XIX Forum Greenaccord. Cauteruccio: “Il giornalista gioca un ruolo importante per un futuro sostenibile”
La tutela dei territori passa anche attraverso la consapevolezza dei comunicatori di quanto sia cruciale oggi la custodia della casa comune. Di questo, di parchi, montagne e informazione si è parlato nell’ultimo appuntamento promosso dall’associazione ad Alvito

Dal 21 al 23 marzo, si è svolto ad Alvito (Fr) il XIX Forum dell’informazione cattolica per la custodia del Creato, promosso da Greenaccord sul tema “Consapevolezza ambientale nella professione giornalistica. Tutela dei territori e la Carta di Pescasseroli”. Il Forum ha posto l’attenzione sulla tutela dei territori, sulla montagna e sui parchi. È stata, inoltre, illustrata la Carta di Pescasseroli, approvata a dicembre 2023 dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, su proposta degli Ordini regionali di Abruzzo, Lazio e Molise. Al presidente di Greenaccord, Alfonso Cauteruccio, chiediamo un bilancio del Forum.
Cosa è emerso dall’incontro? È cresciuta negli ultimi anni la consapevolezza ambientale del giornalista? O sono ancora i cataclismi a dominare l’informazione?
Molto è cambiato nell’informazione ambientale e senza dubbio sta crescendo la “consapevolezza ambientale” dei giornalisti. Da una informazione legata alla cronaca si è passati ad una più accurata capace di mediare gli studi scientifici che stanno via via definendo i contorni della situazione ambientale odierna e del futuro prossimo. Rimane scarsa la propensione degli editori a dare risalto alle tematiche ambientali e i giornalisti lamentano poca attenzione e la necessità di maggior spazio di approfondimento e di indagine.
I giornalisti sono dunque cresciuti ma rimane attuale e di grande importanza il bisogno che trovino il tempo e la giusta motivazione per formarsi.
Ancora una volta un vostro Forum ha affrontato il tema delle montagne: perché è importante? Quali sono gli elementi in gioco?
I luoghi montani soffrono di più rispetto alle altre aree perché il fenomeno dell’abbandono da parte delle giovani generazioni mette a dura prova la tenuta del sistema comunitario di borghi piccoli e di media grandezza.
I cittadini chiedono almeno il mantenimento dei servizi minimi: assistenza sanitaria, presenza di uno sportello postale, di un bancomat, della parrocchia, della farmacia… Ma chiedono anche politiche che contemplino miglioramenti nelle connessioni, nel sistema fiscale, nelle agevolazioni per chi decide di tornare o di rimanere malgrado le difficoltà. Granze risonanza, infatti, ha avuto il tema della “restanza” e della “ritornanza”, ossia del fenomeno del radicamento ad un territorio che, pur difficile e aspro, rappresenta le proprie radici e la propria storia. Infine, per quanto attiene a ciò a coloro che abitano tali territori, occorre sottolineare quanto sia decisivo che venga mantenuta e gelosamente salvaguardata la propria identità comunitaria che rende ogni centro unico e diverso da tanti altri: la propria storia diventa attrattività per un turismo lento e attento ai territori e alle persone.
Un altro focus è stato sui parchi: in che modo possono essere al servizio dei cittadini e della tutela del territorio?
Quando i parchi naturali sono nati si registrava una certa ritrosia da parte delle comunità che vi risiedevano: il parco era visto come un impedimento e un ostacolo a un non definito “sviluppo”.
Man mano che la gente ha potuto costatare i benefici che un territorio tutelato apporta ai residenti è cambiata anche la percezione al punto che anche gli animali selvatici diventano essi stessi un’identità territorialità.
Nel caso del Parco nazionale d’Abruzzo-Lazio-Molise, il direttore ha chiarito che si lavora molto sulla prevenzione dei danni alle colture con le recinzioni elettriche dei poderi e con il rimborso dei danni subiti: une pecora uccisa, ad esempio, viene risarcita in tempi ravvicinati in un tempo massimo di 60/90 giorni. Tutto ciò aiuta a vivere il Parco con maggiore partecipazione e senso di appartenenza.
Avete dedicato una sessione alla Carta di Pescasseroli: di cosa parla? È conosciuta in ambito giornalistico?
La sessione dedicata alla Carta deontologica di Pescasseroli è frutto dal lavoro di tre Ordini regionali dei giornalisti (Lazio, Abruzzo e Molise) che, con il supporto della Direzione del Parco naturale, hanno stilato un documento prezioso che tratta della consapevolezza ambientale dei giornalisti. La Carta si articola su quattro punti: accuratezza, equilibrio, proattività e responsabilità.
Questi punti rappresentano il mix giusto dell’ideale del giornalista che scrive con accuratezza ed equilibrio e sa essere proattivo e responsabile. Certamente una grande sfida per il giornalismo ma la cura della casa comune merita un giornalismo attento e qualificato!
La Carta, che ha solo un anno e pochi mesi di vita, è conosciuta da un numero esiguo di giornalisti. Dal Forum è emerso l’auspicio di una maggiore diffusione del documento affinché il lavoro di tanti operatori dell’informazione e della comunicazione possa dare impulso alla tutela della casa comune che necessita di attenzione e cura.
Chi sono i vincitori del Premio giornalistico Sentinella del Creato 2025?
Il Premio Sentinella del Creato 2025 è stato assegnato a Franco Borgogno, divulgatore scientifico dell’ambiente e guida Parco nelle Aree protette delle Alpi Marittime (Greenaccord); a Giuseppe Delle Cave e Renato Piccoli, ideatori del progetto Ucsi delle 5M (Ucsi); a Emanuele Occhipinti, direttore delle comunicazioni sociali della diocesi di Ragusa (Fisc); a Franco Piroli, responsabile della redazione Multimedia del Dicastero vaticano per la Comunicazione; al direttore della Caritas Ticino, Stefano Frisoli, per l’impegno trentennale nel coniugare pratiche concrete di economia circolare ed economia sociale; al generale Davide De Laurentis, già dirigente superiore del Corpo forestale dello Stato e vice comandante del Comando Unità forestali, ambientali e agroalimentari; a Lorenzo Arnone Sipari, esperto in Storia dell’ambiente e dei parchi naturali e nipote del fondatore del Parco nazionale d’Abruzzo; e, infine a Marco Tarquinio, direttore per molti anni di Avvenire, per il suo costante impegno nella difesa della casa comune, pubblicando inchieste “scomode”, sulla Terra dei fuochi, sulla situazione dei migranti in Libia, sulla scomparsa degli attivisti ambientalisti in Sudamerica.
Quanto è importante il ruolo del giornalista per creare una coscienza collettiva e guidare il cambiamento verso un futuro sostenibile?
Il ruolo del giornalista può diventare dirimente in vista di un futuro sostenibile se, come emerso nei lavori, cresce la sua “consapevolezza” ambientale.
La consapevolezza ha bisogno però che vengano interiorizzate l’importanza e la centralità del proprio servizio a favore della comunità affinché sia sempre più attenta e collaborativa nell’adozione di stili di vita sostenibili e in armonia con il Creato.