I funerali di Benedetto XVI, Papa Francesco celebra in una piazza San Pietro strapiena

Stimate oltre 100 mila persone da tutto il mondo e file già da prima dell'alba per assistere alle esequie del Papa emerito. Presenti il presidente Mattarella, la premier Meloni e diversi capi di stato e di governo 

I funerali di Benedetto XVI, Papa Francesco celebra in una piazza San Pietro strapiena

Si sono conclusi i funerali di Benedetto XVI a piazza San Pietro. Le esequie sono state presidiate da Papa Francesco e si sono svolte in una piazza gremita: circa 100mila i fedeli presenti, a cui vanno aggiunti 3.700 sacerdoti, 130 cardinali, capi di Stato e di Governo a partire da Mattarella e Meloni e più di 1.100 giornalisti accreditati da tutto il mondo.

“Benedetto, fedele amico dello Sposo, che la tua gioia sia perfetta nell’udire definitivamente e per sempre la sua voce!“, ha detto Papa Francesco nella conclusione della sua omelia. “Santo subito, Santo subito“. Questo il coro, seguito da un applauso, partito da molti fedeli presenti in piazza San Pietro per i funerali del Papa emerito.

Dopo diversi minuti dedicati alle preghiere, Papa Francesco è entrato in piazza San Pietro, uscendo dal portone principale della Basilica, al termine di un corteo di cardinali. Il feretro di Benedetto XVI è stato posizionato al centro del sagrato. Alla sua destra la postazione dei cardinali e dei vescovi. Alla sua sinistra il parterre degli ospiti e delle delegazioni istituzionali e internazionali.

Da oltre un’ora e mezza prima dell’inizio dei funerali del Papa emerito Benedetto XVI, scomparso il 31 dicembre scorso, e celebrati dal pontefice in carica, Papa Francesco, piazza San Pietro a Roma è gremita di fedeli. La coda è iniziata ben prima dell’alba e alle esequie è stata stimata la presenza di 100mila fedeli. Nei tre giorni in cui la salma è stata esposta all’interno della Basilica, sono state 200mila le persone che hanno reso omaggio a Joseph Ratzinger, morto all’età di 95 anni.

La salma di Benedetto XVI è stata traslata alle 8.50 in punto dall’interno della Basilica di San Pietro al sagrato. Ad accogliere le spoglie del Papa emerito più di uno scroscio di applausi di una folla composta e silenziosa di decine di migliaia di persone. Ad accompagnare il feretro, il segretario particolare del Papa emerito, l’arcivescovo Georg Gaenswein. Padre Georg ha posato il Vangelo aperto sulla bara, si è inginocchiato e l’ha baciata.

Su richiesta espressa di Ratzinger, il corpo è stato adagiato in una triplice bara – una delle quali in legno di cipresso – in cui saranno collocate la medaglia e le monete coniate durante il Pontificato, il pallio o i palli del vescovo e il rogito, ossia un testo in cui è descritto brevemente il Pontificato. In particolare il rogito viene inserito in un tubo di metallo, come è stato chiarito dalla Sala Stampa della Santa Sede. Subito dopo è iniziata la recita del Santo Rosario.

Ai funerali Mattarella, Meloni e capi di stato e di governo

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e la premier Giorgia Meloni con diversi ministri del Governo tra cui Gennaro Sangiuliano, Francesco Lollobrigida, Giancarlo Giorgetti, Guido Crosetto, Carlo Nordio. E poi la delegazione tedesca, con il presidente Frank-Walter Steinmeier e il cancelliere Olaf Scholtz, e quella della Polonia con il presidente Andrzej Duda e il premier Mateusz Morawiecki. Davanti a loro, al di là del feretro, 130 cardinali e 3.700 sacerdoti. Questi alcuni dei rappresentanti istituzionali riuniti in piazza San Pietro per i funerali di Benedetto XVI.

Oltre alle due delegazioni ufficiali sono molti i capi di Stato e di Governo presenti in piazza: il premier ungherese Viktor Orban, a Roma già da qualche giorno, il re e la regina del Belgio, Filippo e Mathilde, e la regina Sofia di Spagna.

Il testo del rogito per il pio transito di Benedetto XVI

“Nella luce di Cristo risorto dai morti, il 31 dicembre dell’anno del Signore 2022, alle 9.34 del mattino, mentre terminava l’anno ed eravamo pronti a cantare il Te Deum per i molteplici benefici concessi dal Signore, l’amato Pastore emerito della Chiesa, Benedetto XVI, è passato da questo mondo al Padre. Tutta la Chiesa insieme col Santo Padre Francesco in preghiera ha accompagnato il suo transito”. Inizia così il testo del rogito per il Pio transito di Benedetto XVI, le cui esequie sono in corso in piazza San Pietro.

“Benedetto XVI è stato il 265° Papa. La sua memoria rimane nel cuore della Chiesa e dell’intera umanità. Joseph Aloisius Ratzinger, eletto Papa il 19 aprile 2005, nacque a Marktl am Inn, nel territorio della Diocesi di Passau (Germania), il 16 aprile del 1927. Suo padre era un commissario di gendarmeria e proveniva da una famiglia di agricoltori della bassa Baviera, le cui condizioni economiche erano piuttosto modeste. La madre era figlia di artigiani di Rimsting, sul lago di Chiem, e prima di sposarsi aveva fatto la cuoca in diversi alberghi”.

