Sanremo 2018: la diretta e le pagelle della prima serata

Non sono solo canzonette: al via la 68° edizione del Festival della canzone italiana. Tra alti e bassi, momenti di gelo e ritorni di fiamma, Sanremo ha contribuito a costruire l'immaginario del Dopoguerra nel nostro Paese. Commenteremo in diretta la prima serata, alla ricerca delle note in grado di raccontare il nostro presente.

Sanremo 2018: la diretta e le pagelle della prima serata
Il Cardinale Ravasi su Sanremo 2018: "Nelle canzoni più attenzione all'intimità, meno alla dimensione sociale"

“Ho letto la maggior parte dei testi delle canzoni del Festival di Sanremo. La cosa curiosa è che quest’anno c’è poca attenzione alla dimensione esteriore, sociale e generale. C’è soprattutto un’attenzione all’intimità e alla sostanziale insoddisfazione che fiorisce all’interno delle coscienze”. Lo ha affermato il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della cultura, il card. Gianfranco Ravasi, ospite di “Bel tempo si spera”, il programma tv condotto da Lucia Ascione in onda su Tv2000, commentando i testi delle canzoni che questa sera debutteranno al Festival di Sanremo. (Fonte Sir)

Le pagelle della serata

Annalisa - Il mondo prima di te

Poderosa esibizione di stile per raccontare la fine di un amore e le difficoltà del nuovo inizio. Nulla che a Sanremo non si sia già sentito un milione di volte. Deja vu. Voto 6,5

Ron - Almeno Pensami

Con un inedito di Lucio Dalla, Ron porta al Festival un pezzo che sa di distacco e di lontananza. Alla retorica del dolore viene contrapposta la dolcezza della malinconia. Sublime. Voto 9

The Kolors - Frida (mai, mai, mai)

Sono i più giovani, ma non illudano le chitarre, il look e l'aggressività. Il testo della loro canzone è quanto di più vecchio e "sanremese" ci possa essere. Voto 5

Max Gazzè - La leggenda di Cristalda e Pizzomunno

Gazzè va a Sanremo e canta una vecchia fiaba che le mamme di Vieste, in Puglia, raccontano ai bambini prima di dormire. Per pochi istanti anche noi siamo quei bambini. Voto 7,5

Ornella Vanoni con Bungaro e Pacifico - Imparare ad amarsi

Non è facile salire sul palco dell'Ariston a 83 anni. Ornella Vanoni è la voce di chi intende essere giovane ed imparare "fino all'ultima emozione, così saremo vivi". Voto 7

Ermal Meta e Fabrizio Moro - Non mi avete fatto niente

L'unica vera "canzone impegnata" del Festival vorrebbe essere un grande no al terrorismo. Dietro le menzioni agli attentati e all'intolleranza religiosa c'è però poca sostanza. Voto 6

Mario Biondi - Rivederti

Il Barry White italiano dà una lezione di jazz con un arrangiamento magistrale. Sarà la solita canzonetta d'amore, ma la tecnica è la tecnica. Voto 7,5

Roby Facchinetti e Riccardo Fogli - Il segreto del tempo

È la classica canzone dei Pooh, con la classica retorica sul tempo che passa. Eppure la chiosa finale "il segreto del tempo è che il tempo perdona a chi tutto alla vita si dà" salva il risultato con la forza delle parole. Voto 6

Lo Stato Sociale - Una vita in vacanza

Graffiano il cerimoniale dell'Ariston con un'intelligente satira sociale. "Vivere per lavorare o lavorare per vivere?" mentre balla un'ottuagenaria. Vincitori alla Gabbani? Voto 9

Noemi - Non smettere mai di cercarmi

Orecchiabile. Girerà tanto in radio grazia alla voce di Noemi, ma è la classica canzoncina d'amore con parole a caso che non vuole dire niente. Voto 5

Decibel - Lettera dal Duca

Il Duca è David Bowie, al quale Ruggeri e il suo gruppo devono tutto. Un viaggio nella parte degli anni '80 ancora attuale nel 2018. Voto 7,5

Elio e le Storie Tese - Arrivedorci

Il congedo di un gruppo che si scioglie. Una canzone autocelebrativa in perfetto stile Elio. Tanta malinconia. Voto 7 alla canzone, 10 e lode alla carriera

Giovanni Caccamo - Eterno

Una canzone d'amore sanremese intinta di vaga spiritualità. "E non capire niente, a parte che l’amore può salvare". Voto 6,5

Red Canzian - Ognuno ha il suo racconto

La storia di un cambiamento e per certi versi di una "conversione". Anche qui classico stile Pooh, ma arrangiamento troppo confusionario. Voto 5,5

Luca Barbarossa - Passame er sale

Il dialetto romanesco, che da tanto mancava all'Ariston, è il tocco che salva quella che sarebbe la solita canzone d'amore già sentita. Voto 6

Diodato e Roy Paci - Adesso

Un inno al "Carpe Diem" in quel "Capire che adesso è tutto ciò che avremo", contro "cellulari" e "tastiere". Nulla che superi il muro delle banalità. Voto 5

Nina Zilli - Senza appartenere

Vorrebbe essere una canzone dedicata a tutte le donne. Ma dopo la mezzanotte è virtualmente impossibile capirne il significato nascosto (che pare ci sia). Voto 5

Renzo Rubino - Custodire

Rubino consiglia di "Custodire l’affetto nell’insolenza". Con la canzone più antisanremese che ci sia straccia i canoni dell'amore da canzonetta. Voto 7

Enzo Avitabile e Peppe Servillo - Il coraggio di ogni giorno

Avitabile e Servillo mettono insieme un ottimo pezzo dalle tonalità e dai sapori meridionali che vola nell'immaginazione e tra i sogni. Voto 7,5

Le Vibrazioni - Così sbagliato

L'eterna incompiutezza, il dover fare i conti con i propri errori, l'amore che assolve e che ripara. Energia e ottimismo. Voto 7

La serata

Non un Festival "facile" da seguire. Rispetto alla maestria di Carlo Conti degli scorsi anni la conduzione del trio Baglioni-Hunziker-Favino è decisamente più impacciata e rigida. Quello che il Festival perde in termini di mero "entertainment" guadagna in musica: è qui che Baglioni può scatenarsi in duetti eccezionali che rendono onore ai suoi 50 anni di carriera. Ed è proprio questo che gli era stato domandato.

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