Coronavirus Covid-19: card. De Donatis, “Dio non è impotente, è ridicolo pensare che un virus possa impedirgli di consolare i suoi figli”

“Il cristiano – ogni battezzato – non è più un mendicante di felicità; un affamato che va in giro frugando nei rifiuti. Egli stesso è un pozzo, una sorgente inesauribile di Vita. Dio ha messo in ciascuno dei suoi figli tutto quello che serve per vivere e amarlo”.

Coronavirus Covid-19: card. De Donatis, “Dio non è impotente, è ridicolo pensare che un virus possa impedirgli di consolare i suoi figli”

Così il card. Angelo De Donatis, vicario generale del Papa per la diocesi di Roma, ha commentato il Vangelo odierno, nell’omelia della messa celebrata dalla cappella “Gesù Buon Pastore” e trasmessa in diretta su Rai Uno e sul profilo Facebook della Cei.

“Non Gerusalemme o il monte Garizim, ma io – e i miei fratelli – siamo il tempio di Dio sulla terra”, ha spiegato il cardinale. “In questo tempo tribolato, in cui è anche difficile andare nelle nostre chiese di mattoni e non possiamo accostarci ai sacramenti – ha proseguito – possiamo riscoprire come tutta l’esistenza del cristiano sia canale della grazia: Dio non è impotente… è ridicolo pensare che un virus possa impedirgli di consolare i suoi figli amati, di parlargli, di irrobustirli nella prova”. “Certo non possiamo celebrare l’Eucarestia come popolo radunato”, ha ammesso il cardinale: “I riti sono sospesi, ma non il mistero che in essi è significato: anche in mezzo all’epidemia possiamo vivere una vita eucaristica fatta di gratitudine al Padre e servizio al prossimo. Il Dio dell’Esodo parla e insegna nella storia. Anche in questa storia che stiamo vivendo. Ci consola certo, ma ci interroga anche! Ora che i riti sacramentali tacciono, è il momento di far parlare la profezia”.

Dio ci chiede con dolcezza: quanto ciò che fino a ieri hai celebrato è diventato in te acqua viva che zampilla per la vita eterna? Quella vita divina che nemmeno un virus può cancellare?”, le domande di De Donatis: “Verifichiamoci: quanti riti senza mistero! Quante confessioni senza pentimento! Quante eucaristie senza ringraziamento! Quanti matrimoni a fedeltà intermittente! Quanta carità fatta senza amore!”. “La samaritana è andata al pozzo come una rifiutata, ed è tornata a casa da sposa”, ha concluso il cardinale: “Ha scoperto che il Tempio di Dio era lei. Coraggio: riscopriamo la preghiera nel segreto della camera, la meditazione orante della Scrittura, che cancella i peccati veniali, la comunione spirituale, l’esame di coscienza fatto bene e a lungo in attesa di poter ricevere nuovamente l’assoluzione. E soprattutto preghiamo con l’orazione ufficiale della Chiesa che è la liturgia delle Ore. In questo momento, tutti noi battezzati siamo il popolo sacerdotale che intercede per il mondo e che sparge su di esso a piene mani l’acqua dissetante del Consolatore”.

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Fonte: Sir