Morte di Benedetto XVI: il ricco magistero di “un Pastore mite, dal profondo pensiero teologico e umanista”

Le reazioni di associazioni e organizzazioni alla morte di Joseph Ratzinger. Mons. Perego (Migrantes): “Il Magistero che ci lascia sulle migrazioni è ricco. La sua morte ci consegna questa speranza dei migranti per costruire con loro il nostro futuro”. Acli: “Ha operato per il rinnovamento della Dottrina sociale della Chiesa alla luce delle esigenze dei tempi nuovi”. Sant’Egidio: “Un Pastore mite dal profondo pensiero teologico e umanista”

Morte di Benedetto XVI: il ricco magistero di “un Pastore mite, dal profondo pensiero teologico e umanista”

Numerose le reazioni alla morte del Papa emerito Benedetto XVI. Tante le realtà che hanno voluto ricordare la figura di Joseph Ratzinger. Eccone alcune.

“Il Magistero che Papa Benedetto XVI ci lascia sulle migrazioni è ricco, soprattutto negli otto Messaggi delle Giornate mondiali per il migrante e il rifugiato negli anni del suo Pontificato (2005-2013), a partire dal primo del 2013, dove definisce le migrazioni ‘segno dei tempi’”. Ad affermarlo è la Fondazione Migrantes, il cui presidente Mons Gian Carlo perego, afferma: “Le prospettive in cui si muove il suo Magistero sul tema delle migrazioni, sono state riassunte dallo stesso Benedetto XVI nell’enciclica Caritas in veritate (2009), al n. 62 : ‘Un altro aspetto meritevole di attenzione, trattando dello sviluppo umano integrale, è il fenomeno delle migrazioni. È fenomeno che impressiona per la quantità di persone coinvolte, per le problematiche sociali, economiche, politiche, culturali e religiose che solleva, per le sfide drammatiche che pone alle comunità nazionali e a quella internazionale. Possiamo dire che siamo di fronte a un fenomeno sociale di natura epocale, che richiede una forte e lungimirante politica di cooperazione internazionale per essere adeguatamente affrontato. Tale politica va sviluppata a partire da una stretta collaborazione tra i Paesi da cui partono i migranti e i Paesi in cui arrivano; va accompagnata da adeguate normative internazionali in grado di armonizzare i diversi assetti legislativi, nella prospettiva di salvaguardare le esigenze e i diritti delle persone e delle famiglie emigrate e, al tempo stesso, quelli delle società di approdo degli stessi emigrati. Nessun Paese da solo può ritenersi in grado di far fronte ai problemi migratori del nostro tempo’”.
Continuava Ratzinger: “Tutti siamo testimoni del carico di sofferenza, di disagio e di aspirazioni che accompagna i flussi migratori. Il fenomeno, com'è noto, è di gestione complessa; resta tuttavia accertato che i lavoratori stranieri, nonostante le difficoltà connesse con la loro integrazione, recano un contributo significativo allo sviluppo economico del Paese ospite con il loro lavoro, oltre che a quello del Paese d'origine grazie alle rimesse finanziarie. Ovviamente, tali lavoratori non possono essere considerati come una merce o una mera forza lavoro. Non devono, quindi, essere trattati come qualsiasi altro fattore di produzione. Ogni migrante è una persona umana che, in quanto tale, possiede diritti fondamentali inalienabili che vanno rispettati da tutti e in ogni situazione’”.

Per Mons. Perego, “sono prospettive che si muovono nella tradizione del Magistero e dell’azione sociale della Chiesa, ribadite anche nell’Angelus della domenica 10 gennaio 2010 (dopo i fatti di Rosarno) e del Messaggio per la Giornata Mondiale delle Migrazioni (16 gennaio 2011), dal titolo: ‘Una sola famiglia umana’. Un messaggio che riprende il tema del diritto di migrare, già affermato da Giovanni XXIII nell’enciclica Mater et Magistra (n. 30) e ribadito da Paolo VI nell’enciclica Octogesima Adveniens (n. 17), e al tema di una fraternità universale che chiede di leggere l’accesso e la destinazione dei beni dentro la prospettiva di una cittadinanza universale: tema approfondito poi da papa Francesco nell’enciclica Fratelli tutti. L’ultimo messaggio per la Giornata mondiale dei migranti e rifugiato, del 2013, Papa Benedetto XVI lo ha dedicato al tema ‘Migrazioni: pellegrinaggio di fede e di speranza’, in concomitanza con le celebrazioni del 50° anniversario dell’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II  e del 60° della promulgazione della Costituzione Apostolica Exsul familia , mentre tutta la Chiesa era impegnata a vivere l’Anno della fede , raccogliendo con entusiasmo la sfida della nuova evangelizzazione”.
“’Fede e speranza - scriveva Papa Benedetto XVI - formano un binomio inscindibile nel cuore di tantissimi migranti, dal momento che in essi vi è il desiderio di una vita migliore, unito molte volte alla ricerca di lasciarsi alle spalle la disperazione di un futuro impossibile da costruire’. La sua morte – conclude Mons. Perego - ci consegna questa fede e questa speranza dei migranti per costruire con loro il nostro futuro, come ha ripetuto Papa Francesco nel Messaggio per la Giornata dei migranti e dei rifugiati di quest’anno. Un Magistero che continua”. 

Sant’Egidio: “Un Pastore mite dal profondo pensiero teologico e umanista”

La Comunità di Sant’Egidio si è unita al cordoglio e alla preghiera di tutta la Chiesa per la scomparsa di Benedetto XVI, “un pastore mite e profondo che fin dal Concilio Vaticano II è stato punto di riferimento fondamentale, con il suo pensiero teologico e umanista, anche per i movimenti ecclesiali sorti in quella stagione”.

