«Ero nella metro poco prima dell'esplosione», la testimonianza di una cooperante italiana

Stefania Piccinelli, cooperante del Gruppo di volontariato civile, si trova a Bruxelles per seguire il vertice europeo sui migranti. «Sentiamo le sirene, e se guardo fuori dalla finestra vedo pochissima gente in giro e tanti elicotteri sopra le nostre teste».

«Se penso che 20 minuti prima della bomba passavo su quella linea, mi si gela il sangue. Sono stata fortunata». Scossa, commenta così Stefania Piccinelli, cooperante di Gvc, Gruppo di volontariato civile con sede a Bologna, che si trova a Bruxelles da alcuni giorni per seguire il vertice europeo sui migranti. Questa mattina, intorno alle, 8 ha preso la metropolitana ed è scesa alla fermata Arts-Loi, quella che precede Maelbeek, dove è avvenuta, in ordine temporale, la terza esplosione.
«Sentiamo le sirene, e se guardo fuori dalla finestra vedo pochissima gente in giro e tanti elicotteri sopra le nostre teste - dice Stefania che, attualmente, si trova in un palazzo alle spalle del Parlamento europeo - La Farnesina ha mandato un messaggio per chiedere di non muoverci, di aspettare dove ci troviamo».

La cooperante si trovava nella capitale belga anche nei giorni dopo gli attacchi del 13 novembre a Parigi: «Allora vidi una città completamente militarizzata, mentre nei giorni scorsi mi sembrava che tutto fosse tornato alla normalità. Nemmeno dopo l’arresto di Salah abbiamo avuto la percezione che qualcosa stesse per succedere. Siamo increduli e sospesi, è ancora difficile rendersi conto di quanto è successo e sta succedendo». 

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)