivevano il primo Trattato per la proibizione delle armi nucleari, ben 66 Paesi – tra cui i detentori delle testate atomiche, ma anche i membri della Nato, Italia compresa – si tiravano indietro perché firmatari del Trattato di non proliferazione, entrato in vigore nel 1970. «Però stiamo parlando di un Trattato bloccato, che non funziona – puntualizza don Albino – Tant’è che oggi si vocifera di un aggiornamento tecnologico delle testate B61 depositate ad Aviano per renderle compatibili con i caccia F35 di nuova produzione».

Il pericolo nucleare insomma è sempre dietro l’angolo, specie in una stagione di forti tensioni diplomatiche come la nostra. «Chiediamoci a chi servono queste armi, oggi nelle mani di pochissime persone – continua il fondatore dei “Beati” – Non certo alla terra, che finalmente abbiamo iniziato a concepire come soggetto della creazione e che già è devastata dalle radiazioni sprigionatesi nei numerosi esperimenti nucleari condotti in segreto. E non servono neppure alle popolazioni, che da quest’arma rischiano di venire spazzate via in modo incontrollabile e senza possibilità di rimedio».

Per tutte queste ragioni, la “Pace in bici” di quest’anno sostiene la campagna “Italia, ripensaci” (www.senzatomica.it) sostenuta tra l’altro da Ican, la campagna internazionale per l’abolizione della armi nucleari. E il programma della quattro giorni basta da solo per tracciare anche simbolicamente l’ideale che sottende all’iniziativa. Punto di partenza sarà la ex base missilistica di Bagnoli di Sopra, dove ora si trova il centro di accoglienza per migranti, sulla quale il sindaco Roberto Milan ha formulato progetti per restituire gli spazi alla comunità con attività sportive e non solo.

«Se queste proposte andranno in porto – spiega don Albino – Bagnoli diventerà la dimostrazione che è possibile “trasformare le spade in aratri”».

Alle 8.15 di lunedì 6 agosto qui si farà memoria di Hiroshima. Il 7 l’arrivo a Vittorio Veneto, nel centenario della conclusione della Grande Guerra, dove una serie di Comuni aderirà a “Italia, ripensaci”. Giovedì 9, infine, davanti alla base Usaf di Aviano, il ricordo di Nagasaki.

Info: www.beati.eu

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