Papa e cultura dello scarto, Mattarella su intolleranza e odio, funerali Vigili del fuoco, muro di Berlino, minori stranieri non accompagnati

Il riepilogo delle principali notizie dall'Italia e dal mondo a cura dell'agenzia Sir.

Papa e cultura dello scarto, Mattarella su intolleranza e odio, funerali Vigili del fuoco, muro di Berlino, minori stranieri non accompagnati

Papa Francesco: a partecipanti incontro pastorale penitenziaria, “è più facile reprimere che educare”, “superare la stigmatizzazione”

“La situazione delle carceri è un riflesso della nostra realtà sociale e una conseguenza del nostro egoismo e della nostra indifferenza, sintetizzati nella cultura dello scarto”. A ribadirlo è stato il Papa, nel discorso pronunciato in spagnolo e rivolto ai partecipanti all’incontro internazionale per i responsabili regionali e nazionali della pastorale penitenziaria, promosso dal Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale sul tema “Lo sviluppo umano integrale e la pastorale penitenziaria cattolica”. “Molte volte la società, – la denuncia di Francesco – mediante decisioni legaliste e disumane giustificate da una presunta ricerca del bene e della sicurezza, considera l’isolamento e la carcerazione di chi agisce contro le norme sociali la soluzione ultima ai problemi della vita della comunità”. “È più facile reprimere che educare – ha sintetizzato Francesco -, negare l’ingiustizia presente nella società e creare spazi per carcerare coloro che infrangono la legge, piuttosto che offrire uguaglianza di opportunità di sviluppo a tutti i cittadini”. Il Papa ha parlato del “reinserimento sociale” dei detenuti, di come non ci sia “una pena umana senza un orizzonte” e ha invitato a “superare la stigmatizzazione di colui che ha commesso un errore”.
Incontrando una delegazione dell’Esercito della Salvezza, guidata dal generale Brian Peddle e ricevuta in udienza, il Papa ha espresso il ringraziamento “per quello che sta facendo in questa città in favore delle persone senzatetto ed emarginate” e ha esortato: “Continuiamo a collaborare nel diffondere l’amore di Dio attraverso opere di servizio e di solidarietà”.

Società: Mattarella, “solidarietà e aiuto vicendevole contro intolleranza e odio”. Mali concreti “se è necessario assicurare una scorta a Segre”

“Chi può immaginare, chi può comprendere come sarà il mondo del futuro? La risposta è illuminante: chiedete ai vostri bambini. Io credo che la risposta dei bambini – per chi li sa ascoltare e interpretare – sia sotto gli occhi di tutti: cercare di avere una vita serena e quindi una convivenza serena, un modo sereno di stare insieme contro la chiusura egoistica e l’arroccamento egoistico. Quindi avere un senso di responsabilità, appunto, contro l’indifferenza”. Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo intervento alla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2019-2020 dell’Università Campus Bio-Medico di Roma. Il Capo dello Stato ha sottolineato come “i bambini” percepiscano “quando negli adulti vi è senso di responsabilità e non indifferenza. Chiedono ancora – per chi li sa intendere (ed è facile comprendere i bambini) – solidarietà, aiuto vicendevole, appunto, contro l’intolleranza, l’odio, la contrapposizione”. “Non sono alternative retoriche; non si tratta di alternative astratte, ma estremamente concrete”, ha proseguito, sottolineando che “se qualcuno arriva, in un autobus, a dire ad una bimbetta di sette anni ‘non puoi sederti accanto a me perché hai la pelle di colore differente’ o se a una signora anziana come Liliana Segre, che non ha mai fatto male alcuno ma che il male lo ha subito da bambina in forma crudele, è necessario assicurare una scorta, vuol dire che questi interrogativi non sono né astratti, né retorici. Ma sono concreti”.

Funerali Vigili del fuoco morti a Quargnento: mons. Gallese (Alessandria), “deceduti in un atto di servizio alla nostra comunità”

“In questo momento di dolore, vogliamo scegliere l’amore di Gesù, l’unico che può sanare le ferite, che può darci la forza di non essere travolti dal male”. Lo ha detto il vescovo di Alessandria, mons. Guido Gallese, nell’omelia pronunciata a braccio stamani, nel duomo, durante le esequie di Antonio Candido, Marco Triches e Matteo Gastaldo, i tre vigili del fuoco morti a Quargnento in seguito a un’esplosione che ha distrutto una cascina. All’inizio della celebrazione, nel salutare le autorità civili e militari presenti – tra cui il premier Conte, il presidente della Camera Fico e il ministro dell’Interno Lamorgese -, il vescovo ha sottolineato che “siamo qui insieme in questo momento di dolore profondo per implorare la benedizione del Signore su questi nostri fratelli, morti in un atto di servizio alla nostra comunità”. Poi, nell’omelia mons. Gallese si è soffermato a commentare il brano del Vangelo e ha riflettuto sul fatto che “in questo mondo, convivono grano e zizzania”. “La nostra forza – ha indicato il vescovo – sta nel non farci contaminare dal male e perseverare nel bene. Questo è il grande mistero di fronte al quale ci troviamo”.

