Azione Cattolica. Franca Faggian, scomparsa lo scorso 2 maggio, ha servito l’associazione per 35 anni come amministratore diocesano

«Gratitudine: questo rivive in me, pensando a Franca – sottolinea Gianni Saonara, presidente diocesano dell’Azione cattolica di Padova dal 1986 al 1995 – Per le competenze e il tempo dedicato alla Chiesa e all’associazione, alle persone e alle cose, alle cose e alle case (alpine), ai bilanci e all’ascolto, alla condivisione e alla discrezione. E la gratitudine è tratto che non si dimentica: anche quando le strade si differenziano, e cose nuove accadono, e le stagioni mutano. La gratitudine è – si dice persino in internet – “memoria del cuore”».

Azione Cattolica. Franca Faggian, scomparsa lo scorso 2 maggio, ha servito l’associazione per 35 anni come amministratore diocesano

Il ricordo si salda, per Gianni, anche con una annotazione letta tanto tempo fa nell’enciclica Christifideles Laici di Giovanni Paolo II: «Agli occhi illuminati dalla fede si spalanca uno scenario meraviglioso: quello di tantissimi fedeli laici, uomini e donne, che proprio nella vita e nelle attività d’ogni giorno, spesso inosservati o addirittura incompresi, sconosciuti ai grandi della terra ma guardati con amore dal Padre, sono gli operai instancabili che lavorano nella vigna del Signore, sono gli artefici umili e grandi – certo per la potenza della grazia di Dio – della crescita del Regno di Dio nella storia».

«Franca ha lasciato la vigna terrena il 2 maggio 2020, Gino Bartali il 5 maggio 2000 – continua Gianni – Bartali, ai figli “stupiti” nell’apprendere ciò che il papà – ciclista straordinario – aveva fatto tra il 1943 e il 1944 per salvare gli ebrei perseguitati, spiegò che: “Certe medaglie si appendono all’anima, non alla giacca”. Sono sicuro che Franca e Gino, e mille altri, continueranno a donare i talenti ritrovati della speranza all’Ac, nella comunione dei santi».

«Franca è stata una maestra di laicità, in particolare ci ha insegnato come essere laici cristiani responsabili e fecondi nell’uso dei beni e del denaro – evidenzia Stefano Bertin, presidente diocesano dal 1995 al 2001 – Nella sua vita lavorativa e associativa ha sempre ricoperto ruoli molto importanti, nell’ambito amministrativo ed economico. Ed è sempre riuscita a coniugare una sobrietà personale, segno di un animo libero ed elevato, con un’esigente e competente capacità manageriale. Va sottolineato il suo rispetto della dimensione economica dell’esistenza, quale luogo di vita e di fede. In altre parole la sua esemplarità non è stata tanto nell’aver mantenuto rettitudine morale e coerenza spirituale “nonostante” l’aver avuto a che fare con i beni del mondo, quanto piuttosto per come ha saputo concorrere all’edificazione del Regno e al bene di tutti, proprio “attraverso” un loro uso virtuoso».

«L’amore di Franca per la Chiesa e l’Ac – continua Stefano – era indefettibile e smodato. Sapeva mettere insieme la lucidità dell’amministratore con il cuore di una madre attenta a ogni esigenza. Non c’era problema, preoccupazione, emergenza a cui lei non si facesse prossima. La sua sola attenzione tranquillizzava perché, come era solita dire, “con calma una soluzione si trova”. E questo riguardava la vita associativa ed ecclesiale, ma anche delle singole persone. In questi casi usciva tutta la sua generosa umanità, discreta e disinteressata, che sapeva mettere a frutto la sua credibilità e capacità relazionale per aiutare chiunque avesse bisogno. La vicinanza poteva anche solo tradursi in tempestivi messaggi amicali in momenti di crisi o sconforto, come testimoniano i biglietti che conservo gelosamente. Diceva che “non si servono le strutture, ma si presta servizio in esse per il bene delle persone”. Il sorriso di Franca è testimone della bellezza della santità, lo è stata anche nella sua lunga malattia, fino a quando non ha raggiunto il suo Gesù».

«Franca è stata una donna di pensiero – ricorda Luca Dalla Libera, presidente diocesano dal 2001 al 2005 – Capace di quella riflessione che rifugge le astrusità e che sa immediatamente abbracciare la vita. Una riflessione che l’aveva portata a maturare una visione responsabile sul valore e la dignità del lavoro, una posizione meditata sul limite e la necessità della politica, una postura ordinatrice – amorosa e paziente – dei limiti della Chiesa».

Luca sottolinea come Franca Faggian sia stata, nei primi anni di questo secolo, «l’anima profonda dell’Azione cattolica che cercava aria nuova. Mi è stata vicina, mi ha voluto bene, mi ha accompagnato e rassicurato nel passaggio difficile del nuovo statuto del 2003. Un passaggio delicatissimo... Come delicati erano quegli anni, in cui anche a livello nazionale si respirava desiderio di rinnovamento, anche se non da parte di tutti... In quel momento Franca si fece promotrice in presidenza dell’urgenza che l’Ac definisse con maggior chiarezza il rapporto tra il livello nazionale e quello diocesano».

Franca Faggian è stata «l’anima profonda dell’Azione cattolica. Non solo perché ha servito con competenza passione e generosità l’associazione, ma soprattutto perché sapeva riflettere costantemente sul suo servizio pratico. Riteneva, infatti, che non fosse sufficiente riflettere solo sulle idee, ma avvertiva l’urgenza che le nostre esperienza vissute fossero il campo generatore delle nuove idee su cui riflettere. Un atteggiamento profondamente laicale e (mi si conceda) molto femminile. In Franca non solo si incontrano “fede e vita”, ma hanno ritrovano attualità anche “preghiera, azione, sacrificio”».

1973-2008

Franca Faggian ha servito l’Azione cattolica di Padova, come amministratrice diocesana, dal 1973 al 2008, attraversando undici presidenze diocesane. È scomparsa, a 83 anni, sabato 2 maggio. «Franca ha amato l’associazione, i suoi ragazzi giovani e adulti, di un amore concreto, prezioso, spesso nascosto – ha scritto la presidenza diocesana – Siamo sicuri che dal cielo Franca continuerà ad accompagnare il nostro cammino». «Noi non possiamo che essere grati a Franca per la sua vita così bella e intensa – si legge in un messaggio della presidenza nazionale dell’Azione cattolica – per la fede di cui ci ha dato sempre testimonianza, per la sua passione associativa mai venuta meno e per il significativo servizio offerto alla associazione diocesana e non solo. Siamo sicuri che continuerà a essere presente nei nostri cuori e che ci accompagnerà sempre da lassù».

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