“Trascorse la sua infanzia e la sua adolescenza a Traunstein, una piccola città vicino alla frontiera con l’Austria – si legge ancora nel rogito – a circa trenta chilometri da Salisburgo, dove ricevette la sua formazione cristiana, umana e culturale. Il tempo della sua giovinezza non fu facile. La fede e l’educazione della sua famiglia lo prepararono alla dura esperienza dei problemi connessi al regime nazista, conoscendo il clima di forte ostilità nei confronti della Chiesa cattolica in Germania. In questa complessa situazione, egli scoprì la bellezza e la verità della fede in Cristo.Dal 1946 al 1951 studiò nella Scuola superiore di filosofia e teologia di Frisinga e all’Università di Monaco. Il 29 giugno 1951 fu ordinato sacerdote, iniziando l’anno successivo la sua attività didattica nella medesima Scuola di Frisinga. Successivamente fu docente a Bonn, a Münster, a Tubinga e a Ratisbona”.

“Nel 1962 divenne perito ufficiale del Concilio Vaticano II, come assistente del Cardinale Joseph Frings. Il 25 marzo 1977 Papa Paolo VI lo nominò Arcivescovo di München und Freising e ricevette l’ordinazione episcopale il 28 maggio dello stesso anno. Come motto episcopale scelse “Cooperatores Veritatis”. Papa Montini lo creò e pubblicò Cardinale, del Titolo di Santa Maria Consolatrice al Tiburtino, nel Concistoro del 27 giugno 1977″.

“Il 25 novembre 1981 Giovanni Paolo II lo nominò Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede; e il 15 febbraio dell’anno successivo rinunciò al governo pastorale dell’Arcidiocesi di München und Freising. Il 6 novembre 1998 fu nominato Vice-Decano del Collegio Cardinalizio e il 30 novembre 2002 divenne Decano, prendendo possesso del Titolo della Chiesa Suburbicaria di Ostia. Venerdì 8 aprile 2005 – si legge nel rogito – presiedette la Santa Messa esequiale di Giovanni Paolo II in Piazza San Pietro. Dai Cardinali riuniti in Conclave fu eletto Papa il 19 aprile 2005 e prese il nome di Benedetto XVI. Dalla loggia delle benedizioni si presentò come “umile lavoratore nella vigna del Signore”.

Domenica 24 aprile 2005, ricorda il rogito, “iniziò solennemente il suo ministero Petrino. Benedetto XVI pose al centro del suo pontificato il tema di Dio e della fede, nella continua ricerca del volto del Signore Gesù Cristo e aiutando tutti a conoscerlo, in particolare mediante la pubblicazione dell’opera Gesù di Nazaret, in tre volumi. Dotato di vaste e profonde conoscenze bibliche e teologiche, ebbe la straordinaria capacità di elaborare sintesi illuminanti sui principali temi dottrinali e spirituali, come pure sulle questioni cruciali della vita della Chiesa e della cultura contemporanea. Promosse con successo il dialogo con gli anglicani, con gli ebrei e con i rappresentanti delle altre religioni; come pure riprese i contatti con i sacerdoti della Comunità San Pio X”.

La mattina “dell’11 febbraio 2013, durante un Concistoro convocato per ordinarie decisioni circa tre canonizzazioni – prosegue il rogito – dopo il voto dei Cardinali, il Papa lesse la seguente dichiarazione in latino: ‘Bene conscius sum hoc munus secundum suam essentiam spiritualem non solum agendo et loquendo exerceri debere, sed non minus patiendo et orando. Attamen in mundo nostri temporis rapidis mutationibus subiecto et quaestionibus magni ponderis pro vita fidei perturbato ad navem Sancti Petri gubernandam et ad annuntiandum Evangelium etiam vigor quidam corporis et animae necessarius est, qui ultimis mensibus in me modo tali minuitur, ut incapacitatem meam ad ministerium mihi commissum bene administrandum agnoscere debeam. Quapropter bene conscius ponderis huius actus plena libertate declaro me ministerio Episcopi Romae, Successoris Sancti Petri, mihi per manus Cardinalium die 19 aprilis MMV commisso renuntiare ita ut a die 28 februarii MMXIII, hora 20, sedes Romae, sedes Sancti Petri vacet et Conclave ad eligendum novum Summum Pontificem ab his quibus competit convocandum esse'”.

Nell’ultima Udienza generale del pontificato, “il 27 febbraio 2013 – si legge ancora – nel ringraziare tutti e ciascuno anche per il rispetto e la comprensione con cui era stata accolta la sua decisione, assicurò: “Continuerò ad accompagnare il cammino della Chiesa con la preghiera e la riflessione, con quella dedizione al Signore e alla sua Sposa che ho cercato di vivere fino ad ora ogni giorno e che vorrei vivere sempre”.

“Dopo una breve permanenza nella residenza di Castel Gandolfo – si conclude il rogito – visse gli ultimi anni della sua vita in Vaticano, nel monastero Mater Ecclesiae, dedicandosi alla preghiera e alla meditazione. Il magistero dottrinale di Benedetto XVI si riassume nelle tre Encicliche Deus caritas est(25 dicembre 2005), Spe salvi (30 novembre 2007) e Caritas in veritate (29 giugno 2009). Consegnò alla Chiesa quattro Esortazioni apostoliche, numerose Costituzioni apostoliche, Lettere apostoliche, oltre alle Catechesi proposte nelle Udienze generali e alle allocuzioni, comprese quelle pronunciate durante i ventiquattro viaggi apostolici compiuti nel mondo. Di fronte al relativismo e all’ateismo pratico sempre più dilaganti, nel 2010, con il motu proprio Ubicumque et semper, istituì il Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, a cui nel gennaio del 2013 trasferì le competenze in materia di catechesi. Lottò con fermezza contro i crimini commessi da rappresentanti del clero contro minori o persone vulnerabili, richiamando continuamente la Chiesa alla conversione, alla preghiera, alla penitenza e alla purificazione. Come teologo di riconosciuta autorevolezza, ha lasciato un ricco patrimonio di studi e ricerche sulle verità fondamentali della fede”. (DIRE)

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)