Caduta muro di Berlino: Sassoli (Parlamento Ue), “continuare ad abbattere i pregiudizi, sconfiggere i nazionalismi e lavorare per un’Europa della solidarietà”

(Bruxelles) “La caduta del muro di Berlino è l’episodio fondatore dell’Europa contemporanea e ci ha resi migliori”. David Sassoli, presidente del Parlamento europeo, così si è espresso alla vigilia del 9 novembre, che ricorderà i 30 anni della caduta del muro eretto nel 1961. “Trent’anni fa l’Europa ha ritrovato la sua unità riconciliando lo spazio geografico con quello politico attorno ai valori della democrazia e della libertà. È un evento che ricordiamo con gioia e che ha offerto a noi e alle future generazioni la possibilità di affrontare le sfide globali con un patrimonio di valori utili alla difesa della dignità delle persone”. “Oggi – conclude Sassoli – non dobbiamo dimenticare quella lezione. I giovani di Berlino ci invitano ad avere lo stesso coraggio nel continuare ad abbattere i muri e i pregiudizi, sconfiggere i nazionalismi e a lavorare per un’Europa della solidarietà”.
Per Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, il 9 novembre 1989 “rimane un momento decisivo nella storia europea. Oggi è nostro compito difendere una società libera e democratica in Europa, con la stessa risolutezza della gente di allora”.

Minori stranieri non accompagnati: Unicef, Unhcr e Oim, “in Italia sono 60.000 quelli che necessitano di sostegno nella fase di transizione all’età adulta”

“I circa 60.000 giovani rifugiati e migranti giunti in Italia come minori non accompagnati tra il 2014 e il 2018, e che nel frattempo sono divenuti maggiorenni, necessitano di sostegno continuo affinché la transizione all’età adulta possa avvenire con successo. Tra il 2014 e il 2018, sono stati in tutto oltre 70.000 i minori stranieri non accompagnati arrivati in Italia via mare, il 90% dei quali di età compresa fra i 15 e i 17 anni”. È quanto emerge dal rapporto congiunto di Unicef, Unhcr e Oim intitolato “A un bivio: la transizione all’età adulta dei minori separati e non accompagnati in Italia” diffuso oggi. Il rapporto evidenzia la “tripla transizione” alla quale devono far fronte i giovani rifugiati e migranti nel momento in cui compiono 18 anni: “il passaggio dall’adolescenza all’età adulta, dalla vita in un Paese a quella in un altro, e i traumi e i dolori emotivi dovuti alla fuga dalle proprie case e ai viaggi pericolosi che intraprendono”.

Bimbo malato abbandonato a Torino: El Hachem (Bambino Gesù), “ad oggi non può guarire ma può essere curato”

Ha una patologia rarissima ad oggi inguaribile, ma il piccolo Giovannino, per il quale è scattata nel Paese una gara di solidarietà, può essere curato. Proseguendo il trattamento già in corso il bimbo, pur con alcune attenzioni, potrà continuare ad avere una buona qualità di vita. Lo assicura in un’intervista al Sir May El Hachem, responsabile di Dermatologia dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, che nel suo reparto segue due casi analoghi. “Curare – spiega – non significa solo guarire; quando non si può guarire è sempre possibile prendersi cura”. Il trattamento indicato è a base di acido retinoico – un derivato della vitamina D – per via orale che riesce a “sfaldare” la “corazza” di pelle secca e squamosa provocata dalla patologia che deforma i lineamenti del viso e causa una contrattura delle dita di mani e piedi. Persistono tuttavia una pelle squamosa – che va trattata con creme idratanti su viso e corpo 2/3 volte al giorno – e una particolare suscettibilità alle infezioni. Si tratta di bambini che devono essere seguiti a vita e sorvegliati nei centri di riferimento per prevenire infezioni o altre complicanze, ma perché si è parlato di malattia incurabile talmente grave da determinare un abbandono? I bambini “se nascono in centri privi di esperienza di malattie rare può accadere che i genitori non vengano sufficientemente supportati e rassicurati”. “So che questo piccolo è stato trattato con l’acido retinoico”, assicura la dottoressa che ha avuto contatti con i medici che lo curano. La malattia è seria, “non esiste ancora una cura radicale, ma non è impossibile da gestire”.

Salute mentale: la testimonianza di Grégoire Ahongbohon, il “Basaglia d’Africa”

In Italia lo chiamano “il Basaglia d’Africa”, dal nome del famoso psichiatra italiano che fece uscire le persone dai manicomi. Grégoire Ahongbohon, 65 anni, filantropo originario del Benin, ha dedicato tutta la sua vita agli ultimi degli ultimi in Africa: le persone affette da gravi disturbi psichiatrici. Grégoire ha fondato centri in Costa d’Avorio, Togo e Benin. Il suo segno distintivo è una lunga catena che porta sempre con sé, dovunque lo invitino a parlare. Nelle scuole, nelle parrocchie, presso le istituzioni europee ed internazionali. È la catena della malattia mentale in Africa e purtroppo non è solo metaforica. In alcune zone i familiari incatenano ai tronchi d’alberi le persone che soffrono di disturbi gravi, su consiglio dei responsabili di alcune sette che promettono di scacciare il demonio dai loro corpi. Li lasciano senza cibo né acqua, li picchiano e bastonano, spesso sopraggiunge la morte. È stata questa drammatica scoperta, oltre alla sua personale esperienza, a spingerlo ad occuparsi di loro e fondare una organizzazione caritativa.

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Fonte: Sir