Gmg 2023. Il primo impatto con il mondo: l’emozione dei giovani padovani. Tante lingue per lodare un solo Dio
Elisa Dall’Agnol di Fastro ripensa alla messa di apertura di martedì sera: «Pelle d’oca. È difficile da spiegare la sensazione di mondialità che si respira, con queste bandiere che sventolano verso il cielo, con questo senso di raccoglimento che accomuna un po’ tutti nonostante i diversi punti di partenza e di arrivo.

Il vescovo di Lisbona ci ha ricordato che una donna ha cambiato la storia dell’umanità, duemila anni fa, benché da incinta è partita ed è andata a far un viaggio lungo per portare una gioia immensa a sua cugina. Proprio come abbiamo fatto noi: viaggio della speranza per arrivare, forse per dare ma probabilmente molto di più per ricevere la Gioia. Una gioia incontenibile, che non è euforia ma proprio un modo di viaggiare in questa vita». Don Alberto Pastorello racconta l’emozione dei giovani: «Qualcuno si è lasciato prendere dal fatto che erano in mezzo a tanti giovani: anche se di lingue e culture diverse tutti pregavano lo stesso Dio. È un’emozione che ha travolto soprattutto chi è qui per la prima volta». «Ciò che ci è rimasto più impresso – aggiungono Sofia e Chiara di san Bartolomeo Apostolo a Montà – è l’entusiasmo di vedere tutti questi popoli così diversi ma così uniti, così tanti, così vicini. Abbiamo iniziato per scherzo a dare il cinque ai paesi che incrociavamo in direzione opposta, da lì è iniziato un mare di gente che si univa a noi per dare il cinque a tutti. Mi hanno colpito appunto i piccoli gesti: chi si abbracciava, chi chiacchierava mentre camminava. Le piccole cose che in una marea di gente noti anche se siamo tre miliardi». «Questa esperienza – continuano – ci permette di ricordare che non siamo soli, che il mondo è grande, che siamo più simili di quanto crediamo e che anche se siamo distanti, le nostre vite si intrecciano comunque in un modo o nell’altro e questo è una potenza indescrivibile che qui stiamo vivendo e facciamo fatica a spiegare. Ma è bellissimo». Marta, della parrocchia di Chiesanuova, racconta una disavventura trasformatasi in magia: «Nello spostamento verso la messa del martedì io e altri due ragazzi ci siamo persi. Questo però ci ha portato a risalire la collina passando in mezzo a una marea di persone tutte dirette nello stesso posto. È stato davvero impressionante il clima che si respirava, un clima così bello e avvolgente».