Sinodo, decreto ricostruzione, maltempo in Piemonte, Juncker, Bolivia, Haiti, Mattarella a Cavalieri del lavoro

Il riepilogo delle principali notizie dall'Italia e dal mondo a cura dell'agenzia Sir.

Sinodo, decreto ricostruzione, maltempo in Piemonte, Juncker, Bolivia, Haiti, Mattarella a Cavalieri del lavoro

Sinodo per l’Amazzonia: su mancanza di preti “bisogna osare”. Appello ai governi per emergenza climatica

L’emergenza climatica al centro del briefing di oggi, relativo all’ultimo giorno in cui si sono riuniti i Circoli minori. “Le foreste scompaiono perché il mondo ricco vuole mangiare carne”. A denunciarlo è stato mons. Karel Martinus Choennie, vescovo di Paramaribo, in Suriname. Dalla regione più verde al mondo, il presule ha stigmatizzato la “vita lussuosa in Occidente”, che mette a rischio una delle zone cruciali per la sostenibilità e la sopravvivenza futura dell’intero pianeta. Per il card. Fridolin Ambongo Besungu, arcivescovo di Kinshasa, nella Repubblica Democratica del Congo, “l’Amazzonia somiglia moltissimo al bacino del Congo”. “Abbiamo tutti una responsabilità per la nostra casa comune, che sta bruciando, e nessuno può dire: ‘io non c’entro’. L’inazione vuol dire collaborazione al pericolo”, ha ammonito il porporato sottolineando che “anche in Congo la Chiesa fa del suo meglio, ma ha problemi per mancanza di personale. Bisogna osare”. A prendere la parola in sala stampa anche Judite da Rocha, la “paladina” brasiliana delle vittime delle dighe. Da domani i sinodali lavoreranno per il documento finale del Sinodo per l’Amazzonia.
In un’intervista al Sir, Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede, spiega che “il Sinodo è la Chiesa in cammino. È un cammino faticoso. Non un’arrampicata”. Stilando un bilancio su come comunica, e come è stato recepito dai comunicatori, il Sinodo per l’Amazzonia, sottolinea come “il Sinodo ci sta dicendo che non possiamo dirci cristiani, non possiamo dirci cattolici se non ci facciamo carico del bene comune, cioè di tutti”.

Terremoto Centro Italia: mons. Pompili (Rieti) su decreto ricostruzione, “misure positive, meglio tardi che mai”

Approvate ieri sera dal Governo una serie di misure volte a risollevare le regioni del Centro Italia (Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo) colpite dal sisma del 2016. Tra queste, la proroga per tutto l’anno prossimo, sino a fine 2020, dello stato d’emergenza e l’approvazione di ulteriori interventi urgenti per l’accelerazione e il completamento delle ricostruzioni in corso nei territori colpiti. “Meglio tardi che mai”, ha commentato al Sir il vescovo di Rieti, mons. Domenico Pompili, per il quale “sono misure positive che vanno nella direzione auspicata da tempo e che danno risposte concrete”. Il vescovo di Rieti, nella cui diocesi si trovano alcuni dei centri più segnati dal sisma come Amatrice e Accumoli, tuttavia, segnala “che dopo tre anni abbondanti siamo ancora a discutere su come progettare l’eventuale ricostruzione. Questo dice anche del difficile rapporto che c’è stato tra Governo centrale e istituzioni locali. La fase dell’ascolto è stata troppo lunga”, rimarca.

Maltempo: in Piemonte fiumi di fango, danni alle coltivazioni e allagamenti

È di due morti e di circa un centinaio di sfollati il bilancio del maltempo che ha colpito il Nord Italia. Frane, allagamenti, danni alle coltivazioni per milioni di euro. Il Piemonte ha chiesto lo stato d’emergenza. Per ora la situazione è sotto controllo, ma si è in allerta per ulteriori piogge previste per giovedì. A Gavi, nell’alessandrino, allagamenti nel santuario Nostra Signora delle Grazie e quaranta sfollati a causa di una frana. “Questo fiume d’acqua ha portato detriti e fango”, ha raccontato al Sir suor Miriam Aquilani, una delle cinque religiose della Fraternità della Santissima Vergine Maria, che da quattro anni vivono nel santuario: “Da noi si è allagata la chiesa e i locali delle caldaie ma rispetto al resto della popolazione non è nulla. Le persone sono desolate, soprattutto quelle che hanno attività commerciali e negozi vicino al forte. Però si sono messi tutti subito all’opera”. Il vescovo di Acqui, mons. Luigi Testore, ha espresso vicinanza “a tutti coloro che sono stati colpiti da questa calamità e come diocesi cercheremo di dare il nostro contributo per aiutare le famiglie in situazioni di maggiore difficoltà”. Il vescovo è in contatto con i parroci del territorio per monitorare la situazione. “A Rossiglione ci sono state diverse persone evacuate, mentre è crollata la chiesetta dalla Misericordia vicino Campo Ligure”.

