Aprire le porte si può! Si sta già facendo. Accoglienza nei numeri in Diocesi

«L’ accoglienza è di tutti». Intervenendo all’assemblea diocesana Caritas, Sara Ferrari ha ricordato come la Diocesi di Padova – e quindi la Caritas – negli anni ha molto sollecitato «le comunità parrocchiali, gli istituti di vita consacrata e i privati cittadini a mettere a disposizione spazi, appartamenti, ed ex canoniche per l’accoglienza delle persone in difficoltà, siano persone senza dimora, vittime di tratta e di traffico umano, famiglie in sfratto, persone richiedenti protezione internazionale o asilo politico». Sul fronte delle migrazioni cosa sta facendo la Chiesa di Padova? «Al momento, da una mappatura che abbiamo fatto nel mese di settembre, per quello che sappiamo, perché, secondo noi, le realtà che accolgono sono di più, le comunità parrocchiali che stanno accogliendo sono 85 e stanno ospitando 578 persone. Le persone richiedenti asilo accolte sono circa 370». Per Sara Ferrari «questo significa che si può fare. Abbiamo alcuni esempi importanti e significativi che le parrocchie ci riportano per cui crediamo che sia possibile, cercando di affrontare le criticità insieme a chi ci lavora e a chi è accolto». Giuseppe Pappalardo di Caritas Padova ha confermato come l’accoglienza in uno “spazio parrocchiale” sia diversa dalle altre perché le persone accolte non sono considerate inquilini, ma, «nel rispetto delle diversità, della cultura, della religione e delle attitudini di ognuno, parte integrante della comunità». Ancora una volta grazie al coinvolgimento dei parrocchiani, «che quando sono arrivate le persone in difficoltà, le hanno accolte senza alcuna riserva: hanno fornito loro i beni che servivano, le hanno aiutate attraverso corsi di italiano, hanno compiuto tantissime azioni, ma soprattutto hanno donato loro del tempo per entrare in relazione con loro in tutte le difficoltà del caso».

Andrea Canton