Chiesa nel mondo

In “Life. La mia storia nella Storia”, edita da HarperCollins in collaborazione con il vaticanista di Mediaset Fabio Marchese Ragona, dal 19 marzo in libreria, Papa Francesco accoglie i segni comparsi nel corso della vita con la ritessitura di chi ne ha fatto umana, saggia esperienza. Alcune di queste parole sono già state pubblicate in interviste o discorsi precedenti, ma ora fanno parte integrale delle confessioni – anche “laiche” – di un successore di Pietro

“A sessant’anni dal Concilio, ancora si dibatte sulla divisione tra ‘progressisti’ e ‘conservatori’, ma questa non è la differenza: la vera differenza centrale è tra ‘innamorati’ e ‘abituati’”. L’affermazione, lucida e rocciosa, è di Papa Francesco, nel Discorso alla Curia Romana per gli auguri natalizi (21 dicembre 2023). Forse il passaggio su citato si potrebbe riprendere e prolungare: la vera alternativa nella Chiesa oggi è tra cristiani "stupiti" o "assopiti". Tra cristiani "estatici" o "automatici": andati in automatico. Pertanto arriviamo a cogliere l’epicentro pulsante di questo libro ‘francescano’: l’autentica preghiera cristiana non è il prodotto dell’abitudine. È il frutto di un innamoramento

“Non siete soli e non vi lasceremo soli, ma rimarremo solidali con voi attraverso la preghiera e la carità operosa, sperando di poter tornare presto da voi come pellegrini, per guardarvi negli occhi e abbracciarvi, per spezzare il pane della fraternità e contemplare quei virgulti di speranza cresciuti dai vostri semi, sparsi nel dolore e coltivati con pazienza”. 

Il Papa è tornato a leggere il testo della catechesi, dedicata alla virtù della pazienza, e ha citato la testimonianza di due papà, uno israeliano e l'altro arabo, che hanno perso le loro figlie in guerra. Al termine, un nuovo appello per la pace

L’amore è sempre un dono e il sacrificio segna l’apertura ad accoglierlo con tutto ciò che questo comporta. L’efficacia di questo processo si misura in tutte le situazioni che noi consideriamo di periferia o marginali. Sono quell’interrogativo che può sostenere la nostra comprensione, perché non c’è luogo in cui l’amore non si possa incarnare. Anche dentro le mura di un carcere

Pochi permessi ai cristiani della Cisgiordania e pellegrini assenti. Ad animare la processione delle Palme ieri a Gerusalemme i lavoratori stranieri e i religiosi, frati e suore. Un misto di tristezza e di gioia. "Gerusalemme quest'anno non ha avuto la presenza della gente che acclama agitando rami di palma, che canta insieme inni di gioia. Non può esserci gioia piena quando a pochi o a tanti chilometri di distanza manca il rispetto della vita", dice al Sir padre Faltas, vicario della Custodia di Terra Santa.

In missione per portare il Vangelo tra la gente dei villaggi. Suor Maria Mattiazzo, missionaria dell’Immacolata da oltre 40 anni in Guinea Bissau, ha appena festeggiato il mezzo secolo di vita consacrata con gli amici guineani. Le religiose sono fra l’altro impegnate nella formazione scolastica dei giovani, ma rimane il cruccio di tante, disperate partenze. In più c'è il problema della instabilità politica