Afferma Sant’Egidio: “Ricordiamo gli incontri, le visite, i momenti di preghiera con la Comunità lungo il suo pontificato, che hanno segnato in maniera significativa la vita e la riflessione di Sant'Egidio: in particolare la partecipazione all'incontro di Preghiera per la Pace con le religioni mondiali a Napoli, nel 2007, la preghiera per i testimoni della fede del XX e XXI secolo nella basilica di San Bartolomeo, memoriale dei ‘Nuovi Martiri’, l'incontro con i giovani della Comunità e gli operatori del programma Dream in Camerun, le visite alla casa famiglia degli anziani e alla mensa per i poveri a Roma. ‘Qui - disse, con parole che restano come una preziosa sintesi della nostra amicizia con i poveri - si confonde e si riunisce chi serve e aiuta con chi è aiutato e servito, formando un’unica famiglia’. Lo ricordiamo con affetto e profonda gratitudine”.

Acli: “Ringraziamo il Papa Emerito per la fede, l’amore per la verità e il coraggio”

Le Acli si uniscono al cordoglio ed alla preghiera di papa Francesco e di tutta la Chiesa universale per la scomparsa del Papa Emerito, Benedetto XVI. “In tutta la sua esistenza di teologo, Vescovo, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede ed infine Sommo Pontefice, Joseph Ratzinger è stato guidato da una fortissima passione per la verità che egli intendeva come manifestazione dell’amore di Dio per gli uomini in Gesù Cristo – affermano le Acli -. Segnato dall’esperienza della Seconda Guerra mondiale e dal doloroso cammino di ricostruzione della sua Patria tedesca, egli si fece carico del terribile fardello dello sterminio del popolo ebraico e di altre presunte ‘razze inferiori’ da parte del potere nazista al fine, come disse nella sua visita ad Auschwitz nel 2006, di ottenere ‘con la purificazione della memoria, alla quale ci spinge questo luogo di orrore (…) di porre un limite al male e dare forza al bene’”. 

Continuano le Acli: “Sempre saldo fu il suo riferimento al Concilio Vaticano II, cui partecipò come esponente di punta fra i periti che affiancavano i Padri conciliari, che egli intese come ‘riforma e non rottura’ rispetto alla continuità della grande Tradizione della Chiesa, spesso scontando incomprensioni e malesseri rispetto a quelle che gli sembravano fughe in avanti o veri e propri errori teologici”. 
“In materia sociale, egli operò per il rinnovamento della Dottrina sociale della Chiesa alla luce delle esigenze dei tempi nuovi, come testimonia la grande enciclica ‘Caritas in veritate’, imperniata sul binomio ‘giustizia e bene comune’ sulle orme della ‘Populorum progressio’ di Paolo VI, sottolineando per parte sua lo stretto legame che intercorreva tra ‘fraternità, sviluppo economico e società civile’, e ricordando che ‘la giustizia riguarda tutte le fasi dell’attività economica’, e senza giustizia non si dà un’economia a misura dell’essere umano”. 

Concludono le Acli: “Il gesto storico della rinuncia al pontificato, nel febbraio del 2013, eleva Benedetto XVI ad una statura veramente storica in quanto permette di ricondurre la figura del Papa ad una dimensione più umana, in cui l’ammissione della debolezza fisica non viene più celata in nome di presunti interessi superiori ma viene accolta come parte della condizione umana, permettendo di rimettersi alla volontà e all’amore di Dio per quello che non si riesce ad operare in prima persona, sapendo che altri continueranno il cammino. In ogni caso, questi quasi dieci anni di ritiro non sono stati inoperosi, giacché Ratzinger li ha vissuti in studio ed in preghiera in comunione con il suo successore e con tutta la Chiesa. Un ringraziamento per la sua fede, per il suo amore alla verità e per il coraggio con cui ha assunto una decisione straordinaria ed inedita, e, insieme a Papa Francesco, ci mettiamo nella scia del suo insegnamento”. 

Modavi: “Pontefice esempio per tutti noi, volontari e cristiani”

"A Dio Papa Benedetto XVI, il suo esempio lascia una impronta indelebile nella vita di tutti noi”. Così Mario Pozzi, presidente del Modavi, secondo il quale “sempre ci saranno situazioni di necessità materiale nelle quali è indispensabile un aiuto nella linea di un concreto amore del prossimo, ebbe a dire Ratzinger. Ed è anche nel solco del suo insegnamento che - come cristiani e come volontari - continueremo ad amare il prossimo e donarci ogni giorno per aiutare tutte le persone fragili. Buon viaggio Santo Padre, continui a vegliare su di noi".

Sbarra (Cisl): “Testimone del nostro tempo, custode dei valori cristiani ma aperto alle nuove istanze della società”

“Profonda commozione e cordoglio per la scomparsa del Papa emerito Benedetto XVI”, esprime anche la Cisl. Il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, lo ha così ricordato: “Un grande teologo, testimone del nostro tempo, custode dei valori cristiani ma aperto alle nuove istanze della società. Un punto di riferimento per quanti si battono per la pace e la giustizia sociale”.

Confcooperative: “Lo ricordiamo come pontefice estimatore del ruolo della cooperazione”

"Ricordiamo Papa Benedetto XVI come un papa profondo estimatore del ruolo e della funzione sociale ed economica della cooperazione tanto che nella sua enciclica ‘Caritas in Veritate’ definiva la cooperazione, in tante delle sue articolazioni (sociale, credito, agricola e consumo) come un'esperienza concreta di economia eticamente orientata alla luce del Magistero della Chiesa". Così Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative, ha espresso il suo cordoglio per la scomparsa del papa emerito Benedetto XVI associandosi al dolore della Chiesa, di Papà Francesco e dei fedeli nel mondo.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)