Una pioggia di miliardi per salvare l’economia dal coronavirus

L’ultimo in ordine di tempo ad aver fatto sentire la sua voce è Mario Draghi, invocando un massiccio intervento pubblico, aumentando il debito.

Prima di lui si erano mossi ministri, presidenti e governatori di banche centrali nel tentativo di contenere gli effetti della crisi, iniettando miliardi di liquidità nell‘economia.

Una pioggia di miliardi per salvare l’economia dal coronavirus

A leggere i numeri rilanciati dai giornali, sommarli mentalmente e cercare di tenere il conto, sembra di essere tornati ai fantastilioni di Paperon de’ Paperoni che, nel suo deposito, stoccava tre ettari cubici di dollari rigorosamente in contanti.

L’Italia vara manovre da decine di miliardi al colpo, la Bce risponde con un piano di acquisto di debiti senza limiti e gli Stati Uniti staccano un assegno da duemila miliardi di dollari.

«È chiaro — ha scritto l’ex governatore della Bce, Mario Draghi, in un lungo editoriale sul Financial Time s qui ripreso da Tgcom  —che la risposta alla guerra contro il coronavirus deve coinvolgere un significativo aumento del debito pubblico».

La riflessione di Mario Draghi non si limita ad un bonario consiglio ma arriva a prefigurare scenari di crisi e recessione come negli anni ’20.

«La priorità — continua l’ex governatore — non deve essere solo offrire un reddito di base a chi perde il lavoro. Dobbiamo proteggere la gente dalla perdita del lavoro. Se non lo facciamo emergeremo dalla crisi con una permanente occupazione più bassa. [...] I livelli di debito pubblico devono salire. Ma l'alternativa sarebbero danni ancora peggiori all'economia».

Come si concilia, però, l’esigenza di sostenere l‘economia con la solvibilità del debito sovrano?

Un prestito, per essere tale, deve prevedere prima o dopo una restituzione, altrimenti diventa un regalo. Certo, anche i debiti più ostici possono essere oggetto di una rinegoziazione ma è nella loro natura venire onorati a scadenza.

Negli ultimi tempi, però, si fanno sempre più spazio teorie secondo le quali la soluzione all’attuale situazione di crisi sarebbe nell’emissione di nuovo debito a condizioni di favore per il Paese, fra cui l’irredimibilità. 

Uno stock di bot emesso senza una scadenza, magari anche senza cedola, da vendersi sul mercato secondario rendendolo interessante attraverso appositi sconti fiscali e sfruttando per differenza i tassi d’interesse negativi delle banche centrali.

«Conte e Gualtieri — spiegava il senatore Mario Monti a l’Avvenire  — potrebbero considerare, per un progetto finalizzato alla salute pubblica e avvalendosi della competenza di Bankitalia e Tesoro, forme di finanziamento che non si traducano semplicemente in oneri aggiuntivi per le future generazioni, ma facciano appello al rinnovato spirito civico e al ritrovato senso di appartenenza che oggi gli italiani dimostrano, che facciano leva sulle aperture che vengono dall’Europa. Si potrebbe pensare all’emissione, per un importo molto rilevante, di un prestito alla Repubblica italiana denominato 'Investi nella Salute dell’Italia' o 'Buoni per la Salute Pubblica' o ' Health of Italy Bonds' per il mercato internazionale».

Eurond e helicopter money

Di fronte all’impellente necessità di enormi quantità di capitali, ciascuno si attrezza come può.

I primi a sperimentare una forma di helicopter money — letteralmente una pioggia di denaro nelle loro tasche — sono stati i cittadini di Hong Kong e Singapore che hanno ricevuto dallo stato  una sorta di contributo per far fronte alla contingenza.

Anche gli Stati Uniti hanno previsto un versamento diretto nei conti correnti dei cittadini per fronteggiare la crisi. Un assegno da 1200 dollari e 500 dollari per ogni bambino dovrebbe servire alle famiglie americane per compensare la perdita di reddito e le spese della quarantena.

Negli USA, infatti, sono in molti ad essere privi non solo di una copertura sanitaria ma anche di una forma di retribuzione adeguata in caso di assenza da lavoro. Chi si trovasse in quarantena, quindi, non percepirebbe nessuno stipendio e dovrebbe fare affidamento solo sui propri risparmi.

Mentre anche la Cina si appresta a varare la sua versione di helicopter money e qualcuno nel vecchio continente pensa di seguirne le orme, il vero centro del dibattito continentale sono gli eurobond.

Una sorta di bot dell’Unione Europea, gli eurobond avrebbero il merito di sgravare dal peso del nuovo debito gli stati già molto indebitati come l’Italia, dividendone il carico in capo a tutta la Comunità.

L’helicopter money può battere il coronavirus solo se il denaro viene speso.

Sveva Manfredi, Business Insider

Sveva Manfredi colpisce nel segno fin dal titolo di un suo articolo per Business Insider : qualunque sostegno all’economia, per funzionare, deve convertirsi in consumo e investimenti.

Non avrebbe senso, insomma, stampare moneta per riempire il Deposito di zio Paperone così come non sarebbe chiara la logica di sostenere i salari se poi la ricchezza venisse espropriata attraverso una patrimoniale.

Lo scopo ultimo di misure estreme come quelle che si tentano in questi giorni è, o dovrebbe essere, sostenere aziende e famiglie sconfiggendo la più potente minaccia della crisi: la paura.

La paura crea incertezza, risveglia i più bassi istinti umani — quelli che hanno spinto alcuni ad accaparrarsi perfino ingenti quanto inutili scorte di carta igienica — e impedisce all‘economia di normalizzarsi, ritrovando un sano equilibrio. È su questo campo insidioso, alimentato più dall'istinto che dalla logica che si combatterà la più difficile delle battaglie di questa guerra economica. 

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