Ue: Juncker (Commissione) agli eurodeputati, “lottate contro i nazionalismi”. Bilancio di 5 anni alla guida dell’esecutivo

(Strasburgo) “Lottate contro i nazionalismi, stupidi e limitati”. Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione, ha concluso così il suo – probabilmente – ultimo discorso dinanzi all’Europarlamento, riunito questa settimana in plenaria a Strasburgo. Se le procedure per la nuova Commissione guidata da Ursula von der Leyen procederanno come stabilito, Juncker lascerà l’incarico di Bruxelles il 30 novembre. Chiamato a rendere conto dell’operato del suo Collegio per il periodo 2014-2019, ha snocciolato numeri e risultati, senza tacere gli “insuccessi” come il non aver risolto la divisione dell’isola di Cipro, il non essere riusciti a definire un trattato con la Svizzera, il non aver completato l’Unione bancaria, “tassello essenziale per l’Unione economica e monetaria”. Si è detto invece soddisfatto per aver contribuito a definire il “Pilastro dei diritti sociali”, per “assegnare una dimensione sociale all’Ue”. Poi il capitolo Africa, “alla quale serve solidarietà, non la nostra carità” e per questo l’Ue dovrebbe dar vita a un “vero partenariato con il vicino continente”. Solidarietà che “è mancata” nel capitolo migrazioni, ha aggiunto Juncker.

Bolivia: Tribunale elettorale attribuisce vittoria a Morales al primo turno. Vescovi, “cogliamo indizi di frode”

Il Tribunale supremo elettorale plurinazionale (Trep) boliviano ha pubblicato nel tardo pomeriggio di ieri un nuovo aggiornamento dei dati relativi alle Presidenziali di domenica scorsa, rovesciando l’iniziale esito e attribuendo al presidente socialista uscente Evo Morales la vittoria al primo turno. Secondo i dati del Trep, relativi alla quasi totalità delle sezioni, Morales ha ottenuto il 46,85% dei consensi, il suo principale contendente Carlos Mesa il 36,74%. In tal modo Morales, avendo superato il 40% e avendo distanziato Mesa di oltre dieci punti, seppure di pochissimo, eviterebbe il ballottaggio. Il responso del Trep è giunto al termine di una giornata durante la quale non erano stati comunicati aggiornamenti, mentre si diffondevano ipotesi di frode elettorale. In un comunicato emesso nella serata di ieri (ora locale), il Consiglio permanente della Conferenza episcopale boliviana (Ceb) osserva “insieme a molti cittadini, indizi di frode nei dati trasmessi, nei quali sottolineiamo la totale assenza di coincidenza con il conteggio rapido realizzato dall’impresa Vía Ciencia, insieme alla sospettosa interruzione del conteggio dei voti nella notte post elettorale e insieme anche a denunce e immagini relative a fatti che si collocano al margine del rispetto della legalità”.

Haiti: Cadorin (Caritas), “chiusi in casa, tra insicurezza e barricate. Situazione simile a guerra civile”

“È una situazione simile alla guerra civile del 2004. Al momento c’è uno stallo, ma si prevede un peggioramento da qui a dicembre. Girano armi, si sentono spari. Le merci dei camion vengono rovesciate in mezzo alla strada per bloccare la circolazione sulle principali arterie di accesso alla città. L’insicurezza è elevatissima”. Lo ha raccontato al Sir dalla capitale Port-au-Prince Alessandro Cadorin, coordinatore dei progetti di Caritas italiana ad Haiti, dove da cinque settimane sono in corso violente proteste per chiedere le dimissioni del presidente Jovenel Moïse, al potere dal 2017, che però non ha intenzione di dimettersi. Finora sono stati contati almeno 19 morti e 200 feriti. L’Unione europea ha già evacuato il proprio personale, i cooperanti attendono indicazioni per sapere cosa fare. Intanto sono costretti a rimanere chiusi in casa. Non possono pianificare le attività, non si possono spostare per il Paese, sia per le tante gang in azione che taglieggiano gli automobilisti, sia per la scarsità di benzina.

Società: Mattarella, “patto tra le generazioni per far crescere l’Italia”. “Investire nel capitale sociale del Paese”

“Talvolta si levano voci che tendono a creare artificiose contrapposizioni giovani/anziani, a porre in concorrenza le generazioni per quanto attiene alla distribuzione delle risorse pubbliche: è un terreno insidioso che pone in discussione la stessa coesione sociale. La prima preoccupazione di ogni famiglia è l’avvenire di figli e nipoti: ciascuna società sana è, anzitutto, preoccupata del loro avvenire. Quello che va perseguito, semmai, è un consapevole patto tra le generazioni per far crescere l’Italia e confermarla il meraviglioso Paese che abbiamo ricevuto”. Lo ha affermato questa mattina il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della cerimonia di consegna delle insegne ai Cavalieri del lavoro nominati il 2 giugno scorso. “Una frattura che penalizzasse i giovani – nel lavoro, nel reddito, nella possibilità di costruirsi una famiglia e un futuro – sarebbe certamente tra le più dannose per la comunità”, ha ammonito il Capo dello Stato, secondo cui “occorre investire, quindi, con coraggio e intelligenza nel capitale sociale del Paese”. Tra i temi affrontati da Mattarella anche lo sviluppo sostenibile, la fuga all’estero dei giovani italiani, il ruolo dell’Europa.

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Fonte: Sir