Conclave 2025: cresce il peso di Asia e Oceania nel collegio con 27 elettori
Al Conclave 2025 parteciperanno 27 cardinali elettori da Asia e Oceania, pari al 20% del collegio. Provenienti da Chiese di minoranza, portano esperienze di dialogo, missione e annuncio. L’età media è di 68 anni, tra le più basse a livello globale

Saranno 27 i cardinali elettori provenienti da Asia e Oceania a partecipare al prossimo Conclave, pari al 20% del collegio. Di questi, 23 provengono dall’Asia (17%) e 4 dall’Oceania (3%). Una presenza in crescita, che riflette il dinamismo delle comunità cattoliche in due continenti vasti e culturalmente variegati. Molti di loro operano in contesti di minoranza, spesso segnati da tensioni sociali, culturali o religiose. L’età media è di 68 anni. Una Chiesa giovane, missionaria, spesso silenziosa, ma profetica.
Asia meridionale
Dall’India provengono 4 cardinali: Filipe Neri Ferrão (1953), arcivescovo di Goa e Damão, è attento alla sinodalità e all’identità cristiana in contesto pluralista; Anthony Poola (1961), arcivescovo di Hyderabad, è il primo cardinale dalit nella storia della Chiesa indiana; George Jacob Koovakad (1973), giovane prelato, riflette il volto emergente della nuova generazione ecclesiale; Baselios Cleemis (1959), capo della Chiesa siro-malankarese, porta al Conclave la ricchezza delle Chiese orientali in India.
Dal Pakistan proviene Joseph Coutts (1945), arcivescovo emerito di Karachi, noto per il suo impegno nel dialogo interreligioso e nella promozione della pace in un contesto segnato da tensioni religiose. Dal Myanmar, Charles Maung Bo (1948), arcivescovo di Yangon, è il primo cardinale del Paese e si distingue per il suo impegno nella riconciliazione e nella difesa dei diritti umani.
Dalla Thailandia, Francis Xavier Kriengsak Kovithavanij (1949), arcivescovo emerito di Bangkok, ha focalizzato il suo ministero sull’educazione, la pace e la riconciliazione. Dall’Indonesia, Ignatius Suharyo Hardjoatmodjo (1950), arcivescovo di Jakarta e ordinario militare per l’Indonesia, è noto per il suo impegno nel dialogo interreligioso e nella giustizia sociale.
Dalla Malaysia, Sebastian Francis (1951), vescovo di Penang, è impegnato nella promozione del dialogo interreligioso e dell’armonia sociale in un contesto multireligioso.
Dallo Sri Lanka, Albert Malcolm Ranjith (1947), arcivescovo di Colombo, ha servito come nunzio apostolico e segretario della Congregazione per il Culto Divino, ed è noto per la sua fermezza dottrinale e il suo impegno nella promozione della liturgia.
Asia orientale
Il Giappone è rappresentato da Thomas Aquino Manyo Maeda (1949), arcivescovo di Osaka-Takamatsu, e da Tarcisio Isao Kikuchi (1958), presidente della Conferenza dei vescovi cattolici del Giappone e presidente di Caritas Internationalis, entrambi impegnati nel dialogo e nella testimonianza cristiana in un contesto secolarizzato.
Dalle Filippine provengono 3 cardinali: Luis Antonio Gokim Tagle (1957), pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, già arcivescovo di Manila e figura di spicco a livello globale; Jose Fuerte Advincula (1952), arcivescovo di Manila, pastore attento ai poveri e ai giovani; Pablo Virgilio David (1959), vescovo di Kalookan, noto per il suo impegno nella difesa dei diritti umani e della dignità dei più deboli.
Dalla Corea del Sud arriva Lazzaro You Heung-sik (1951), prefetto del Dicastero per il Clero, rappresentante di una Chiesa vivace e missionaria in una società in rapido cambiamento.
Asia sud-orientale e Cina
Da Singapore proviene William Seng Chye Goh (1957), arcivescovo di Singapore, promotore di un cristianesimo radicato nella cultura asiatica. Da Timor Est arriva Virgilio do Carmo da Silva (1967), primo cardinale del Paese, guida di una Chiesa giovane e profondamente popolare. Dalla Mongolia, Giorgio Marengo (1974), missionario della Consolata, è tra i più giovani del collegio cardinalizio e porta la voce di una Chiesa nascente. Dalla Cina continentale giunge Stephen Chow Sau-yan (1959), vescovo di Hong Kong, gesuita, chiamato a una delicata missione di comunione e discernimento in una realtà complessa.
Vicino Oriente
Dal Iraq arriva Louis Raphaël Sako (1948), patriarca caldeo, testimone della fede tra le difficoltà del Paese mediorientale. Da Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa (1965), patriarca latino, guida della Chiesa cattolica in Terra Santa, figura di dialogo e costruzione di ponti. Dall’Iran, Dominique Joseph Mathieu (1963), arcivescovo di Teheran-Ispahan, è il primo cardinale con sede in Iran, noto per il suo impegno nel dialogo interreligioso e nella promozione della pace in un contesto complesso.
Oceania
Dall’Oceania giungono 4 cardinali elettori, provenienti da una regione vastissima e con una presenza cattolica numericamente contenuta ma molto attiva. John Ribat (1957), arcivescovo di Port Moresby (Papua Nuova Guinea), è il primo cardinale del suo Paese e si è distinto per il suo impegno nella tutela dell’ambiente e dei diritti umani. Soane Patita Paini Mafi (1961), vescovo di Tonga, è il più giovane cardinale mai nominato da quell’arcipelago e rappresenta una Chiesa insulare profondamente radicata nella vita delle comunità locali. John Atcherley Dew (1948), arcivescovo emerito di Wellington (Nuova Zelanda), ha guidato per anni la Chiesa neozelandese promuovendo il dialogo e la formazione teologica. Mykola Bychok (1980), eparca per i fedeli ucraini in Australia, è il più giovane tra i cardinali e testimonia la presenza viva delle Chiese orientali anche nel continente australe. In un contesto di secolarizzazione crescente, i cardinali dell’Oceania portano al Conclave l’esperienza di una Chiesa prossima alle periferie geografiche e umane.