A Sabiona, pro tempore. I cistercensi rimarranno in prova a Sabiona fino all’8 dicembre

Le giornate sono scandite dall’”ora et labora” di s. Benedetto, su cui si fonda il carisma cistercense

A Sabiona, pro tempore. I cistercensi rimarranno in prova a Sabiona fino all’8 dicembre

“20C+M+B22”. “Christus Mansionem Benedicat”, o – come generalmente si pensa – Caspar, Melchior e Balthasar, i nomi dei Magi. L’insegna, scritta a mano col gessetto dagli Sternsinger, ci rivela che quest’anno, tra Natale e l’Epifania i Re Magi non sono saliti fin lassù, per portare la tradizionale benedizione. Sul campanello si legge ancora “Suore benedettine”, ma sono già due anni che le monache hanno lasciato quella rocca dalla quale per più di tre secoli hanno levato al cielo le loro preghiere. L’aria è frizzante. La notte è piovuto e lungo il sentiero, che si inerpica ripido tra le rocce, foglie dai mille colori si intrecciano formando un tappeto tanto brillante quanto scivoloso.

L’appuntamento è per le 9.30. E puntuale eccolo, p. Kosmas Thielmann, che viene ad aprirci la porta. “Herzlich Willkommen in Säben”, “benvenuti a Sabiona”.

Originario di Essen, classe 1966, alle spalle studi di medicina e giurisprudenza e una specializzazione in teologia morale, p. Kosmas è un cistercense dell’abbazia austriaca di Heiligenkreuz. Ci accoglie nella Stube della foresteria (la Stube è la tradizionale stanza riscaldata con la stufa a legna, tipica della regione tirolese e presente in tutti i masi del Trentino-Alto Adige), dove fin da subito ci si sente avvolti dal calore non solo del legno, con cui è perlinata la stanza, ma anche da quello dei piccoli gesti, come il piatto in vetro pieno di cioccolatini, i bicchieri e le caraffe d’acqua e il caffè fumante, preparato nella vicina Teeküche, e servito in bicchierini  di vetro.

Ad attenderci nella Stube c’è il sorriso di p. Edmund Waldstein, 40 anni tra pochi giorni. Madre statunitense e padre della Bassa Austria, nato in Arizona e cresciuto in Indiana, p. Edmund è docente di teologia morale. Passano pochi minuti ed ecco comparire sulla soglia della stanza p. Josef Riegler, il più “grande” del gruppo. Classe 1957, è parroco a Wimpassing e decano a Gloggnitz, nell’arcidiocesi di Vienna. Così come p. Kosmas ha lasciato per 5 settimane la sua parrocchia, per verificare di persona se il progetto di aprire una nuova comunità a Sabiona sia fattibile o meno.

Gli ultimi ad arrivare sono i più giovani di questa comunità “pro tempore”. Fr. Aloisius Zierl, 33 anni, che sta studiando archivistica e fr. Anastasius Erling, che di anni ne ha 27 e che lo scorso 15 agosto ha emesso la professione solenne.

“Sono arrivato a Sabiona il 2 novembre – racconta p. Kosmas – p. Edmund e p. Josef mi hanno raggiunto in auto il giorno seguente. Fr. Aloisius e fr. Anastasius rimangono con noi solo una settimana”. Nei prossimi giorni arriverà a Sabiona anche l’abate Maximilian Heim e l’economo, p. Markus Rauchegger.

I cistercensi rimarranno in prova a Sabiona fino all’8 dicembre. Fino ad allora la piccola comunità, coordinata da p. Kosmas restituirà vita e preghiera a quel monte che tutti e cinque i monaci riconoscono come un “luogo meraviglioso, dove si respira una forte spiritualità”. Le giornate sono scandite dall’”ora et labora” di s. Benedetto, su cui si fonda il carisma cistercense. Tre i momenti di preghiera aperti a tutti in quella che era un tempo la chiesa delle suore benedettine. Si inizia alle 6 con mattutino e lodi; alle 11.30 la celebrazione della s. messa, cui segue l’ora media. Alle 18 la giornata si chiude con la preghiera dei vespri e la compieta. “I momenti di preghiera sono aperti a tutti coloro che vogliono partecipare – spiega p. Kosmas –. Da quando siamo arrivati non è passato un giorno che non siano salite persone per pregare con noi”.

