La volontà muove… la chiesa. Il salvataggio comunitario della chiesa di Stiege

Con il suo legno, le sue vetrate piombate e i suoi tetti spioventi, la chiesa di Stiege è l’unico edificio sacro di questo tipo sopravvissuto fino ai giorni nostri in Germania.

La volontà muove… la chiesa. Il salvataggio comunitario della chiesa di Stiege

La fede muove le montagne… e la volontà muove la chiesa.

Quella dei monti Harz è la più settentrionale delle catene montuose tedesche. Il termine “Harz” deriva dall’alto tedesco medio e significa “foresta”. E sono proprio le foreste – in particolare quelle di abete rosso – a caratterizzare la regione, che si trova sul confine tra i Länder della Bassa Sassonia e della Sassonia-Anhalt. Nell’alto Harz, dove si trova il Brocken, la cima più alta della catena montuosa (1.142 m), è possibile trovare la neve da settembre a maggio e il clima è fresco per quasi 300 giorni all’anno.

Agli inizi del Novecento, in quel luogo ideale per ospitare pazienti con malattie polmonari (in particolare la tubercolosi), venne costruito un sanatorio, la “Albreschtshaus”. Accanto alla struttura – che si trovava a circa 6 chilometri dal piccolo comune di Stiege – si decise nel 1904 di costruire anche una cappella, dove i pazienti potevano trovare aria buona anche per il loro spirito. Una cappella per certi versi rivoluzionaria per stile e architettura. Dove, tradizionalmente angeli e putti adornavano le pareti riccamente decorate con dipinti e affreschi, qui si potevano incontrare solo legno e teste di drago, in piena linea con lo stile architettonico “del drago”, promosso inizialmente in Norvegia e giunto successivamente in Germania, influenzato dall’Art Nouveau.

La ditta W.Witte, a cui era stata commissionata la costruzione della chiesa, era specializzata nella “fabbricazione di case nordiche in legno”. Questi come altri edifici in legno prefabbricati industrialmente, potevano essere ordinati grazie ad un catalogo, moderno e progressista. Anche la chiesa “Marke Albrechtshaus” era presente in questo catalogo campione e poteva essere ordinata praticamente da chiunque. Decisamente innovativo anche il principio modulare, già utilizzato agli inizi del Novecento: le singole parti potevano essere assemblate singolarmente. Questo nuovo metodo di costruzione, che in seguito venne usato più volte nello stile Bauhaus, permise di terminare la costruzione in soli 12 mesi. La chiesa di Stiege venne consacrata solennemente nel 1905.

Con il suo legno, le sue vetrate piombate e i suoi tetti spioventi, la chiesa di Stiege è l’unico edificio sacro di questo tipo sopravvissuto fino ai giorni nostri in Germania. Lunga 23 metri, larga 11 e alta 9, la chiesa è in grado di ospitare 110 persone e presenta al centro del tetto della navata il campanile. Il tetto era inizialmente coperto da tegole a incastro, che sono state successivamente sostituite. Le creste sono modellate sull’esempio delle chiglie delle navi nordiche, alcune delle quali terminavano originariamente con teste di drago, che avrebbero dovuto “spaventare gli spiriti maligni e proteggere nel loro grembo l’edificio dal male”. Col passare degli anni le teste di drago, pesantemente danneggiate dalle intemperie, sono state sostituite con motivi più semplici, nei limiti delle possibilità economiche del tempo.

La “Albrechtshaus”, con la sua chiesa, ha continuato ad accogliere pazienti anche dopo la caduta dell’Impero prussiano e, dopo la seconda guerra mondiale, negli anni della Repubblica Democratica Tedesca (DDR) divenne un ospedale specialistico. Dal 1991 al 1993 – anno della sua chiusura definitiva – la struttura venne trasformata in una clinica di riabilitazione. Nel nuovo millennio i progetti per trasformare l’edificio in un hotel termale andarono in fumo. La costruzione cadde nel degrado e venne distrutta nel 2013 da un grave incendio, che risparmiò fortunatamente la piccola chiesa.

Quella chiesa nel bosco, gioiello architettonico e scrigno di fede, abbandonato alle scorribande dei vandali doveva essere messo in salvo. Ma come?

È il 2014 quando gli abitanti di Stiege costituiscono un gruppo per la conservazione e il recupero dell’edificio. Hanno raccolto offerte durante le sagre estive e i mercatini di Natale e hanno organizzato serate di lettura, concerti e mostre a favore della “chiesa dei draghi”, documentando tutto sul web e sulla pagina Fb “Stabkirche Stiege”. Due anni fa la svolta. Il governo federale tedesco mette a disposizione 300.000 euro dal programma “Monumenti culturali di valore nazionale” e arrivano finanziamenti anche dal Land Sassonia-Anhalt e di aziende e fondazioni locali. L’associazione, che oggi conta 170 iscritti (tra i quali ci anche diverse persone che non fanno parte della comunità parrocchiale), riesce a mettere insieme 1,3 milioni di euro. I fondi ci sono. È ora di rimboccarsi le maniche.

L’associazione acquista la chiesa e le viene assegnato un terreno in centro al paese, nei pressi della stazione, dove trasferire la chiesa. Sì, proprio trasferire.

Più di qualcuno, di fronte al progetto, si è messo a ridere, ma qualche mese più tardi si è dovuto ricredere.

In due anni la chiesa è stata letteralmente smontata. Pezzo per pezzo, asse per asse. Si è passati quindi al restauro delle parti danneggiate dal tempo e dalle intemperie. Sono state ricostruite le teste di drago e le vetrate hanno ritrovato il loro antico splendore. La terza fase è stata quella della ricostruzione. Pezzo per pezzo, asse per asse. Così come era avvenuto nel 1904. Un mese e mezzo fa i volontari dell’associazione hanno messo a dimora i fiori e le piante nel giardino.

Venerdì 20 maggio c’è stato il taglio del nastro della “nuova” chiesa di Stiege, accompagnato da tre giorni di festa e celebrazioni, durante i quali la chiesa è stata ufficialmente restituita alla gente del paese.

In futuro, la “chiesa dei draghi” non ospiterà solo celebrazioni religiose, ma sarà anche un luogo di arte e cultura. Per il pastore evangelico Karsten Höpting – parroco a Stiege da 4 anni –questa non è una “concorrenza”. “In questa cittadina, dove meno di un terzo degli abitanti sono membri della parrocchia è successo qualcosa di straordinario – commenta –. Abbiamo visto e vissuto coesione, creatività, impegno delle persone più diverse per un unico obiettivo: questa è la Chiesa. Questo mostra l’importanza della Chiesa anche al di là dell’appartenenza ad una comunità parrocchiale”.

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Fonte: Sir