Uniti nel dono. Preti, tra noi e per noi. Ci sono affidati

Uniti nel dono Don Stefano, don Fabio e don Domenico sono tre degli oltre 32 mila sacerdoti impegnati nelle nostre Diocesi. A loro il nostro sostegno

Uniti nel dono. Preti, tra noi e per noi. Ci sono affidati

Torna anche quest’anno, nei mesi di novembre e dicembre, la campagna di comunicazione di “Uniti nel dono” per le offerte deducibili, quelle destinate al sostentamento del clero diocesano, che viene declinata su tv, web, social e stampa. Vedrete scorrere, sullo schermo della tv o del cellulare, oppure sfogliando le pagine di giornali e riviste, i volti di don Stefano,  don Fabio e don Domenico, che ci hanno permesso di seguirli, per qualche ora del loro tempo, in modo da aprire una finestra sulla loro vita di ogni giorno. Non un buco della serratura, o uno spioncino: no, proprio una finestra! Con l’invito, a tutti coloro che  in qualche modo saranno raggiunti da questa campagna, ad affacciarsi e a soffermare lo sguardo dentro. Dentro la loro vita di ogni giorno, per scorgervi in trasparenza anche le vite degli altri 32 mila e oltre sacerdoti delle Diocesi italiane, che ci vivono accanto dalle Alpi alle isole più sperdute, nei piccoli paesi dell’entroterra come nelle periferie delle grandi città.  Abbiamo cercato di restituire la vita vera di queste persone come noi, alle quali a un certo punto il Signore ha chiesto qualcosa di speciale. O, meglio, ai quali a un certo punto Dio ha fatto un dono speciale, attraverso quella grande famiglia che è la Chiesa: li ha scelti e mandati per amministrare i sacramenti, per guidare la comunità, per essere a tempo pieno per tutti, senza escludere nessuno e senza legarsi a nessuno in modo esclusivo.  Questa “mission impossible”, resa possibile solo dal dono dello Spirito Santo e dall’amore  accogliente delle comunità cui sono mandati, si realizza ogni giorno sotto i nostri occhi e la campagna di questi due mesi vuole solamente ricordarcelo. Vuole ricordarci che senza la loro presenza, discreta e sempre disponibile, le nostre giornate non avrebbero lo stesso sapore. Le nostre settimane non avrebbero la loro domenica, tanto per cominciare. Le nostre comunità non avrebbero i sacramenti, dall’eucarestia alla riconciliazione, dal battesimo dei nostri figli fino all’unzione dei nostri malati e dei nostri anziani più fragili.  Le persone più esposte e in difficoltà non avrebbero un punto di riferimento sempre pronto ad ascoltare, consolare, abbracciare e accompagnare. Forse non ci pensiamo spesso a come sarebbe la nostra vita senza i sacerdoti: rischiamo di darli un po’ troppo per scontati. E invece questi uomini scelti tra noi e scelti per noi, sono anche affidati a noi. Alla nostra preghiera, al nostro affetto ma anche alle nostre offerte. Quelle dell’obolo domenicale, in chiesa, non sono sufficienti: quelle servono quasi interamente per le spese della comunità parrocchiale e per il servizio ai fratelli più poveri. Invece c’è un gesto semplice e pieno di amore che si può fare proprio per loro, per dirgli il nostro piccolo ma fondamentale grazie. Basta andare su www.unitineldono.it per scoprire come fare.

Gregorianum: Camillo Bianchi interviene al 60°

In occasione del 60° anniversario dalla fondazione del collegio Gregorianum (1963-2023), giovedì 26 ottobre – alle 18 nell’aula magna “Luciano Meriglano” (via Proust 10 a Padova) – si tiene una lectio magistralis dal titolo “Il mestiere dell’architettura” a cura del prof. Camillo Bianchi, collaboratore del progettista del Gregorianum, l’ingegner Giulio Brunetta (1906- 1978), direttore dei lavori del cantiere del collegio e progettista e curatore della cappella. Seguirà una visita al Gregorianum e un momento di convivialità. Nato nel 1932, Camillo Bianchi si è laureato in ingegneria civile-edile a Padova e in architettura a Venezia. Negli anni Sessanta venne coinvolto dall’ingegner Giulio Brunetta (1906-1978) nella realizzazione del progetto del collegio universitario Gregorianum, voluto dal vescovo Bortignon, che iniziò le sue attività nell’ottobre del 1963 e venne inaugurato ufficialmente il 6 gennaio 1964. Numerosi i suoi lavori, su edifici privati e pubblici, in Diocesi e non solo.

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