In questo momento i frati vivono nella foresteria, che è di dimensioni ridotte rispetto all’imponente monastero e per questo è più facile ed economica da riscaldare. Si spostano nel monastero per pregare e per preparare i pasti nella cucina al primo piano. Nel refettorio, com’è tradizione, c’è un leggio. “Siamo troppo pochi per avere un lettore durante i pasti – spiega p. Josef – ma nei conventi più grandi è consuetudine che si mangi in silenzio, ascoltando le letture che vengono proposte di giorno in giorno”.

In queste, che sono settimane di prova, di incontri, di verifiche e valutazioni, così come di colloqui e conoscenze, non sono certo mancate e non mancano le difficoltà.

“Appena arrivato – racconta p. Kosmas – ho scoperto che c’era un tubo rotto in cucina. E quindi niente acqua calda. Neppure per la doccia. È comprensibile, stiamo parlando di un edificio molto antico, che non è abitato da due anni. Abbiamo subito provveduto ad una riparazione di emergenza e ora l’acqua calda è garantita”. Così com’è ora garantito anche il wi-fi. Nell’era della comunicazione digitale, internet e la rete sono strumenti fondamentali anche per i monaci cistercensi. “In queste settimane di assenza dalla mia parrocchia, la rete è indispensabile per mantenere i contatti e per rispondere alle necessità della comunità”, sottolinea p. Josef. Ma non solo. “La rete è fondamentale anche per chi, come p. Edmund, deve tenere delle lezioni o per fr. Aioisius o fr. Anastasius, che le devono seguire – aggiunge p. Kosmas –. Il sistema delle videolezioni, adottato durante il periodo del covid ci viene sicuramente incontro, ma è necessario avere un buon modem che garantisca il collegamento wi-fi”.

Alla spesa provvede p. Kosmas che è un po’ la “locomotiva” di questo progetto. Scalatore e arrampicatore, non si fa certo problemi a scendere ogni due o tre giorni in paese a Chiusa per acquistare quello che serve. “A scendere ci mette 9 minuti – sottolinea sorridendo p. Edmund – mentre a risalire, con la spesa nello zaino di minuti ne impiega 18”. Per chi non è mai stato a Sabiona è bene, a questo punto precisare che per raggiungere il monastero attraverso il sentiero della Via Crucis (quello più breve tra i due che collegano il convento alla valle), oltre ad avere gambe allenate, servono di solito tra i 30 e i 40 minuti.

Se i cistercensi di Heiligenkreuz decideranno di dar vita ad una nuova comunità a Sabiona lo si saprà solo nella primavera del prossimo anno, dopo il capitolo. Da 5 anni è stato avviato il priorato a Neuzelle e da 35 quello di Buchum-Stiepel nel Bacino della Ruhr, in Germania. Entrambe queste comunità dipendono ancora da Heiligenkreuz. Con Sabiona, le comunità legate alla “casa madre” diventerebbero tre. E questo richiede non solo un impegno economico, ma anche di monaci, che sarebbero tolti ai loro attuali incarichi. Ora, comunque, come si legge sulla pagina Fb di Heiligenkreuz, è il tempo della prova e dell’osservazione. “Ascolta, o figlio, gli insegnamenti del maestro e tendi l’orecchio del tuo cuore”, così come ricorda l’inizio della Regola benedettina, che ritroviamo inciso nella sala del capitolo del monastero.

Sono quasi le 11.30. In chiesa ci sono già 15 pellegrini arrivati per partecipare alla Messa. Ora è tempo di pregare.

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Fonte: Sir