Il bicchiere (mezzo) vuoto della politica
Il bicchiere, come suol dirsi, lo puoi sempre vedere mezzo pieno o mezzo vuoto. E dato che far politica senza una robusta dose d’ottimismo non è possibile, hanno ragione i dirigenti del Pd a dire che le primarie di domenica scorsa sono state un passaggio importante per la vita della nostra regione.

Non c’è, oggi, un altro partito che sia in grado di organizzare 600 seggi nel territorio e mobilitare quasi 40 mila persone per scegliere il candidato a governatore. Se però si cerca di andare oltre gli slogan di circostanza, non è difficile vedere anche l’altra metà, quella vuota, del bicchiere.
Metà dei votanti, è stato detto, non erano iscritti al Pd. Questo significa che oggi, in una regione di cinque milioni di abitanti, il partito di gran lunga più votato alle ultime europee ha un corpo di militanti e dirigenti che non arriva nemmeno a quota 20 mila tesserati.
Ancor più clamoroso è il crollo verticale della “democrazia del web”, che il Movimento 5 stelle ha proposto in questi anni: il numero di iscritti alla piattaforma di Grillo che si prende la briga di discutere le proposte di legge da presentare in aula in un caso su quattro è inferiore a cento.
Ecco perché, vadano come vadano le prossime elezioni regionali, il bicchiere a noi pare (almeno) mezzo vuoto: di partecipazione dei cittadini e di vitalità dei partiti.
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