Dalla zona cuscinetto a Roma: la storia di Grace, salvata da Papa Francesco

Bloccata per mesi al confine tra nord e sud di Cipro, Grace è arrivata in Italia grazie a un corridoio umanitario voluto dal Papa. Oggi vive a Roma con il suo bambino: “Francesco ci ha salvati e ci ha insegnato a non perdere la speranza”

Dalla zona cuscinetto a Roma: la storia di Grace, salvata da Papa Francesco

Sui ponti che Francesco è riuscito a costruire durante gli anni del suo pontificato, hanno camminato migliaia di bambini, donne, uomini, in fuga dalla paura delle armi e della miseria. Solo una manciata di giorni fa, il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha ricordato il Pontefice all’Assemblea generale con queste parole: “È stato un paladino delle persone più emarginate della terra. È stato una voce di comunità in un mondo di divisioni… una voce di misericordia in un mondo di crudeltà… una voce di pace in un mondo di guerra”. Anche Grace Enjei fa parte della moltitudine che ha ricevuto misericordia e non ha mai scordato la generosità ricevuta. Dal Camerun, dove è nata 27 anni fa, Grace è arrivata in Italia il 17 dicembre 2021, insieme ad altri dieci rifugiati accolti nel nostro Paese grazie a un accordo tra la Santa Sede, le autorità italiane e quelle cipriote. Tutti furono sostenuti direttamente da Papa Francesco e aiutati nel loro inserimento sociale dalla Comunità di Sant’Egidio.

Grace e il viaggio difficile. Al Sir, Grace racconta il suo difficile viaggio verso l’Europa in cerca di asilo. Spiega le ragioni per cui ha lasciato il suo Paese a causa della crisi. Lungo la strada, le difficoltà incontrate sono state molteplici, soprattutto per attraversare il confine tra il nord e il sud di Cipro, rimanendo bloccata nella zona cuscinetto per sei mesi. L’intervento di Papa Francesco e della Santa Sede ha rappresentato per lei e gli altri rifugiati una svolta fondamentale. In Camerun, “le scuole nella regione sud-occidentale – racconta la ragazza – erano chiuse e la situazione generale era difficile. Per questo motivo, ho deciso di trasferirmi nel nord di Cipro per studiare. Tuttavia, anche lì la situazione è diventata molto difficile, poiché non riuscivo a pagare le tasse universitarie e l’affitto. Ho sentito dire che si poteva chiedere asilo nel sud di Cipro e ho quindi deciso di raggiungerlo. Mentre cercavo di attraversare il confine con altre due persone siamo state fermate dalla polizia.

Stavamo provando a oltrepassare con l’aiuto di un uomo che ci aveva mostrato un percorso. La polizia ci ha spiegato che controllava il confine e non si occupava delle richieste di asilo. Eravamo spaventate perché temevamo ci avrebbero riportate indietro.

Fortunatamente, però, la polizia del nord ha detto di non essere interessata al nostro caso e siamo rimaste nella zona cuscinetto (buffer zone) al confine”. In questa sorta di limbo, Grace e le altre persone sono rimaste in un edificio adibito a ufficio e ristorante per sei mesi. Durante questo periodo, dei volontari hanno dato loro sostegno finanziario, cibo, acqua e vestiti. “Anche le Nazioni Unite ci hanno aiutati, ma non è stato facile. Abbiamo provato a parlare con la polizia di Cipro del sud per entrare, ma senza successo. Ci hanno detto di essere pazienti ed aspettare”.

L’incontro con Francesco. Poi finalmente si è diffusa la notizia che Papa Francesco era in procinto di arrivare a Cipro e in Grecia per un viaggio apostolico. “Alcuni giornalisti del Vaticano – spiega – ci hanno intervistati per sapere se eravamo a conoscenza della visita e della possibilità di essere portati in Italia. Abbiamo risposto che saremmo stati molto felici se fossimo stati scelti. Sarebbe stato un sogno che si avverava dopo sei mesi difficili. Poi una notte, sono arrivati dei visitatori mandati per il ‘corridoio umanitario’. A quel punto, abbiamo iniziato a nutrire delle speranze perché la nostra situazione veniva presa in considerazione”. Quando il Papa è arrivato a Cipro il 5 dicembre 2021, è giunta con lui la notizia che finalmente potevano prepararsi a partire e venire in Italia.

“Eravamo molto felici”, ricorda la ragazza: “Abbiamo passato due settimane in un campo nella parte sud di Cipro e poi siamo partiti per l’Italia, grazie all’aiuto di Papa Francesco”.

Una volta a Roma, Grace e gli altri rifugiati sono stati accolti in Vaticano nel giorno del compleanno del Pontefice. In quell’occasione, “il Papa – afferma – ci ha detto di essere buoni, pregare sempre e aiutare chiunque sia nel bisogno. È stato molto gentile”. Dopo aver lasciato il Vaticano, il gruppo è andato a vivere in un appartamento fornito dal corridoio umanitario, “ma il soccorso di Francesco non è mancato. Ringrazio Dio per averlo incontrato”, aggiunge Grace. Per un periodo la ragazza ha lavorato in hotel poiché parla un fluente inglese, ma da poco è diventata mamma e ammette che la situazione per lei è più difficile.

M. Elisabetta Gramolini

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Fonte: Sir