Leone XIV: mons. Perego (Commisione Cei Migrazioni), “ancora una volta Papa è figlio di emigranti”

"Ancora una volta il nuovo Papa è figlio di emigranti, non dell'America del Sud, come per Papa Francesco, ma dell'America del Nord. Anche Leone XIV è figlio di uomini che si sono messi in cammino, in questo caso dalla Francia, che usciva da una devastante guerra con l'Impero Austro-ungarico, per fuggire dalla miseria e ricominciare una nuova vita". Lo ricorda al Sir mons. Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara -Comacchio e presidente della Commissione Cei per le Migrazioni

Leone XIV: mons. Perego (Commisione Cei Migrazioni), “ancora una volta Papa è figlio di emigranti”

“Ancora una volta il nuovo Papa è figlio di emigranti, non dell’America del Sud, come per Papa Francesco, ma dell’America del Nord.
Anche Leone XIV è figlio di uomini che si sono messi in cammino, in questo caso dalla Francia, che usciva da una devastante guerra con l’Impero Austro-ungarico, per fuggire dalla miseria e ricominciare una nuova vita”. Lo ricorda al Sir mons. Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara -Comacchio e presidente della Commissione Cei per le Migrazioni evidenziando che il nuovo Papa è “figlio del cattolicesimo americano del ‘900, che è frutto di una sintesi straordinaria di diversi elementi culturali, ecclesiali che hanno formato una nuova Chiesa, che Leone XIII aveva accompagnato nei suoi primi passi, anche con l’aiuto di pastori come il santo Giovanni Battista Scalabrini e di religiose come santa Francesca Cabrini, la prima santa statunitense, perché aveva ottenuto la cittadinanza di quel Paese dove era arrivata su indicazione dello stesso Leone XIII”.

La Chiesa di Leone XIV, dalle sue prime parole, risponderà attraverso una Chiesa “aperta”, “sinodale”, “missionaria”: una Chiesa “in uscita – dice mons. Perego – “capace di purificarsi, di rinnovarsi e non di rinchiudersi. Tutto questo fa pensare che Leone XIV continuerà il cammino sinodale intrapreso da Papa Francesco e che avrebbe voluto seguire per un nuovo triennio”. Il presule sottolinea che in una serata che “non sembrava regalare sorprese”, i cardinali hanno scelto tra loro il Successore di Pietro, nella persona di Robert Francis Prevost, che ha preso il nome di Leone XIV e sottolinea che le prime parole di Leone XIV si “collocano in questo tempo pasquale dove al centro c’è il Risorto nostra pace, che ci regala la pace. L’aggancio al tempo pasquale diventa per Leone XIV un invito a portare la pace nel nostro cuore, nelle famiglie, nelle città, nel mondo segnati da prepotenza, violenza e guerre. Una pace ‘disarmata’ e ‘disarmante’, che siamo chiamati a costruire insieme e che chiede, ecco la seconda parola del primo discorso di papa Leone XIV, dialogo, chiede di costruire ‘ponti’ e non muri: dialogo e ponti sono due parole che collegano immediatamente il suo Magistero e Ministero al Magistero e al Ministero di San Paolo VI (l’enciclica Ecclesiam suam) e di papa Francesco (l’enciclica Fratelli tutti), ma anche alla ‘Città di Dio’ di Sant’Agostino, di cui Leone XIV è figlio”. La ‘Città di Dio’, infatti, è un’opera di S. Agostino scritta di fronte allo smarrimento delle invasioni barbariche che portavano i cristiani della sua Chiesa a domandarsi: che sarà di noi? E Sant’ Agostino ricorda che Dio è il Signore della storia. “E’ una domanda che interroga anche i cristiani di oggi difronte ai cambiamenti climatici – spiega mons. Perego – alle 57 guerre in atto, al movimento delle persone. E’ una domanda che interpella anche il nuovo Papa, Leone XIV”. La Chiesa di papa Leone XIV, dalle sue prime parole, “risponderà a questa domanda attraverso una chiesa ‘aperta’, ‘sinodale’ ‘missionaria’: una Chiesa in uscita, capace di purificarsi, di rinnovarsi e non di rinchiudersi. Tutto questo fa pensare – spiega Perego – che Leone XIV continuerà il cammino sinodale intrapreso da Papa Francesco e
che avrebbe voluto seguire per un nuovo triennio. L’esperienza missionaria in America Latina, in Perù, ha forgiato profondamente lo stile del nuovo Pontefice, anche in ordine a un altro tema toccato dal primo discorso di Leone XIV: la giustizia”. Il nome Leone XIV del
nuovo Pontefice è “forse anche un richiamo a Leone XIII come a colui che ha iniziato la dottrina sociale della Chiesa, formando una nuova stagione del cattolicesimo sociale che si confronta con i drammi del mondo agricolo e del mondo operaio e che condanna ogni forma di sfruttamento e di ingiustizia che generano le nuove strutture e i nuovi modelli economici, tanto da essere chiamato dalla stampa ‘Il Papa socialista’. Un volto, un nome, un programma in continuità con le scelte conciliari e sinodali, con uno sguardo preferenziale a chi soffre e un amore filiale a Maria, Madre della Chiesa. La Chiesa e il mondo, che il nuovo Pontefice conosce, sono strettamente uniti nelle prime parole di Leone XIV, per regalare a tutti la gioia e la speranza, doni evangelici”.

Raffaele Iaria

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Fonte: Sir