In auto senza cinture: 450 morti in un anno
Rapporto dello European Transport Safety Council. Sebbene l’Italia abbia registrato il calo più alto dei decessi dal 2001 al 2012, restiamo ancora i più indisciplinati (dopo la Serbia) nell’uso delle cinture di sicurezza. E da 5 anni non diamo i dati sui morti a causa dell’alcol.

Il numero di vittime della strada in Italia è diminuito dell’8,2 per cento dal 2001 al 2012, a fronte di un calo medio nell’Unione Europea del 7,4 per cento. Ma è solo questo il dato positivo che emerge per il nostro paese dal rapporto pubblicato dallo European Transport Safety Council (Etsc), un’ong con base a Bruxelles che si occupa di sicurezza dei trasporti in Europa. Restano in media tra quattro e cinque le morti sulle strade italiane ogni giorno, anche se sono passate dalle 1.847 del 2001 alle 1.633 del 2012.
L'allergia mortale alle cinture. L’Italia, inoltre, risulta essere ultima in Europa per quanto riguarda l’utilizzo delle cinture di sicurezza (il 70 per cento dei passeggeri le usano, solo la Serbia fa peggio di noi), non ha dati sull’utilizzo delle cinture nei sedili posteriori e, cosa forse ancor più grave, dal 2009 non fornisce più cifre affidabili su quanti siano le morti della strada associate all’uso di alcol da parte di chi guida. Infine non ci sono stime italiane sui chilometri percorsi in macchina ogni anno sulle nostre strade, il che non permette di avere un indicatore delle vittime per chilometro.
L’Etsc stima che nel nostro paese nel 2012 almeno 448 vite avrebbero potuto essere salvate (ben il 27 per cento delle 1.633 persone che sono state vittime di incidenti mortali) se solo tutti i passeggeri avessero fatto uso delle cinture di sicurezza. E il numero di morti in Italia risulta ancora più spaventoso se si pensa che, in Europa, nel 2012 le vittime sono state in tutto 12.345: in altre parole, circa un ottavo del totale dei decessi è avvenuto sulle strade italiane.
«È scioccante – sottolinea Lucia Pennisi, dell’Automobile Club Italia –pensare che in Italia oggi meno persone portino la cintura di sicurezza rispetto al 2005, quando il sistema della patente a punti è entrato in vigore. All’inizio c’era più severità nell’applicare le regole e nel fare multe, ma ora la polizia, i carabinieri e i vigili urbani passano spesso sopra il fatto che un passeggero non faccia uso delle cinture, soprattutto al Sud. Sembra che la gente non capisca che, anche a basse velocità, portare la cintura può salvare la vita».
E i seggiolini per bambini? Un altro problema grave riscontrato in Italia è che non tutti i genitori utilizzino i seggiolini per i loro bambini. Pennisi rileva che «i costi dei seggiolini, soprattutto per le famiglie con più di un figlio, non sono irrisori. È per questo che il sindacato di polizia ha chiesto di recente che si incentivi la crescita di un mercato dei seggiolini di seconda mano, purché testati e certificati come sicuri, e che venga ridotta l’iva su questo tipo di accessori».
Poca protezione per pedoni e ciclisti. Un altro aspetto su cui ci si dovrebbe impegnare di più ha a che fare col fatto che la riduzione dei morti per incidente stradale in Italia, dal 2001 al 2012, ha riguardato in misura maggiore i passeggeri e i conducenti e in maniera minore i cosiddetti utenti vulnerabili della strada (ad esempio i pedoni o i ciclisti) che sono meno protetti dalle leggi in vigore.
L’Etsc, nel suo rapporto, indica che novecento vite all’anno potrebbero essere salvate in Europa se tutte le macchine fossero dotate di rilevatori sonori dell’uso della cintura sia davanti che dietro, 5.600 morti potrebbero essere evitate se si adottasse una politica di tolleranza zero sull’uso di alcol per chi guida e 1.300 se la velocità media sulle strade diminuisse di appena un chilometro. Il rapporto indica come le misure già prese, ad esempio sull’obbligo di montare airbag, si sono rilevate molto efficaci, ma che si può e si deve fare di più: le cinture di sicurezza, ad esempio, hanno salvato la vita di almeno 8.600 passeggeri vittime di incidenti gravi.
Ad aver fatto i maggiori progressi nella diminuzione delle morti della strada, nel 2012, sono state la Spagna e la Lettonia, mentre i paesi più sicuri restano la Svizzera, i Paesi Bassi, il Regno Unito e la Svezia.