La promessa dell’acqua viva che Gesù ha fatto alla Samaritana è divenuta realtà nella sua Pasqua

Terza domenica di Quaresima; il Vangelo ci parla della sete fisica e spirituale, di un pozzo, una donna, e di un incontro.

 La promessa dell’acqua viva che Gesù ha fatto alla Samaritana è divenuta realtà nella sua Pasqua

È una piazza San Pietro senza persone quella che Papa Francesco vede affacciandosi dalla finestra dello studio dopo la recita dell’Angelus. Benedizione alla città, e un pensiero ai malati, medici, infermieri, e volontari, ai quali l’arcivescovo di Milano dedica la celebrazione che presiede nel policlinico del capoluogo lombardo. Ai sacerdoti il Papa chiede di non fare come don Abbondio ma di “essere vicini al popolo, perché il popolo non si senta abbandonato”. Preghiera per la città e per il mondo che rinnova a Santa Maria Maggiore, e a San Marcellino al Corso, che raggiunge a piedi lungo via del Corso; preghiera ai piedi del crocifisso miracoloso che, nel 1522, venne portato per le strade di Roma per chiedere la fine della peste.

Terza domenica di Quaresima; il Vangelo ci parla della sete fisica e spirituale, di un pozzo, una donna, e di un incontro. Da Gerusalemme Gesù deve tornare in Galilea, e non sceglie la strada più comoda, se così possiamo dire, cioè quella lungo la valle del Giordano, ma sceglie l’itinerario che passa per la Samaria, i cui abitanti non erano in buoni rapporti con gli ebrei, che li consideravano scismatici. Forse, più che sceglie dovremmo utilizzare il verbo deve: Gesù deve passare per la Samaria, in obbedienza la Padre, perché è stato inviato a tutti gli uomini. Strada faticosa, dunque, e per questo si ferma al pozzo di Sicar, di Giacobbe: ha sete. Il pozzo, nella tradizione dell’antico Testamento è il luogo dove avviene l’incontro tra un uomo e una donna: presso il pozzo il servo di Abramo incontra Rebecca e la chiede in sposa per Isacco; presso il pozzo Giacobbe conosce Rachele, come leggiamo nella Genesi. Giovanni, nel suo Vangelo, con questo racconto rimanda alla tradizione dei libri che hanno preceduto il nuovo Testamento. In questo incontro tra Gesù e la donna, una samaritana, vi è inoltre un superamento di pregiudizi, di ruoli. Il racconto inizia con la richiesta di Gesù, seduto al pozzo e affaticato per il viaggio, rivolge alla donna: “dammi da bere”. Non dice ho sete, ma chiede un coinvolgimento. Non teme di parlare alla donna: quel “dammi da bere” è l’inizio di un dialogo schietto. “Da una parte, l’acqua come elemento essenziale per vivere, che appaga la sete del corpo e sostiene la vita” dice Papa Francesco all’Angelus. Dall’altro “l’acqua come simbolo della grazia divina, che dà la vita eterna. Nella tradizione biblica Dio è la fonte dell’acqua viva – così si dice nei salmi, nei profeti –: allontanarsi da Dio, fonte di acqua viva, e dalla sua Legge comporta la peggiore siccità. È l’esperienza del popolo d’Israele nel deserto”. Nel lungo cammino verso la libertà, “per volere di Dio, Mosè fa scaturire l’acqua da una roccia”.

Torniamo al pozzo. Gesù è fermo e stanco. Entrambi hanno sete: cercano l’acqua, ma trovano altro. Gesù incontra la donna, di cui conosce la storia; lei incontra il Signore, ma non conosce ancora di quale sete deve saziarsi. Con quel “dammi da bere” inizia così l’incontro: Gesù le chiede da bere per evidenziare la sete che c’era in lei, non solo di acqua, ma di incontro, di relazione. Cristo, afferma Francesco, “è il Tempio dal quale, secondo la visione dei profeti, sgorga lo Spirito Santo, cioè l’acqua viva che purifica e dà vita. Chi ha sete di salvezza può attingere gratuitamente da Gesù, e lo Spirito Santo diventerà in lui o in lei una sorgente di vita piena ed eterna. La promessa dell’acqua viva che Gesù ha fatto alla Samaritana è divenuta realtà nella sua Pasqua: dal suo costato trafitto sono usciti ‘sangue ed acqua’. Cristo, Agnello immolato e risorto, è la sorgente da cui scaturisce lo Spirito Santo, che rimette i peccati e rigenera a vita nuova”.

La donna rimane colpita da come Gesù parla della sua situazione: quell’uomo potrebbe essere il Messia e va a raccontarlo alla sua gente. “Come la Samaritana, chiunque incontra Gesù vivo sente il bisogno di raccontarlo agli altri”. Anche noi, dice il Papa, “generati a vita nuova mediante il Battesimo, siamo chiamati a testimoniare la vita e la speranza che sono in noi. Se la nostra ricerca e la nostra sete trovano in Cristo pieno appagamento, manifesteremo che la salvezza non sta nelle “cose” di questo mondo, che alla fine producono siccità, ma in Colui che ci ha amati e sempre ci ama”.

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Fonte: Sir