Adorazione eucaristica. La vera lotta spirituale

Deporre le proprie “corone” davanti al Signore, nell’adorazione eucaristica, potrebbe inquietare e dar vita a un combattimento con il nemico. Ma non si è soli

Adorazione eucaristica. La vera lotta spirituale

Marco è preoccupato. Al parroco è venuta l’idea dell’adorazione eucaristica settimanale «per pregare per il Sinodo», dice lui. Anche il consiglio pastorale parrocchiale è d’accordo: «Dobbiamo trovarci insieme e pregare», scrivono sul foglietto parrocchiale. Ma Marco non sa che fare, è giovane e l’idea di mettersi in ginocchio davanti a un pezzo di pane chiuso in una raggiera dorata distante sull’altare, lo mette in difficoltà. Ci aveva provato una volta, ma proprio non gli riusciva. Si ricorda allora che una volta al gruppo issimi gli avevano parlato di un vecchio eremita che abitava sui colli. «Chi meglio di lui mi saprà dire come si fa l’adorazione?» si dice. Un pomeriggio di marzo prende l’auto e lo raggiunge. Padre Nico abita in un eremo luminoso tra le robinie. Un luogo sobrio, una stanza dove riceve le persone, una Bibbia, una candela e vicino una cappellina con il suo “angolo bello” e l’icona della Madre di Dio. Seduti uno di fronte all’altro Marco parte subito da ciò che più lo interessa: «Padre Nico, come si fa l’adorazione?». «Figlio mio, non mi stai chiedendo una cosa da poco, ma proverò a risponderti partendo da ciò che è certo. In tutta la Scrittura c’è un solo passo in cui si parla di questo. Nel libro dell’Apocalisse Giovanni scrive: “I ventiquattro anziani si prostrano davanti a Colui che siede sul trono e adorano Colui che vive nei secoli dei secoli e gettano le loro corone davanti al trono (4,10)”. Vedi Marco, la vera adorazione è ritrovarsi davanti al trono dell’agnello, che è il modo di esistenza di Dio Padre nel suo Figlio Gesù Cristo, e deporre davanti a lui la tua corona.

E sapere che in quell’agnello ci siamo già anche tutti noi, parte del corpo di Cristo». «Scusa, padre, ma io non ho una corona», lo interrompe Marco bruscamente. «Eh, come no?! Ognuno di noi ha le proprie corone: sono le tue idee prestabilite e inamovibili, le convinzioni, le false immagini di Dio, di te e del fratello. Tutto questo nell’adorazione ti potrebbe molto inquietare e comincia proprio qui la lotta spirituale. È spirituale proprio perché non combatti tu da solo ma con lo Spirito Santo. E proprio la persona dello Spirito Santo farà di tutto per orientarti a Dio Padre, per farti sperimentare la gioia della figliolanza, la bellezza della fratellanza. Ma il nemico tenterà di farti chiudere in te, di preservarti, di risparmiarti, di insinuarti: “Se a te non ci pensi tu, chi ci pensa?”. La vera lotta sarà proprio far morire il proprio io egocentrico, escludere ogni individualismo e far si che io preghi nel corpo di Cristo. E solo lì ogni mia preghiera verrà accolta, proprio perché non c’è preghiera che nel Figlio il Padre non ascolti (Gv 14,13)». Marco seguiva le parola di padre Nico in silenzio e con la bocca semi aperta. «Capisci? Tu sei in lui e lui in te. Tu sei già in quel corpo di Cristo che stai adorando. Non sei davanti e in silenzio, ma sei parte di Lui e vivo più che mai, tanto da potergli parlare e lui, attraverso i tuoi pensieri e sentimenti si rivelerà a te. Non cadere nel tranello dello stare davanti. Se Dio e Cristo sono solo davanti a te allora il rischio è che tutta la tua vita diventi uno sforzo per raggiungerli, modificando e perfezionando tante piccole parti di te che non corrispondono a un tuo ideale di perfezione...che però Lui non ti ha mai chiesto». Marco prende un attimo fiato e osa domandare: «Padre Nico, ma davvero poi il Signore parlerà a me attraverso i miei pensieri e i miei sentimenti? Mi è nuova questa... E come mai sul trono dell’Apocalisse c’è sia Dio che l’agnello? E perché ha creato tutto questo problema il sentirsi davanti e distanti dal Corpo di Cristo? E...». Il vecchio monaco lo guarda con tenerezza e gli dice: «Si è fatto tardi, il sole tramonta. Torna a trovarmi un’altra volta e parleremo anche di questo».

don Vincenzo Cretella
collaboratore Centro Aletti - Roma

Intenzione universale del papa

Preghiamo perché noi cristiani, di fronte alle nuove sfide della bioetica, promuoviamo sempre la difesa della vita con la preghiera e l’azione sociale.

Intenzione dei vescovi

Per tutti i papà, perché guardando a san Giuseppe imparino ad affidarsi al vero Padre che è nei Cieli.

Intenzione per il clero

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