Le parole delle città. Un messaggio alla politica da sindaci e sindache dell’Anci

Anche la più piccola città o il più piccolo paese esprime in questo segno l’appartenenza al Paese, la fedeltà alla Costituzione, il valore irrinunciabile dell’unità, della solidarietà

Le parole delle città. Un messaggio alla politica da sindaci e sindache dell’Anci

“Per me anche le pietre sono creature vive, le colonne, le facciate delle case, i marciapiedi d’asfalto, o di sasso: sono parte di me stesso, sono il mio corpo, ossa e carne di questa mia umanità che si dilata nelle cose. Guai ad astrarsi dalla realtà viva di cui siamo composti! Ci si separa dalla vita, si esce fuori dalla presenza divina…” Così scrive Davide Maria Turoldo nella prefazione al libro “Città amata e temuta” (ed. Paoline 2013).

La pagina di un giornale richiama queste parole nel proporre brevi dichiarazioni di alcuni partecipanti all’assemblea dell’Associazione nazionale comuni italiani tenutasi a Torino dal 20 al 22 novembre per l’elezione del presidente. Il 22 novembre Avvenire ha dedicato ampio spazio a questo evento ospitando le voci di sindaci e sindache che nel governo della città pongono al primo posto l’ascolto dei cittadini e .il superamento di steccati il più delle volte imposti da dinamiche elettoralistiche nazionali.

Si illumina in questa narrazione la figura di Giorgio La Pira e quelle di chi come lui ha servito e serve la comunità locale in tutte le sue componenti a partire da quelle più fragili e con una visione di città inclusiva, solidale, attiva nello sviluppo socioeconomico e ambientale.

In quella pagina si ritrovano i segni di una politica di governo locale che apre percorsi di fiducia in un tempo di diffidenza, astensionismo e disorientamento.   Si può ripartire dal territorio per rispondere alla crisi della partecipazione e quindi della democrazia?  Si può esportare dall’esperienza locale un rapporto di stima e fiducia tra cittadini e istituzioni?  Si può dire che non tutto è perduto ed è possibile, come chiedono soprattutto i giovani, costruire una nuova politica?

Le risposte dei sindaci e delle sindache consentono di essere fiduciosi ma anche sono un richiamo alla responsabilità. Si ritrova tra le righe di quella pagina il valore del legame tra locale e nazionale, tra il particolare e l’insieme, si ritrova il senso di quella fascia tricolore che sindaci e sindachesse indossano nei momenti istituzionali.

Anche la più piccola città o il più piccolo paese esprime in questo segno l’appartenenza al Paese, la fedeltà alla Costituzione, il valore irrinunciabile dell’unità, della solidarietà. Ma anche esprime un richiamo critico alla politica nazionale e un appello perché ritrovi sé stessa liberandosi dalla mediocrità, dalle cattive parole, dall’ideologia.  E chissà se in questa fascia tricolore potranno esserci un domani anche i colori europei per esprimere un’appartenenza ancor più ampia e condivisa a  valori e ideali che sono nel mondo a fondamento di scelte politiche per la solidarietà, la giustizia e la pace.

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Fonte: Sir