Migranti e religioni: l'Islam cresce, ma nessuna "invasione"

Le anticipazioni del Dossier immigrazione dell’Idos, da cui risulta chiaramente infondata la paventata “invasione religiosa”. I cristiani sono quasi 2 milioni e 700 mila, i musulmani più di 1 milione e 600 mila, i fedeli di religioni orientali (induisti, buddhisti, sikh e altri) più di 330 mila, gli ebrei circa 7 mila.

Migranti e religioni: l'Islam cresce, ma nessuna "invasione"

Il Centro Studi e Ricerche Idos e la rivista interreligiosa Confronti presentano i risultati della stima della realtà multireligiosa in Italia, determinatasi a seguito dell’immigrazione.
Si tratta di un’anticipazione del Dossier statistico immigrazione, che sarà presentato il 2 marzo a Roma.
Essendo il 2015 caratterizzato per l’Italia da due eventi quali l’Expo Universale e il Giubileo straordinario della Chiesa cattolica, si è pensato di unire agli approfondimenti sulla situazione multireligiosa nazionale degli spunti sui contesti europeo e mondiale.

In sintesi, emerge che l’islam resta una componente del mosaico religioso italiano, importante ma non predominante.
I cristiani – nelle loro varie componenti – si confermano come l’aggregato confessionale maggioritario ma nel quadro di “nuovo pluralismo” largamente determinato proprio dai flussi migratori.
L’analisi sociale “in verticale” su queste comunità ci consegna una situazione molto articolata, che si esprime in diverse strategie di integrazione o di presenza nello spazio pubblico nazionale, ma in un contesto culturale e politico che non sembra capace di riconoscere e valorizzare il patrimonio sociale di cui ogni comunità è portatrice.
La stima dell’appartenenza religiosa degli immigrati in Italia è imperniata su una metodologia che il Dossier Statistico Immigrazione segue fin dalla sua prima edizione (1991). La metodologia messa a punto, in mancanza di altri criteri più esaustivi, consiste nel ritenere che le appartenenze religiose riscontrate nei paesi di origine, desumibili dal confronto di pubblicazioni specializzate al riguardo, possa essere applicata anche alle rispettive comunità emigrate all’estero, talora apportando coefficienti correttivi.
Se ne ricava così un quadro vicino alla realtà, salvo restando che per “appartenenza religiosa” si intende solo il legame con un determinato contesto culturale-religioso (senza alcuna possibilità di conoscere le personali posizioni di fede dei singoli, la loro predisposizione alla pratica religiosa e neppure le eventuali conversioni nel frattempo intervenute). Inoltre, la metodologia adottata trova un naturale completamento nelle evidenze empiriche.

I dati.
Secondo i risultati di questa stima, che fa riferimento all’intera popolazione straniera regolarmente residente in Italia alla fine del 2014 (5.014.000 persone), i cristiani sono quasi 2 milioni e 700 mila, i musulmani più di 1 milione e 600 mila, i fedeli di religioni orientali (induisti, buddhisti, sikh e altri) più di 330 mila, gli ebrei circa 7 mila, quelli provenienti da aree in cui sono diffuse le religioni tradizionali 55 mila, gli appartenenti ad altri gruppi religiosi più difficilmente classificabili 84 mila, mentre ammontano a 221 mila gli atei e gli agnostici.
Rispetto al 2013, la consistenza dei diversi gruppi religiosi risulta incrementata numericamente, essendo calcolata su una popolazione straniera a sua volta aumentata. I cambiamenti strutturali si rilevano, però, solo dalla modifica della incidenza percentuale di ciascun gruppo religioso rispetto al 2013: cristiani 53,8% (6 punti decimali in più), musulmani 32,2% (9 punti decimali in meno), fedeli di religioni orientali 6,7% (3 punti decimali in più), mentre negli altri gruppi non si riscontrano variazioni percentuali.

Pertanto, è chiaramente infondata la paventata “invasione religiosa”, considerato che gli immigrati sono per lo più cristiani, tra i quali comunque gli evangelici, pur meno numerosi degli ortodossi (che superano anche i cattolici), costituiscono una consistente e crescente realtà.
In alcune regioni (Lazio, Molise, Basilicata e Calabria) i cristiani superano l’incidenza del 60%, mentre i musulmani sfiorano l’incidenza del 40% in Emilia Romagna e nel Trentino Alto Adige; i fedeli di religioni orientali sono pari al 7,5% nel Veneto e gli evangelici e gli altri cristiani raggiungono il 6% nel Lazio. È del 7,4% l’incidenza più elevata degli atei e degli agnostici (per lo più provenienti dai paesi dell’Europa dell’Est e della Cina) e la si riscontra in Toscana.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)