Anno liturgico. Ci conduce al centro, che è Cristo

Anno liturgico. Gli incontri del “Gennaio alla liturgia”, proposti dall’Ufficio diocesano, lo guardano come l’“anima” e l’“architettura” dell’azione pastorale della Chiesa

Anno liturgico. Ci conduce al centro, che è Cristo

Gli incontri del “Gennaio alla liturgia 2023”, che vedranno anche la partecipazione del vescovo Claudio, guardano all’anno liturgico come all’“anima” e all’“architettura” dell’azione pastorale della Chiesa. Il fluire della nostra esistenza può conoscere il ritmo misurato e agreste dei monaci del 9° secolo o le corse dell’uomo del 21°; le dinamiche profane cambiano, ma la liturgia le spezza, le interrompe, e le carica di verità, illuminando, seppur con un bagliore rapido, il farsi della vita dell’uomo. La logica dell’anno liturgico è innervare il tempo in quanto tale, pacato o meno nell’incedere, e portarci da qualunque periferia verso il centro, da qualunque stagione al Creatore. Dicendo che esso è “anima” dell’azione pastorale della Chiesa, pensiamo non a un’acquisizione più approfondita della declinazione della vicenda storica di Gesù, ma a ciò che dalla declinazione rimanda al cuore della Trinità, permettendoci di riconoscere sempre, nella distinzione e nella varietà, il riflesso della vita divina. Non dovremmo dare più enfasi alle caratteristiche dei vari momenti, per esempio insistendo in modo forzoso, in Avvento, sull’atteggiamento della vigilanza. Alla vigilanza va piuttosto dato l’Unum: il Signore. L’anno liturgico è “architettura” della vita pastorale della Chiesa, perché sa mettere insieme e osservare san Leone Magno e san Giovanni Bosco, l’Avvento e il Natale, la Passione e santa Teresa di Gesù, il mercoledì e il Giovedì santo. Li declina, li divide e li dimostra equidistanti dal centro, dall’Unum, il Signore. Se per noi l’esistenza è caos, nell’anno liturgico, ipse Christus, tutto è cerchio, tutto è conciliato.

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