Papa Leone XIV. Un pastore di animo e intelletto
La fede ha accompagnato da sempre la vita del nuovo, inatteso, papa. Fin dalla sua prima missione peruviana a Trujillo svolge incarichi di governo ma mantiene uno stile vicino alla gente. La sua capacità di ascolto, unito al desiderio di costruire comunità lo rendono molto amato. Molto stimato anche dai confratelli di cui è priore generale per ben dodici anni

Dieci anni e mezzo fa, all’età di 58 anni, era un semplice prete agostiniano – seppur con alle spalle due mandati di priore generale dell’Ordine di Sant’Agostino. Oggi è il papa. Leone XIV, al secolo Robert Francis Prevost, primo pontefice nordamericano della storia, è un matematico, canonista, missionario e poliglotta, nonché il più giovane sul soglio di Pietro dal 1990, quando san Giovanni Paolo II aveva 69 anni. Nato a Chicago il 14 settembre 1955, in una famiglia di origini franco-italo-spagnole, Robert Prevost, terzo di tre fratelli, cresce in un contesto familiare cattolico, nella parrocchia di St. Mary of the Assumption a Dolton, sobborgo a sud della metropoli. La vocazione si può dire che l’avverta già in fasce, ma entra nel noviziato agostiniano a Saint Louis nel 1977, per professare i voti solenni quattro anni dopo. Il 19 giugno 1982, viene ordinato presbitero a Roma da mons. Jean Jadot. Studioso brillante, consegue una laurea in matematica alla Villanova University, un Master of Divinity alla Catholic Theological Union e un dottorato in diritto canonico presso l’Angelicum, con una tesi sul ruolo del priore locale nell’Ordine agostiniano. Il suo cuore missionario si rivela subito: nel 1985 parte per il Perù, dove inizia la sua missione nella prelatura di Chulucanas. Ma è a Trujillo, dove rimane dieci anni (1988-1998), che il legame con il popolo peruviano si fa indissolubile. Vive in una comunità della periferia, dirige il seminario agostiniano, insegna diritto canonico e teologia morale nel seminario diocesano, accompagna i giovani e forma i futuri preti. Svolge ruoli di governo, ma mantiene sempre uno stile vicino alla gente. Questa umanità semplice, unita alla capacità di ascolto e al desiderio di costruire comunità, lo rende molto amato. Nel 2015, dopo il suo ritorno come vescovo, ottiene anche la cittadinanza peruviana, segno della sua piena inculturazione. Nel 1998, Prevost torna negli Stati Uniti e diventa priore provinciale della sua provincia di origine. Nel 2001, viene eletto priore generale dell’Ordine agostiniano, carica che ricoprirà per dodici anni. In questo periodo visita decine di Paesi, rafforza la collaborazione tra le province, promuove la giustizia sociale e l’educazione. È lui a fondare, nel 2012, la Federazione degli Agostiniani del Nord America. Sempre nel 2012 partecipa al Sinodo sulla nuova evangelizzazione. Nel 2014 papa Francesco lo chiama nuovamente in Perù come amministratore apostolico di Chiclayo. L’anno dopo diventa vescovo diocesano. In quel ruolo si dedica con forza alla formazione del clero, alla protezione dei minori (istituendo i “centri di ascolto” e linee guida per la prevenzione degli abusi) e all’accompagnamento pastorale della comunità. Durante la crisi migratoria, organizza reti di solidarietà per accogliere i profughi venezuelani. Nel maggio 2017 mons. Prevost si reca a Roma per la tradizionale visita ad limina con gli altri vescovi peruviani, incontrando papa Francesco e i vertici vaticani. Il papa resta colpito dall’operato di questo vescovo missionario e vede in lui un pastore con esperienza globale e sensibilità verso il “Sud del mondo”. Così, Nel 2023, lo chiama a Roma come prefetto del Dicastero per i vescovi e presidente della Pontificia commissione per l’America Latina. Fin dal suo insediamento come prefetto, il 12 aprile 2023, Prevost si dedica con energia al nuovo incarico. Viene creato cardinale da papa Francesco il 30 settembre dello stesso anno, nel penultimo concistoro del suo pontificato. Dopo la morte di papa Francesco, lo scorso 21 aprile, nel pomeriggio dell’8 maggio Robert Francis Prevost viene eletto papa, assumendo il nome di Leone XIV.