Angelina Garavello. Una vita interamente a servizio della Chiesa

Cinquant’anni spesi nel generoso supporto pastorale al suo parroco, don Mario De Agostini, a Saletto di Vigodarzere; trent'anni alla guida dell’Associazione collaboratori e familiari del clero della Diocesi di Padova. Sono i “numeri” di una vita dedicata al servizio della Chiesa; una vita, quella di Angelina Garavello, che si è spenta lo scorso 27 dicembre, all’età di 87 anni, a causa del Covid. 

Angelina Garavello. Una vita interamente a servizio della Chiesa

A darle l’addio, non solo numerosi nipoti e pronipoti, ma le comunità cristiane di diversi paesi dell’Alta Padovana: da Curtarolo, comune di origine, a Saletto, dove ha vissuto per molti anni, alle tante parrocchie, anche fuori provincia, dove Angelina, che sapeva cantare, animava la liturgia. Angelina Garavello, classe 1934, era ammalata da tempo. La fibrosi polmonare che le inibiva il respiro e le affaticava il cuore, non le ha permesso di proseguire nel suo impegno di presidente dell’Associazione collaboratori e familiari del clero, cedendo il testimone a Paola Fabris nel 2018.

«Angelina portava ovunque una testimonianza di fede e di amore vissuti nella dedizione alla Chiesa e al prossimo, tanto nella piccola realtà parrocchiale, quanto ai numerosi convegni regionali e nazionali nei quali dava testimonianza di fede attiva e gioiosa»: la ricorda così la più grande dei suoi nipoti, Anna Maria, che ha condiviso molto della sua vita e fatto tesoro dei suoi insegnamenti. Un destino, quello di Angelina, che sembrava segnato fin da giovanissima, con la morte dei genitori e l’affido allo zio, don Ernesto Garavello, parroco a Santa Maria di Non. Da allora tutta la sua vita è trascorsa nelle canoniche. «È stata una sorta di maternità speciale, quella della zia. Per lei l’intera comunità era la sua famiglia, un ambiente sociale e umano al quale trasmettere il senso più profondo dell’amore, fatto di disponibilità e dedizione » spiega Anna Maria. La gioia che derivava dalla sua scelta era contagiosa. «Accettando l’incarico di presidente dell’Associazione collaboratori e familiari del clero ho ricevuto un’eredità difficile – sottolinea Paola Fabris – Angelina ha sempre accolto tutto con generosità, vivendo anche le difficoltà come momenti di grazia. Spero di riuscire a operare con la stessa generosità d’animo e la stessa umiltà».

L’associazione è formata da persone che si dedicano al servizio dei presbiteri in un rapporto personale di familiarità; li assistono nella dimensione domestica della loro vita e nelle funzioni della loro missione. «Un ruolo importante soprattutto in questo tempo di dispersione e allontanamento delle persone le une dalle altre, e dalla Chiesa stessa, in cui i nostri presbiteri hanno particolare necessità di sostegno da parte della comunità». 

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