Azione Cattolica. Adulti e famiglie: un campo positivo

È uno sguardo positivo quello che accompagna adulti e famiglie al camposcuola diocesano a loro dedicato dall’Azione cattolica di Padova a Camporovere, nella casa Filippo Franceschi dal 13 al 19 agosto.

Azione Cattolica. Adulti e famiglie: un campo positivo

Si parte infatti dalla frase “Abbiamo visto l’amore vincere”: da qui si cercherà di mettere in evidenza le occasioni in cui nella vita di tutti i giorni l’amore ha vinto per scoprire poi come l’amore di Dio aggiunge valore e come comunicarlo. «Partiamo dal bisogno di creare in questa settimana di campo un’occasione di positività – sottolinea Annamaria Rubin, vice presidente rappresentante degli adulti dell’Ac di Padova – Abbiamo pensato di dare uno sguardo positivo più che concentrarci nelle fatiche quotidiane che si vivono nelle famiglie, ma anche nelle comunità cristiane. Partiamo quindi dai momenti in cui vediamo vincere l’amore per capire la diversità fra amore “normale” e amore abitato da Dio e come poi quest’ultimo si sviluppi nel lavoro, nella società civile, nell’associazionismo, in parrocchia». A guidare le giornate sono le beatitudini secondo il Vangelo di Luca e l’ultimo giorno, invece, una lettera di San Paolo ai Colossesi. L’impianto del camposcuola segue una tradizione ormai consolidata da diversi anni: le attività sono sia per i genitori che per i figli (quest’anno venti bambini di cui dieci sotto i 6 anni e altrettanti fra 6 e 13 anni). Diverse poi le metodologie usate per le attività. Solitamente l’incipit della giornata è un’attività particolare: «Un anno, ad esempio, ogni mattina offrivamo una piccola occasione di gioia – racconta Rubin – che poteva essere la brioche appena sfornata o un fiore sul tavolo della colazione; un altro anno abbiamo collaborato con cinque ragazzi che, tramite un video, proponevano altrettante attività motorie diverse. Ogni giorno è ritmato partendo dalla vita quotidiana, andando poi alla Parola di Dio e tornando alla vita per cambiarla grazie alla Parola». Diverse anche le attività dei cinque giorni: dalla conoscenza del gruppo il primo giorno agli incontri con realtà del territorio o le testimonianze dirette. C’è poi la veglia alle stelle e, naturalmente, il giorno dell’Assunta si fa festa tutti insieme. «Quest’anno abbiamo aggiunto anche una challenge (sfida, ndr), che coinvolgerà grandi e piccini: una sfida a gruppi il cui obiettivo è capire come fare la differenza nel lavoro, nella società, in famiglia e individuando poi un cambiamento prioritario da mettere in atto. Quindi la domanda che ci poniamo è: di quale cambiamento vogliamo essere portatori?». I bambini, divisi in due gruppi in base all’età, sono seguiti da due educatrici della scuola dell’infanzia, mentre l’equipe di lavoro del campo è formata dall’assistente del settore don Leonardo Scandellari, dai due vicepresidenti Anna Maria Rubin e Marco Zambon e da due partecipanti che hanno già fatto esperienza del camposcuola in passato. «Per molte famiglie – conclude Rubin – questa settimana è la vacanza. Deve quindi essere una settimana ben curata, dove si fa esperienza di fraternità e, dopo i primi giorni, la condivisione diventa autentica e sincera. È vacanza e deve essere leggera, ma non superficiale. In un clima più disteso e sereno è anche più facile l’incontro con Gesù. Ci auguriamo infine che le famiglie possano rigenerarsi. Vogliamo che sia una iniezione di energia positiva».

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